A proposito della Statua dell’emigrante

Caro Nino,

ti scrivo nella tua qualità di direttore del periodico  Kleos, a  proposito del monumento dell’Emigrante di recente inaugurato a Partanna, nella speranza di trovare ospitalità nelle pagine della rivista.  Tu di sicuro, da bravo e diligente giornalista qual sei, avrai certo seguito l’inaugurazione del monumento in tutte le sue fasi e indubbiamente ti sarai accorto della diversità tra il monumento collocato e quello inaugurato. Qualora non l’avessi notato (o per chi non l’avesse notato) ti allego due fotografie fatte nei momenti appena detti.

Rassicuro te e anche chi stesse leggendo: non voglio proporti il classico giochino di indicare la Differenza; quello sarebbe un compito veramente arduo.   La domanda è un’altra: perché c’è la Differenza?

Non voglio tirarla a lungo, e quindi ti dirò  della mezza ideuzza fattami della faccenda, la quale in fin dei conti, è semplice e plausibile, ed esprimibile cosi: colpa di Dan Brown! Si, proprio quello del Codice da Vinci, Angeli e Demoni, per citare le sue opere più famose.  Sicuramente il nostro scalpellino alcamese durante la realizzazione dell’opera leggeva qualcuno di questi libri, e tu sai quanto sono coinvolgenti; Il nostro artista, magari inconsciamente e compulsivamente,  ha realizzato sul monumento in lavorazione, in bassorilievo,  i simboli della Massoneria Universale. Poi, al momento della collocazione, rinfrescato dal dolce zefiro spirante a Partanna quel pomeriggio del 5 agosto 2013, ha preso coscienza del grave misfatto compiuto! Riavutosi, sperando di togliere e di non aver causato qualche imbarazzo (ma a chi?), nottetempo armato di scalpello e mazzuolo (altri strumenti e simboli della massoneria) è ritornato sui luoghi,  e lavorando la pietra non più grezza, ha rimesso tutto a posto. Ecco, secondo me,    i fatti sono andato proprio cosi!

Lo so Direttore, può sembrare strano, ma altre congetture è difficile farne. Certo, quei pochi Partannesi  solitamente bene informati di tutto penseranno a chissà quali oscure e complicate vicende,  e mi vedranno come un creti… un ingenuo! Alcuni tuoi Lettori immagineranno perfino collegamenti con la politica! Sono completamente fuori strada!

Come possono pensare ai nostri Amministratori, oppressi dalla fatica di governare  il Paese e con tutto il loro da fare, immischiati in faccende cosi miserrime. Questa ipotesi è fantasiosa, mio caro Direttore. Pensa a quanto ho scritto sulla  massoneria di Partanna, sempre nelle pagine di Kleos!

Mio caro Nino, quelle cose di cui ho scritto, spero le ricordi,  sono cose serie! In quelle poche note c’è una pagina di storia del nostro comune! I nomi dei fondatori della loggia massonica Giuseppe Mazzini di Partanna, nella stragrande maggioranza, sono riportati, da artistica mano, nei quadri appesi nella stanza del Sindaco! Addirittura il compianto storico locale, Cicco Saladino, a un massone partannese, dedicò un libro: Vito Cusumano. E un nostro sindaco, credo l’on. Culicchia,  ne fece collocare il busto marmoreo nella villa comunale! L’altro nostro compaesano, storico locale per antonomasia, Varvaro Bruno, scrisse Partanna illustre per i suoi figli, dove tratteggia il profilo di dieci illustri partannesi: buona parte massoni!

Quindi, come vedi, mio caro Nino, la storia, quasi recente, di Partanna è fatta anche dai massoni (nel bene e nel male), e quindi come pensare a qualcuno della nostra classe politica intento a far cancellare quei simboli (sempre inseriti dall’attività compulsiva dal nostro scalpellino)?

Anche in tempi più recenti, la nostra Partanna,  ha voluto onorare un suo figlio, rinomato massone: Girolamo Palermo Patera,  attraverso la pubblicazione  il libro “Mommo è la sua Partanna,  l’uomo, il poeta, il letterato” autori  Francesco La Rocca, Vito Zarzana, Peppuccio Varia, e Mommo Marchese. E poi, se i massoni sono così influenti, come si dice, avrebbero fatto demolire i loro stessi simboli? No, caro Direttore, vedi la storia non può essere andata così, non funziona!

Certo, altri tuoi lettori potranno liberamente pensare agli Americani (certamente i soliti comunisti!). Anche questa ipotesi, mio caro Direttore, sa di fantasy! Perché gli amici americani della Concordia avrebbero dovuto far togliere quei simboli? Non è possibile, anche per la loro storia! Ti racconto un solo episodio.

Prendi a esempio uno dei sindaci del nostro comune, della prima metà del 1900, arrivato ad essere sottosegretario alla marina mercantile con il governo Giolitti:  l’Onorevole Nicolò Tortorici. Anche lui massone, e massone di rango! (A. Mola, Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, ottobre 1992). Dunque, siamo nel 1909, il Tortorici subisce gravi abusi e prepotenze, a Castelvetrano. Il circolo La Concordia di New York, sempre vicina alle vicende della propria terra d’origine, apprendendo la notizia probabilmente dalla loggia massonica Giovanni Bovio di New York con cui è in strettissimo contatto (si scambiano financo gli inviti per le feste di ballo),  sente il bisogno di votare, in mezzo a fragorosi applausi ed evviva, l’invio di un telegramma al Tortorici e la pubblicazione di un messaggio di solidarietà sia su giornali americani e sia su giornali italiani, dando così un grande rilievo della loro vicinanza all’On. Tortorici. Certo, cambiano i tempi, cambiano le idee…

E poi, caro Direttore,  in America la massoneria ha un rapporto esplicito e chiaro con la società in cui vive. Ricordiamoci: i firmatari della dichiarazione di Indipendenza Americana erano quasi tutti massoni, massoni i famosi astronauti Neil Armostrong e Edwin E. Aldrin (hanno messo entrambi piede sulla luna), massone John Wayne, e poi nel dollaro c’è uno dei simboli classici della massoneria: la piramide. E ancora, caro Direttore, in America la massoneria organizza feste da ballo e l’elezione delle varie miss: eleganza, bellezza, bikini, ecc. Per i massoni americani, non c’è nulla di strano nel mostrare palesemente i loro simboli, non hanno quel senso di “mau mau”  tipico italiano. Quindi, certamente non loro hanno fatto la Differenza.

A conclusione: la solo ipotesi plausibile resta quella dello scalpellino!

I lettori di diverso pensiero potrebbero, volendo, farcelo sapere attraverso le pagine del tuo giornale.

Ti ringrazio per l’ospitalità (spero) e auguro buon lavoro.

Stefano Cascio



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