Cannabis Sativa in terapia del dolore e Sclerosi Multipla

E’ da più di due anni che cerchiamo di far conoscere ed apprezzare le proprietà terapeutiche potenziali del regno vegetale, delle ottime caratteristiche funzionali che esso può avere sul nostro organismo, spesso con proprietà inaspettate, utili per la nostra vita, per il nostro benessere, e che magari non ce lo aveva neanche detto il nostro medico curante….sì perchè le migliori scoperte si fanno per caso, come per caso è stata scoperta la penicillina da una muffa, è stata trovata la terapia del carcinoma dei tessuti molli da un’alga, individuata una potenziale terapia per il carcinoma della prostata (Thapsia garganica, articolo di ottobre 2012) da una pianta erbacea del Gargano, ecco che per caso è stata trovata utile la canapa indiana (Cannabis indica) per il sollievo dell’ipercontrattilità muscolare provocata dalla Sclerosi Multipla e del dolore cronico. Sì, perché bisogna sapere che la Sclerosi Multipla è una malattia soggettiva, c’è infatti chi riesce a portare avanti una vita in modo autonomo, dignitoso, magari lavorando, costruendosi una famiglia e convivendo con una malattia che invece in molti casi porta subito a gravi disabilità fisiche e sconvolgimenti di vita paragonabili ad una bomba atomica nel cervello, ed invece chi da subito, purtroppo, tende a rimanere vittima della propria patologia e piomba in uno stato di alienazione causato da rigidità, spasticità e indolenzimento continuo. Situazioni che non hanno fine e sia di giorno che di notte costringono tantissime persone a restare immobili e allettati perché i muscoli contratti provocano fitte lancinanti e rendono impossibile qualsiasi movimento e azione quotidiana dando la sensazione dell’accorciamento dei nervi che provocano addirittura inappetenza. L’efficacia farmacologica dei cannabinoidi è ormai provata da studi universalmente condivisi. I medicinali che li contengono sono indicati inoltre nel trattamento farmacologico della nausea e del vomito in pazienti affetti da neoplasie e Aids (trattati con farmaci antiblastici e antivirali). Vi sono anche studi riguardanti l’attività antidepressiva, anticonvulsivante, antispasmodica, antitumorale e stimolante l’appetito. I cannabinoidi hanno un effetto analgesico, e pertanto agirebbero in sinergia con gli oppioidi. Gli effetti collaterali sono minimi, e comunque, così come per gli oppioidi, non è riportata alcuna tossicità d’organo. La Cannabis sembra avere indiscutibili effetti benefici sul nostro organismo, il segreto risiederebbe nel mix di oltre 400 composti, in particolare due i principi attivi che renderebbero la cannabis un’ottima soluzione come terapia contro dolore e rigidità. Si tratta del delta-8-tetraidrocannabinolo e del delta-9-tetraidrocannabinolo, che agiscono sul sistema nervoso centrale, inducendo il rilassamento dei muscoli e scatenando un’azione antinfiammatoria. Per questa sostanza non esistono controindicazioni: non esiste alcun caso di decesso a causa di intossicazione e la tossicità del THC è così bassa che anche enormi quantitativi non causerebbero effetti collaterali dannosi. Si tratta del medicinale perfetto? Non proprio, perché per assumere cannabis si deve pur sempre fumarla, spesso mischiandola al tabacco: ciò aumenta il rischio di cancro o altre malattie polmonari. Tuttavia sta per entrare adesso in commercio un vaporizzatore che permette di inalare la cannabis senza fumarla, eliminando i cancerogeni, e biscotti e altri alimenti alla marijuana. Mangiare cannabis causa effetti molto differenti sul sistema nervoso: arrivano molto più lentamente finché la pianta viene digerita, durano di meno ma sono più intensi. La scelta tra inalare o mangiare dipende dal tipo di trattamento e viene consigliata dal proprio medico (se risiedi in Toscana però, in quanto è la prima ed unica regione italiana dove è consentito l’uso terapeutico della cannabis, a quando la Sicilia?). Per fortuna a livello nazionale è in vendita un farmaco a base di cannabinodi, il Sativex, spray oromucosale composto dai due principi attivi THC che vengono estratti dalla pianta Cannabis sativa. Questo spray viene indicato come terapia aggiuntiva per i pazienti con spasticità da moderata a grave della sclerosi multipla. Ma questi ultimi possono usufruire del farmaco solo in caso di una risposta non adeguata ad altri medicinali anti-spastici e se hanno mostrato un miglioramento clinicamente significativo dei sintomi associati alla spasticità nel corso di un periodo di prova iniziale della terapia. Lo spray è a carico del sistema sanitario nazionale, soggetto a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta su prescrizione da parte del neurologo e disponibile in Italia presso le farmacie ospedaliere. A chi dice che fa male e provoca anche euforia, beh anche se fosse, che problema ci sarebbe se un malato che non cammina, che non mangia più da solo, che non riesce autonomamente a gestirsi si sente ‘euforicamente’ meglio? Chi trae un danno da tutto ciò? Il medico che ti vede per la ricetta della canapa solo una volta al mese e che magari nemmeno crede nella terapia che fai? O quei (ormai certamente pochi e in fase di scomparsa) medici compiacenti che non ricevono più omaggi dagli informatori farmaceutici? “Ai posteri l’ardua sentenza…..”, un caro saluto e tanti auguri di buone feste in salute e felicità.

Fabrizio Barone



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