La Relazione di Coppia e la Sessualità: Regalami un po’ di te

La sessualità è un’energia vitale e multiforme al mondo delle emozioni, delle fantasie e delle sensazioni corporee. E’ un fenomeno complesso che vede coinvolte influenze psicologiche, biologiche e culturali. Non è riducibile al sesso e, soprattutto, alla genitalità. Gli organi sessuali sono lo strumento di funzioni psico-corporee molto più ampie che sono parte integrante del vasto sistema di espressione dell’uomo. Tutti i nostri sensi, infatti, contribuiscono ad incrementare e favorire il rapporto sessuale, tuttavia, il più erotico e importante organo sessuale è il “cervello”.

Le sensazioni piacevoli che si sperimentano durante un rapporto sessuale hanno, infatti, sede nel cervello anche se sembrano provenire dagli organi sessuali. La sessualità è, dunque, un evento che interessa la totalità del corpo, ma non solo: è il luogo in cui si realizza l’unità mente-corpo. Il rapporto sessuale, infatti, all’interno della relazione di coppia va ben oltre il semplice congiungimento fisico: è un congiungimento psichico, è gioco, relazione, comunicazione, scambio di piacere. Luogo di incontro di due universi, della vicinanza emozionale tra due persone, delle attenzioni reciproche, della fiducia, della comunicazione aperta dei sentimenti, il rapporto sessuale può essere, quindi, espressione del proprio sentimento d’amore verso il partner nell’atto di donarsi reciprocamente: è, in questi casi, una fusione di due corpi ma soprattutto di due anime. L’unione con l’altro sesso potrebbe essere definita una “coniunctio psichica”, una unione, cioè, con il compagno o la compagna dell’altro sesso nell’ambito del proprio mondo interiore e con chi ne porta l’immagine nel mondo esterno. Di fatto, tutto ciò che nella psiche vi è di latente, di non vissuto, d’indifferenziato, tutto ciò che si trova ancora nell’inconscio viene proiettato, e si sperimenta il proprio fondamento etero-sessuale primigenio in un altro. Si sceglie un altro e ci si lega a lui perché quest’ultimo rappresenta le proprietà della propria psiche (Jung, 1916, 1928). La sessualità in tal senso diviene luogo privilegiato dell’intimità con l’altro e, in ultima analisi, con se stessi (Pasini, 2002). La fiducia di base, la sensazione di sentirsi rispettati, protetti e ascoltati in una atmosfera quasi surreale, permette ai membri della coppia di mettere a nudo (in tutti i sensi) parti della propria personalità nascoste. Aspetti di sé ancora inconsci trovano l’occasione per venire a galla proprio nell’incontro sessuale con l’altro. I partner si riscoprono, a volte, piacevolmente diversi da come appaiono nella quotidianità, altre volte, invece, prendono dolorosamente contatto con aspetti o conflitti non risolti propri o della persona che hanno accanto. In tal senso il rapporto sessuale si costituisce come promotore di conoscenza soggettiva e intersoggettiva. Spesso la sessualità spaventa, per gli Occidentali assomiglia ad una prova, ad una prestazione che, in quanto tale, richiede competitività con se stessi e con il partner. Non a caso si parla di “prestazioni” sessuali. Alcune ricerche recenti hanno messo in evidenza come tra i giovani ed anche tra gli adulti sia sempre più di moda il consumare velocemente i rapporti, dedicando poco tempo alla sessualità (prestando poca attenzione a ciò che dovrebbe accadere fuori dal letto e alla cura dell’altro), e scindendo sempre più i sentimenti dalla sessualità. Tale atteggiamento non di rado genera delle problematiche all’interno della coppia, che investono sia la sfera privata sia la sfera relazionale, e infine quella sessuale, in un circolo vizioso che non trova via d’uscita. In altre parole, si crea una rottura tra gli affetti, intesi come vita relazionale, e sessualità, intesa come sesso e intimità. Questi aspetti, invece, concorrono entrambi alla formazione di un rapporto sano e piacevole, non sono di per sé scindibili e si influenzano a vicenda.

Per quanto finora detto, il problema va ricercato ancora una volta negli aspetti psicologici profondi dei singoli. E’ probabile che molti siano spaventati dall’intimità (piuttosto che dal sesso, come si sarebbe portati a credere). La paura dell’intimità costringe, spesso, gli individui a mantenere un distacco emotivo dal partner tale da “rovinare il rapporto”. Viene da chiedersi: perché l’intimità impaurisce? In quanto costringe l’individuo a prendere contatto con parti di sé e dell’altro che si vogliono tenere lontane, si preferisce soffocare, perché si ha paura a manifestarle e condividerle, temendo che esse non vengano accettate dal partner ma rifiutate. Questa paura può palesarsi nei modi più disparati investendo a caso il lavoro, la vita privata, la sessualità ed infine il proprio corpo. Quando il grado di vicinanza diventa per uno dei due partner o per entrambi troppo rischioso, ecco che si può accendere un litigio, ci si può dedicare di più al lavoro, allo sport, si possono avere relazioni con altre persone, si ingrassa, ci si trascura fisicamente. I partner possono non essere consapevoli di tali meccanismi rimproverandosi a vicenda, sentendosi rifiutati, arrabbiati, depressi o confusi con conseguente allontanamento emotivo dell’altro. Quando c’è la paura di costruire una relazione intima, è possibile che uno dei due partner perda improvvisamente interesse per l’altro, che saltino fuori tutti i difetti di quest’ultimo, tutte le sue mancanze. E’ possibile anche che si assuma un atteggiamento tale da indurre l’altro ad interrompere la relazione. Il rapporto assumerà comunque caratteristiche distruttive per entrambi, soprattutto se è solo uno dei due a ricercare la vicinanza mentre l’altro la sfugge.

Anche il proprio corpo, spesso luogo di manifestazioni somatiche di conflitti intrapsichici, risentirà di questa situazione. Ecco allora comparire i problemi sessuali, la difficoltà a raggiungere il piacere di uno dei due, il vaginismo, la mancanza di sintonia fisica.

L’origine della paura dell’intimità può essere ritrovata in carenze affettive durante l’età evolutiva, in delusioni connesse alle prime relazioni intime dell’infanzia. Si tratta di persone che non hanno sviluppato la cosiddetta “fiducia di base” verso i genitori o le figure di riferimento dell’infanzia e che hanno, dunque, difficoltà ad avere fiducia negli altri e a desiderare l’intimità, anche se apparentemente ricercano la vicinanza e dichiarano di soffrire di solitudine. La sessualità può assumere così un duplice ruolo: da un lato quello di causa scatenante della paura dell’intimità, dall’altro quello di contesto in cui i sintomi di tale paura trovano occasione per manifestarsi. Per questo, lungi dall’essere un’effimera ricerca del piacere, la sessualità nella coppia, diviene chiave di volta dell’intero processo di crescita che investe tutta la coppia ed in ultima analisi la persona.

Vi starete chiedendo: Allora, cosa fare? Vi rispondo che il fattore più importante per una sessualità soddisfacente è la consapevolezza. Una sessualità soddisfacente implica l’essere liberi e aperti allo scambio di emozioni con l’altro, senza difese o timori, il che vuol dire “ascoltare” i sentimenti, i pensieri e le sensazioni corporee proprie e altrui. Di fatto la sessualità si prepara fuori dal letto, negli atteggiamenti della vita quotidiana. Bisogna partire dal cambiare il nostro agire mentale, riscoprire la nostra interiorità, l’importanza dell’intimità, riscoprire il proprio corpo e quello del partner attraverso i gesti e le parole per stabilire una profonda intesa sessuale.

Marilena Pipitone


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