libri: Vito Piazza, Il Manuale dell’Antidirigente, Edizioni Erickson

Alla Erickson, la più prestigiosa casa editrice in campo educativo e rieducativo Vito Piazza è di casa fin dalla nascita, quando come ama dire lui, “scrivevamo i libri col ciclostile”. Alcuni libri e poi il “boom” con INSEGNARE DOMANI del duemila: 80.000 copie vendute. E là, a Trento, i nostri connazionali più tedeschi che italiani chiamano Vito il loro “Big Author” vale a dire l’autore di punta. E se oggi abbiamo acquisito una maggiore cultura della comprensione per i gravi disabili, lo si deve anche al suo INSEGNANTE DI SOSTEGNO adottato in tante Università Italiane. Una vita dedicata all’handicap (a Brescia esiste una scuola montessoriana che si ispira ai principi espressi nel Maria Montessori, la via italiana all’handicap, l’autore è stato responsabile per tutta l’ALTA ITALIA per l’integrazione) non può non provocare una sorta di dissonanza cognitiva.
Perché questo libro contro i Dirigenti Scolastici?
– No, non è un libro contro i Dirigenti scolastici. E’ un libro contro i “cattivi” Dirigenti. Coloro che una volta arrivati “ acchiananu ncapu la cartedda di la munnizza e si mettono a comandare per il gusto di comandare. Della scuola non gliene fotte niente, non sanno che farsene dell’autonomia, sono leader patologici cui la legge sulla buona scuola ha dato poteri di vita e di morte sugli insegnanti. Bisogna riscoprire il valore di buono e di cattivo: non è materia solo per bambini.
Non pensa di esagerare?
– Assolutamente no. Da insegnante (avevo 19 anni) vinsi il concorso a Milano e trovai un ambiente in cui gli insegnanti erano tutti nordici. Era il periodo in cui Geno Prampolini distingueva gli italiani tra “nordici” e “sudici”. Era il periodo( 1963) in cui alle case erano affissi cartelli del tipo NON SI AFFITTA AI MERIDIONALI. E’ vero, ero uscito da quella perfetta fabbrica di asini che era l’Istituto Magistrale( poi competitor del Club mediteraneè) Ma ce la misi tutta per migliorarmi. Ebbene, l’ostacolo maggiore era il Direttore.
In che senso?
– Le riunioni non erano Collegi, ma “Adunanze”, due volte all’anno. Non c’erano regole, c’erano ordini. Alla fine un giudizio inappellabile: insufficiente, sufficiente, buono, distinto e per tutti i conformisti OTTIMO. Ora c’è un pericoloso ritorno all’autoritarismo. Grazie a questi dirigenti la scuola elementare è calata- indagine OCSE- dal quinto posto al trentaseisimo nel mondo. Come si dice?: “Lu pisci feti di la testa”.
Ispettore, lei scrive nel suo libro: “I dirigenti che vedi in giro sono sempre in grugniti, seriosi, indaffarati, più che impegnati, impregnati di carte e di pensieri, di preoccupazioni, mancano di umorismo e se raccontano barzellette, a ridere sono solo i membri della loro ‘corte’. Non hanno tempra o l’hanno perduta cadendo nella loro stessa trappola. E quei pochi che hanno carattere, hanno un pessimo carattere. E si svegliano con il problem solving e e il decision making che già si presentano loro con urgenza”.
Su cosa basa giudizi così severi?
– Anche se nemo propheta in patria e tutti si ostinano a chiamarmi DIRETTORE (e io rispondo: ma io ti ho mai offeso? Perché mi dai del direttore?) io Il dirigente superiore con funzioni ispettive l’ho fatto davvero e in 22 anni ho ispezionato più di 500 scuole sparse in tutta Italia. Ci sono le mie relazioni ufficiali protocollate. Ho fatto parte dei 7 che hanno avviato la legge sui moduli creando 150.000 posti di lavoro. Ho visto DS che favorivano le aule di sostegno, usare gli “handicappati” per mantenere l’organico, effettuare voti di scambio, ho visto DS imbrogliare con il tempo pieno, Ds alcolizzati, Ds che fanno carriera secondo il principio di Peter
– Non entriamo nel tecnico, per favore…Il principio di Peter consiste nel promuovere ad una grado sempre più alto fino ad arrivare ad un grado in cui si è incompetenti. In Sicilia è molto diffuso.
Eppure lei ha formato e continua a formare Dirigenti pure da noi. Non è in contraddizione?
– Seguendo il mio Sciascia (contraddico e mi contraddico devo dire sì). Sì, ma ho il vantaggio che una volta arrivati al traguardo diventano omertosi (loro che dovrebbero insegnare la legalità) e non fanno mai il mio nome. E questo mi avvantaggia. Anche se “Partanna non è Palermo: qui si sa tutto”. E sono contento che non mi riconoscano: io non li ho formati per essere capetti, o caporali, ma guide: agenti di rinnovamento. Fare il Ds non è difficile – anche se gli attuali dicono di essere sempre impegnati, sconvolti, senza tempo -. Fare il ds democratico è molto difficile. Io in Italia ne ho conosciuti due o tre. Gli altri: o autocrati o servi del potere.- La ragione ultima di questo libro?
– Visto il male che ho fatto, ho voluto rimediare in parte e regalare un’arma di difesa agli insegnanti che sono migliori della scuola in cui abitano e anche a quei Ds che potranno sviluppare una sana ironia. Il libro è già arrivato alle 3000 copie vendute e la Erickson continua ad essere tempestata di richieste. Vuol scommettere che nella nostra zona non se ne venderà una copia?
Non sappiamo se accettare la scommessa-provocazione. L’ispettore che non ha peli sulla lingua ha detto una volta: “odio avere sempre ragione”. E’ partannese. Giusto: Nemo propheta in patria!


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