Lo Stress, «epidemia globale». Rhodiola Rosea, l’«antidoto»

Sarebbe curioso fare un sondaggio per capire quanti di voi pensano che lo stress sia un semplice stato d’animo e quanti invece siano consapevoli che sia un vero e proprio stato patologico del nostro organismo, diagnosticabile e curabile come un’infezione o una qualsiasi altra patologia da tutti riconosciuta. La parola “stress” fu introdotta in medicina per la prima volta negli anni Trenta dall’endocrinologo Hans Selye: “lo stress è una reazione tipica dell’organismo sollecitato da una serie di stimoli esterni che mette in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattativa”. Una nostra definizione invece potrebbe essere “pressione percepita nel fronteggiare situazioni inaspettate, difficili, forti emozioni, o più semplicemente cambiamenti della normale vita quotidiana”. La risposta allo stress, negli esseri viventi, è un elemento fondamentale per la sopravvivenza della specie. Ma come si fa a testare farmaci per lo stress? Semplice, si devono provocare una serie di eventi nocivi, fastidiosi, insopportabili, nell’animale da laboratorio. In queste particolari situazioni provocate, eseguendo un semplice dosaggio del sangue dell’animale si nota una concentrazione enorme di un ormone, il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali assieme all’adrenalina: essi insieme procurano tutta una serie di eventi nel nostro organismo come ipertensione, battito accelerato, dilatazione dei bronchi, iperglicemia, calo delle risposte immunitarie. Nell’insieme queste condizioni non fanno altro che preparare l’organismo alla classica situazione di “combattimento o fuga”, descritta per la prima volta nel 1915 dallo scienziato Walter Cannon, il quale affermò che gli eventi esterni nocivi non fanno altro che predisporre l’organismo all’azione, che sia essa il combattimento o la fuga. Fin qui sembrerebbe tutto regolare, si potrebbe pensare che tutto ciò non porti a conseguenze, ma purtroppo non è così: esistono conseguenze a breve ed a lungo termine che sono senza alcun dubbio provocate dallo stress.

Tra le conseguenze a breve termine citiamo incapacità di concentrarsi, sbalzi d’umore, ansia, agitazione, mal di testa, fatica, spossatezza, calo della libido, nausea, dolore al petto, sbalzi dell’appetito, del sonno, isolamento dalla vita sociale; tra quelle a lungo termine ce ne sono delle gravi ed anche mortali, tra cui infarti, ictus, depressione, diabete di tipo 2, infertilità e infezioni sistemiche. Il collegamento tra stress e malattia cardiaca è ben consolidato: se lo stress è intenso, il battito cardiaco aumenta sensibilmente e le arterie sono sottoposte a tensione e danno. Anche le continue malattie da raffreddamento o altri tipi di infezioni possono essere riconducibili a stress: se il sistema immunitario è debole, l’organismo è maggiormente esposto ad infezioni. Tutto ciò ha portato l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) ad inserire la patologia Stress tra le cinque a maggior impatto sociale entro il 2020, definendola “epidemia globale”.

Allora come “fronteggiare” questo male del secolo? La risposta sta in una classe di composti chiamati “adattogeni”. Perché questo nome? perchè sono sostanze in grado di aiutare il nostro organismo ad “adattarsi” agli stimoli nocivi esterni che rappresentano lo stress. In fondo l’evoluzione è resa possibile grazie a continui adattamenti delle specie alle sempre nuove e continue sollecitazioni dell’ambiente esterno. L’anti-stress naturale di maggiori prospettive è rappresentato dalla Rhodiola Rosea (nella foto), una pianta medicinale che cresce ad elevate altitudini nel Nord Europa e Nord America. Essa è in grado di aumentare la resistenza corporea allo stress in quanto ha un’azione normalizzatrice sui cambiamenti patologici, produce una risposta aspecifica alle influenze esterne di tipo fisico, chimico e biologico. In ultima analisi è in grado di riportare nella norma i valori di cortisolo e di adrenalina circolanti anche dopo che l’organismo è stato sottoposto a stress. Nel 1775 fu introdotta per la prima volta in una Farmacopea Europea, quella svedese. Ad oggi l’estratto di Rhodiola è somministrato agli atleti olimpionici prima di performances sportive ed agli astronauti russi per aumentare la resistenza allo stress, il tono muscolare ed il vigore. L’assunzione di Rhodiola in compresse è consigliata quando si manifestano sintomi quali fatica o lievi stati d’ansia in seguito ad eventi imprevisti od improvvisi della vita, preferibilmente a stomaco vuoto per facilitare e massimizzare l’assorbimento. Il periodo totale di assunzione non dovrebbe superare le 2 settimane e dovrebbe essere evitato in stato di gravidanza o allattamento.

Fabrizio Barone


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