L’ora legale

L’ora legale di Salvatore Ficarra e Valentino Picone, con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Vincenzo Amato, Tony Sperandeo, Leo Gullotta e Sergio Friscia,; Italia, 2017; colore, durata 92’; commedia.

Al coro di «democrazia portami via!» Ficarra e Picone inaugurano il loro ultimo film, L’ora legale, al cinema dal 19 gennaio. Il duo comico veste i panni di Salvo e Valentino, proprietari di un chiosco bar e cognati di Pierpaolo Natoli (Vincenzo Amato), pacato professore assai ligio al dovere, nonché candidato al ruolo di primo cittadino del fittizio paese siciliano di Pietrammare. Lo sfidante di Natoli è il sindaco uscente Gaetano Patanè (Tony Sperandeo), uomo dedito a larghi sorrisi di facciata che nascondono una politica corrotta ormai consolidata negli anni. I cittadini stanchi e arrabbiati sperano in un cambiamento ma non abbandonano quel sentimento di rassegnazione che fa loro sospirare: “qua le cose sempre così sono state e sempre così saranno”. Eppure la svolta arriva davvero e il Natoli vincitore inizia ad attuare, uno per uno, i punti del proprio programma elettorale. L’ora dell’onestà scocca a Pietrammare e coglie alla sprovvista i suoi abitanti, i quali si scoprono persino intolleranti a questo nuovo clima, abituati com’erano a lamentarsi usufruendo comunque dei vantaggi dell’illegalità. Un film corale ispirato ad una realtà piena di storture talvolta insospettabili, come quelle celate nell’apparente vittimismo del cittadino comune smascherato dall’occhio vigile della telecamera di Ficarra e Picone. I due registi palermitani, infatti, si focalizzano sui comportamenti di ogni personaggio, in quanto membro di una comunità, amplificandoli fino al paradosso, ottenendo così una commedia divertente e dal sapore grottesco. La comicità è la vera protagonista del film, una comicità garbata e incisiva, filtro di denuncia perfetto della società e della condizione in cui versa tutta l’Italia, non solo il Meridione. Si ride per riflettere e ammettere che è vero, nel nostro Paese ci trattano e ci trattiamo male, forse perché «con questa crisi che c’è, l’Italia l’onestà non se la può permettere.» L’amara conclusione non intacca il successo al botteghino, il film svetta subito le classifiche rimanendo ancorato al primo posto, con la speranza che nessuno degli spettatori continui a indossare quel cappotto consigliato da Gaetano Patanè per difendersi dal vento del cambiamento.

Elenia Teri


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