Papaya fermentata: elisir di lunga vita o geniale trovata commerciale?

Qual è il segreto dell’eterna giovinezza? Una domanda un pò impegnativa, ma tanto affascinante che un prodotto che ne lasci anche lontanamente intravedere la risposta è un prodotto di grande successo! Se poi si dimostra promettente nel combattere o prevenire l’insorgenza di malattie più o meno gravi legate alla vecchiaia e ad altri gravi malattie come l’Alzheimer ed il Morbo di Parkinson, allora questo prodotto diventa un fenomeno. Questo mese tratteremo il fenomeno Papaya fermentata. Prima di iniziare però vorrei spendere due righe per ringraziare chi ha dimostrato interesse verso la salute ed il benessere, scrivendomi e destando curiosità attraverso domande e richieste di approfondimenti, e l’argomento di questo mese è frutto proprio della maggior parte delle vostre richieste…come ogni fenomeno che si rispetti però, sarà giusto sottolinearne anche i limiti, per non suscitare troppe facili illusioni. Il fenomeno Papaya fermentata ha origini relativamente vicine: il principale artefice della popolarità di tale composto è stato Luc Montagnier, virologo e biologo francese vincitore del premio Nobel per la Medicina del 2008. Il professore fece scalpore quando dichiarò che, con una terapia a base di papaya fermentata, curò con notevoli miglioramenti il Morbo di Parkinson di Papa Giovanni Paolo II. La comunità scientifica fu subito dubbiosa riguardo tali convinzioni, in effetti non si vedevano miglioramenti della malattia e tantomeno si avevano dei riscontri dei promettenti risultati su larga scala. Ma torniamo a noi, la prima cosa che ci si chiede è la differenza biologica tra la forma fresca e quella fermentata della papaya: la prima è ricca di sostanze biologicamente attive quali la chimo papaina e la papaina, entrambi aventi funzione proteolitica (enzimi in grado di facilitare la digestione delle proteine); altre sostanze contenute in questo frutto hanno proprietà antinfiammatorie, anti-edema (impedisce e contrasta l’accumulo di liquidi) e leggermente diuretica. Ciò ne fa un ottimo alleato nel trattamento anticellulite e contro la ritenzione idrica. Inoltre la forma fresca della papaya è ricca di sostanze antiossidanti (licopene e carotenoidi) che rallentano i processi di invecchiamento cellulare e contrastano i radicali liberi. La forma fermentata è il risultato di un processo che parte da un frutto non ancora maturo, sottoposto ad un processo di fermentazione naturale reso possibile da microorganismi come batteri e lieviti, della durata di qualche mese. Passato questo periodo, il composto rimanente viene ridotto in una finissima polvere con caratteristiche quasi totalmente diverse, sia per composizione di principi attivi sia dal punto di vista nutrizionale. Gli enzimi digestivi, le vitamine e gli amminoacidi vengono annullati dal processo fermentativo, mentre rimangono gli zuccheri oligosaccaridi e le sostanze antiossidanti ed immunostimolanti. Per questa ragione la Papaya fermentata è utile in tutte quelle particolari situazioni in cui è risaputo si originano radicali liberi, ossia inquinamento ambientale, assunzione ripetuta di alcol, alimentazione squilibrata, nervosismo, affaticamento, fumo. In tali condizioni un anti-ossidante anti-radicalico è un alleato silenzioso e molto efficace. Inoltre a questi tipi di preparazione vengono attribuite, senza riscontri scientifici, capacità di combattere malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative, osteoporosi, fino alla capacità di curare il cancro. Il mondo della ricerca è molto cauto nel confermare queste caratteristiche, attualmente gli studi clinici effettuati sull’uomo che supportino tale tesi sono esigui. Non si può quindi escludere l’azione benefica della papaya fermentata, ma in assenza di prove, come in questo caso, non si può neppure verificare. Tengo a sottolineare, in conclusione, che alcune proprietà rimangono indiscutibili: dona energia grazie ad un alto numero di carboidrati di facile assorbimento, sali minerali e vitamine del gruppo B che facilitano il metabolismo proprio degli zuccheri. Il frutto fresco è indicato per affrontare i periodi di stress e di superlavoro, rende la digestione più facile ed annulla il senso di pesantezza dopo un pasto abbondante. Migliorando la digestione nello stomaco, riduce i cibi solo parzialmente digeriti, aumentando in tal modo anche il transito intestinale. Risulta essere tra i migliori anti-age, riducendo lo stress ossidativo causato dai radicali liberi, responsabili dell´invecchiamento, grazie al suo elevato contenuto di antiossidanti (circa 20 volte più potente della vitamina E). La sua azione immunostimolante è dovuta ad un’azione stimolante la produzione di macrofagi e di cellule NK (“Natural Killer”), che attivano una reazione citotossica e distruggono le cellule infette, rendendo il nostro sistema immunitario più reattivo. Il frutto, tonificante e ricostituente, è talmente ricco e concentrato da apportare all´organismo una percepibile carica energetica supplementare. Come ogni sostanza vegetale, è l’azione sinergica dei suoi molti componenti a determinarne le sue uniche proprietà. di Fabrizio Barone

 

 

 


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