Partanna, là dove l’indolenza regna sovrana

Se è vero che il grado di civiltà di un popolo è commisurato al suo grado di sensibilità estetica e di interesse per il patrimonio artistico della città, Partanna merita di vedersi collocata in fondo ad una ipotetica classifica di città civili. Dai fatti le prove. La Chiesa Madre cade letteralmente a pezzi e l’intero suo patrimonio artistico versa in un pietoso stato di degrado. Si continua a sperare nel fantomatico intervento di restauro già avviato. Ma intanto i lavori sono fermi da mesi e nessuno parla, nessuno muove un dito. Non parlano le massime istituzioni, se non per dire che “sarebbe giusto … bla, bla, bla”; non fa sentire la sua voce, magari con un semplice ordine del giorno, il Consiglio Comunale, pur così prolifero di interrogazioni e interpellanze … sul sesso degli angeli!. All’ignavia delle istituzioni, purtroppo, si associa l’ignavia delle nostrane vestali della cultura, in tutt’altre faccende affaccendate. In altri tempi, in un simile frangente, sarebbe sorto quanto meno un Comitato Cittadino per protestare, sollecitare, controllare. O tempora, o mores! D’altronde, cosa ci si può aspettare da un’opinione pubblica che non esprime alcun segno di disapprovazione nei confronti del “Tipico & Friends” tenuto nel Chiostro delle Benedettine (anzi applaude e … gozzoviglia!); che resta nell’indifferenza totale di fronte all’obbrobrioso innesto di un “abbeveratoio” effettuato a ridosso del Castello, della serie “come ti sfregio una piazza”. Intendiamoci, non che abbia qualcosa contro il “tipico & friends” o contro le fontane. Ma ogni cosa va adeguatamente contestualizzata. Il “tipico e friend”, ad esempio, andrebbe bene negli ex magazzini di Villa Lentini o, al più, nelle sale delle botti del Castello Grifeo: al Chiostro delle Benedettine si addicono manifestazioni culturali. Quanto alla fontanaccia, se proprio non si poteva dir di no a chi doveva disfarsene, era da collocarsi, al più, in piazza Dante o a piè della chiesa di S. Rocco. Senza dire che in piazza Castello con quei soldi si sarebbe potuto operare, invece, un intervento conservativo sulla precaria facciata della chiesa di Gesù e Maria. Ma tant’è!.


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