Piera Aiello, testimone di giustizia partannese, al Magistrale di Partanna per il suo libro “Maledetta Mafia”

Zarzana, alunni e Lucentini

PARTANNA – “Una mia grande gioia sarebbe che mia figlia, che ha 25 anni, si innamorasse di un partannese onesto, tanto è il legame che mi tiene attaccata a questo paese. E’ vero, mi sono venduta la casa, ma non mi vendo il cuore”.

Queste alcune delle frasi piene di sentimento e di nostalgia dette da Piera Aiello che ha presentato assieme ad Umberto Lucentini il libro “Maledetta Mafia” nell’Auditorium “Leggio” dell’Istituto Superiore “Dante Alighieri”, la scuola superiore della “sua” Partanna, diretta dal preside Vito Zarzana, dove numerosi studenti hanno letto brani del libro ed altri le hanno rivolto alcune domande.

Come mai la presentazione del libro proprio a Partanna? “Non ho paura – ha detto Piera Aiello, testimone di giustizia  “blindata” che vive in qualche parte d’Italia sotto altro nome – del mio paese e dei miei concittadini; non ho paura perché non ho fatto nulla di male. Non sono qui per sfidate la malavita, ma per fare un’opera di testimonianza di legalità. La mia testimonianza, di legalità a 360 gradi, infatti, non doveva finire solo dentro un’aula di tribunale”.

Facendo riferimento al periodo elettorale in cui si deciderà il futuro sindaco di  Partanna, Piera Aiello ha detto esortando i giovani a non fare compromessi: “Non accettate voti di scambio e siate voi stessi; è bello mangiare pane e cipolla partannese che è dolce”.

Piera Aiello, vedova di Nicola Atria figlio di don Vito Atria, entrambi uccisi dalla mafia nella guerra degli anni Ottanta-Novanta, testimone di giustizia come la cognata Rita Atria, manda un messaggio ai giovani partannesi, uno dei quali ha ribadito che di lei e di Rita Atria si parla poco a scuola e molto poco in paese:  “Voi giovani ci abitate, a Partanna, per fare trionfare la legalità, dovete coinvolgere i vostri genitori, le persone oneste siamo di più di quelle disoneste”.


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