Precauzioni da raggi solari e da alte temperature

L ’anno scorso di questi tempi abbiamo parlato degli effetti che l’esposizione ai raggi solari poteva provocare al nostro organismo. Anche quest’anno siamo attirati dal sole, ma ci soffermeremo su quelle particolari categorie di persone a cui il sole, e più in generale le eccessive temperature, possono provocare dei danni. La fascia di popolazione di gran lunga più a rischio è quella degli anziani per vari motivi, tra cui un organismo molto più propenso alla disidratazione, soggetto a problemi cardiovascolari e, comunque, con un metabolismo che meno riesce ad adattarsi a temperature estreme. Anche i bambini sono una categoria a rischio ma di gran lunga più gestibile, in quanto basta proteggere in modo adeguato la loro pelle delicata dai raggi ultravioletti ed integrare grosse quantità di liquidi con una giusta alimentazione ricca di fibre, vitamine e sali minerali. I colpi di calore possono colpire chiunque perché l’organismo ci mette alcuni giorni ad abituarsi ai cambiamenti climatici. La prima linea naturale di difesa del nostro corpo è la respirazione: inspiriamo aria calda, ma buttiamo via aria ancora più calda, in tal modo la temperatura corporea tende ad abbassarsi. Sarebbe consigliabile evitare pasti molto abbondanti in quanto aumentare il nostro metabolismo aumenta l’afflusso di sangue negli organi interni, aumentando di conseguenza la temperatura. L’ovvietà del mese ma che per completezza devo scrivere è quella di bere molta acqua, anche due litri al giorno, e preferibilmente integrarla con sali minerali tipo potassio e magnesio, che perdiamo in grande quantità col sudore e che è difficile riacquisire con la dieta. Anche la scelta dei vestiti è importante: gli abiti a fibra sintetica o che comunque non fanno traspirare il sudore, sono dannosi, perché incrementano il senso di umidità della pelle e quindi la percezione di calore. Tutto ciò che rende umido l’ambiente a contatto con la pelle, aumenta la percezione di calore; perdere liquidi è un altro meccanismo di difesa del nostro corpo (l’evaporazione comporta calo di temperatura). Anche chi di solito suda poco perde comunque molti liquidi e sali minerali sotto forma di vapor acqueo, dunque nessuno è esentato dal reintegrare i liquidi. Per quanto riguarda chi soffre di ipotensione fa bene a sapere che il calore provoca vasodilatazione, ossia un aumento del calibro delle nostre vene ed arterie, il che porta ad abbassamento di pressione. Questo è il meccanismo per cui in estate questa categoria di gente si sente spesso spossata e soffre di frequenti capogiri: la soluzione come al solito sta nell’alimentazione, mangiando cibi salati e ricchi di fibre, in modo da poter trattenere più acqua possibile, aumentare il liquidi circolanti e dunque anche la pressione del sangue. Un accenno ai farmaci fotosensibilizzanti, di cui al contrario dei concetti espressi nella prima parte dell’articolo, non si sente parlare tanto, ma che rivestono un’importanza non trascurabile per la nostra salute. Per “fotosensibilità” si intende una reattività esagerata ad esposizioni solitamente innocue di radiazioni solari. Le conseguenze di queste reazioni sono varie ma comunque simili a quelle di una intensa scottatura solare (comparsa di eritema, edema, formazione di vescicole), solitamente limitata alle aree del corpo maggiormente esposte (l’apice delle orecchie, il naso, le guance, la nuca, gli avambracci e il dorso delle mani). In alcuni casi la reazione si può estendere a tutto il corpo. Farmaci e sostanze fotosensibilizzanti possono indurre fotosensibilità sia con meccanismi diretti per cui è necessaria la loro presenza a livello cutaneo, sia per effetto sistemico, con trasformazione anomala di un farmaco che circola nel sangue. In questo caso il farmaco o il suo metabolita, agendo come cromofori, assorbono energia dalla radiazione ed entrano in uno “stato eccitato”, ossia ad alto contenuto energetico. Quando si ristabilisce lo stato energetico di base, l’energia assorbita viene trasferita alle molecole dei tessuti adiacenti con conseguente loro danneggiamento. Si possono formare infatti radicali liberi o foto-prodotti tossici che si legano al DNA o alle membrane cellulari, manifestandone il danno come una intensa scottatura che compare da qualche minuto a qualche ora dall’esposizione e si risolve in 2-4 giorni. L’elenco dei farmaci per i quali sono stati segnalati effetti di fotosensibilizzazione è molto lungo e via via si arricchisce di nuove molecole per cui non potrà mai essere esaustivo, bisogna leggere bene il foglietto illustrativo. Perché si sviluppi fotosensibilità è necessaria la contemporanea esposizione al farmaco e alle radiazioni del sole. Quindi la scomparsa della fotosensibilità si può verificare sia con una protezione dalle radiazioni che con la sospensione del farmaco o dell’agente scatenante. La seconda opzione è certamente preferibile. Tuttavia, mentre è molto semplice evitare l’uso di profumi, lozioni, deodoranti prima di esporsi al sole, lo stesso non si può dire per i farmaci che, il più delle volte, non si possono sospendere. In questo caso le misure profilattiche da adottare devono prevedere di evitare il più possibile l’esposizione alla luce solare, soprattutto nelle ore di più intensa irradiazione (tra le 10 del mattino e le 15) e comunque di utilizzare protettivi solari per le aree del corpo che rimangono ugualmente esposte. Buona estate!.

Fabrizio Barone


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