Monthly Archives: Gennaio 2017

Kleos…verso i suoi dieci anni di vita!

I collaboratori di Kleos il 28 dicembre 2016 si sono riuniti – molti gli assenti – nei locali delle Baccanti di Partanna per fare il punto della situazione del giornale e per festeggiare la fine del nono anno consecutivo di attività e l’inizio del decimo. E’ motivo di orgoglio che per nove anni consecutivi la rivista sia uscita con cadenza regolare e in tutti i paesi dell’ex provincia di Trapani compresi tra Calatafimi-Segesta e Mazara del Vallo e in alcuni centri dell’agrigentino come Ribera e Menfi. E’ stato ribadito che Kleos è ora anche una associazione culturale che cercherà di fare la sua parte per favorire lo sviluppo culturale del territorio. Dopo il resoconto dei successi e delle difficoltà incontrate fino ad ora, è avvenuto lo scambio degli auguri, con selfie finale.

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Non c’è emergenza per la Meningite

E’ emergenza o non è emergenza? La domanda si pone perché le notizie in questo ultimo periodo si rincorrono veloci, come veloce è il decorso della terribile patologia provocata dal Neisseria Meningitidis, caratterizzata da rigidità della nuca, nausea/vomito, febbre alta con periodo di incubazione da 1 a 10 giorni.

Se da un lato il Ministero della Salute si affretta a placare gli animi, ricordando che non essendo stati raggiunti i 2 casi ogni 100.000 abitanti non siamo ancora in emergenza sanitaria, è anche vero che le riunioni tecniche per fronteggiare il problema ci sono già state, e vi hanno preso parte oltre che i tecnici del ministero anche i referenti dell’Istituto Superiore di Sanità, dei NAS dei carabinieri che si occupano di emergenze sanitarie, dell’Agenzia Italiana del Farmaco e della Regione Toscana, il territorio attualmente più colpito. D’altra parte giornali e televisioni non hanno nascosto la notizia, tant’è che sono noti i casi della Toscana, dove a Livorno sono in arrivo 5.000 dosi di vaccino, di Napoli dove è stata ricoverata una ragazzina di 13 anni, della Puglia a Barletta è stato ricoverato un senegalese di 43 anni, di Treviso, di Palermo, ma potrei purtroppo elencarne ancora molti altri. Dunque la patologia non è circostanziata in un piccolo territorio, ma ormai dovremo ragionare su base nazionale. Sempre più aziende sanitarie esortano alla vaccinazione “per via precauzionale” soprattutto tra le fasce d’età dai 13 mesi in su e tra gli adolescenti (13-19 anni), essendo considerate categorie più a rischio sia per via del sistema immunitario più fragile, sia perché si è più portati alla frequentazione di luoghi promiscui ed a stare a distanza più ravvicinata, ossia uno dei fattori di rischio più rilevanti per la diffusione di un batterio che si diffonde nell’aria dalle esalazioni e dai respiri.

Ma c’è una seconda domanda che ci angoscia ancora di più ed è fonte di dibattito, a volte anche molto acceso tra gli esperti: per quale ragione si stanno manifestando tutti questi casi a distanza di tempo così ravvicinata? C’è chi pensa all’esplosione del fenomeno-immigrazione, più che altro perché proprio nelle zone di più frequente provenienza dei migranti si è riscontrato il più alto tasso di diffusione della malattia: tale motivazione è però fortemente respinta dagli esperti, o almeno da una parte rilevante di essi, che avvalorano la tesi del lungo ed estenuante viaggio fino alla coste europee che può essere fronteggiato solo da individui in piena salute. Purtroppo però non considerano i portatori asintomatici. Si pensa anche al continuo calo nel tempo delle vaccinazioni, che provoca o presumibilmente ha provocato una costante diminuzione dell’immunità acquisita verso il batterio: questa potrebbe essere una ragione plausibile, anche se da quando i casi si stanno susseguendo soprattutto i genitori dei bambini più piccoli stanno letteralmente prendendo d’assalto ospedali e studi di pediatria, e provvedendo in massa all’acquisto dei vaccini che in questi ultimi mesi hanno riscontrato un’impennata nelle vendite. Quindi si avrà anche un’impennata nell’acquisizione di immunità.

In conclusione il fenomeno è in evoluzione e di certo la situazione va attentamente monitorata in quanto si potrebbe sì limitare a casi limitati, ma è anche tecnicamente possibile che si possa superare la fatidica soglia dei 2 casi ogni 100.000 abitanti e quindi entrare in emergenza sanitaria nazionale. Il consiglio rimane la vaccinazione, che non evita il contagio ma attenua sensibilmente la virulenza in caso di infezione. La terapia antibiotica è preventiva per chi è entrato in contatto con casi sospetti o curativa in caso di infezione conclamata, ma purtroppo non è sempre risolutiva. Consiste in una tripletta di antibiotici che agiscono in modo complementare tra loro. Per il resto una raccomandazione particolare agli adolescenti: evitare la frequentazione di luoghi affollati, tipo discoteche o centri di aggregazione e per le scuole è auspicabile una seria programmazione comportamentale e di vaccinazione. A presto e Buon 2017 a tutti!

Fabrizio Barone

 

RISOTTO AI PORRI CON TARTUFO

 

IMG-20161212-WA0002a cura di Ina Venezia      Ingredienti: 300 g di riso, 2 porri di media grandezza, mezzo bicchiere di vino, 100 g di parmigiano grattugiato, 1 litro di brodo vegetale, 1 bicchiere di latte, 60 g di burro, 1 piccolo tartufo (bianco o nero), olio extravergine d’oliva, sale e pepe.

Affettate sottilmente la parte bianca dei porri e cuocete per qualche minuto in una padella con 30 g di burro, aggiungete un bicchiere di latte e fate continuare la cottura per circa 15 minuti. Nel frattempo fate tostare con un filo d’olio il riso in un tegame, sfumate con il vino e aggiungete il brodo in quantità doppia rispetto al riso. Coprite con un coperchio. A 5 minuti circa dall’inizio della cottura unite i porri e aggiustate di sale. Mescolate di tanto in tanto e, se occorre, aggiungete altro brodo. A cottura ultimata mantecate a fuoco spento con il burro rimasto e il parmigiano. Servite in piatti singoli, spolverando con pepe macinato fresco e guarnendo con fettine sottilissime di tartufo.

 

Partanna nelle relazioni “ad limina” dei vescovi di Mazara 

Introduzione

Il Concilio di Trento, oltre che sui problemi dottrinali, si concentra anche sui problemi disciplinari e istituzionali, riconfermando la suprema autorità del papa. In tale prospettiva, con la costituzione “Romanus Pontifex”, emanata da Sisto V il 20 dicembre 1585, viene ripristinata la prassi della “Visita ad limina”, cui tutti i vescovi sono tenuti con periodicità diversa a seconda della distanza da Roma. Tale “visita”, che per la Sicilia ha cadenza triennale, viene accompagnata da una “relazione” che ha lo scopo di far conoscere alla Sede Apostolica la situazione della relativa Diocesi.

Relazioni del Vescovo Luciano de Rubeis

La prima relazione della Diocesi di Mazara risale al 20 Aprile 1590 ed è prodotta da mons. Luciano de Rubeis. In essa, Partanna, sotto l’aspetto religioso, viene descritta come “una Terra in cui si censiscono circa quattro mila persone sotto il regime di un Arciprete, da cui, insieme ad un Cappellano coadiutore, si amministrano i sacramenti; nella Maggior Chiesa si celebrano poco i Divini offici, sia notturni che diurni”. Interessanti appaiono, dal punto di vista storico, le annotazioni relative alla consistenza organizzativa della Chiesa locale: “Ha due Monasteri maschili, dell’ordine di San Francesco e del Carmelo, e non poche Confraternite di laici maschili, e anche un Monastero di Monache dell’ordine di San Benedetto, di cui si osserva una strettissima clausura e si esercita la giurisdizione dal Vescovo di Mazara”. E’ chiaro che il riferimento al monastero maschile “dell’ordine del Carmelo” e a quello femminile “dell’ordine di S. Benedetto” non riguarda gli edifici ancor oggi esistenti, essendo stati questi costruiti nei sec. XVII-XVIII. Il Convento Carmelitano cui fa riferimento la “Relazione” sorgeva a sud ovest del Castello ed il Monastero Benedettino in un sito dietro l’attuale Chiesa di S. Giuseppe. Nessun elemento aggiuntivo sostanziale ritroviamo nella seconda “Relazione” di mons. De Rubeis, redatta il 27 Settembre 1593, se non le annotazioni che Partanna “dista circa otto miglia dal mare”, che “consiste in mille focolari e quattro mila anime” (da cui si può dedurre che ogni “fuoco”viene calcolato nella media di quattro persone) e che la prebenda dell’arciprete “ammonta a circa cento scudi”.

Relazioni del Vescovo Marco La Cava

Le cinque “Relazioni” di mons. La Cava, sono un esempio eloquente della mancanza di uno schema prestabilito per le relative redazioni. Solo in tre di esse, infatti, viene fatto riferimento alle comunità locali e sempre sotto forma di uno scheletrico elenco. In quella del 27 marzo 1606 si legge: “La Diocesi contiene dodici fra Città, Castra et Oppida, e cioè Mazara, Marsala, Trapani, Salemi, Castelvetrano, Monte di Trapani, Partanna, Carini, Sala di Gibellina, Alcamo, Calatafimi e l’isola di Pantelleria”. In quella del Giorno di Pentecoste 1610, ripetuta poi pari pari il 13 novembre 1620, le comunità, pervenute intanto rispettivamente a diciannove e ventidue, vengono distinte in “città”, “piccola città”, “magna oppida” e “oppidula”: Partanna è censita come “magna oppida”.

Relazione del Vescovo Francesco Sanchez de Villanueva

La “Relazione” di mons. Sanchez de Villanueva del 25 maggio 1631 ricalca l’impostazione del Vescovo precedente. Ancora una volta, infatti, le comunità locali vengono semplicemente elencate e distinte in “città”, “piccola città”, “magna oppida” e “oppidula”. Il numero complessivo ora ammonta a ventitrè. Partanna, curiosamente, è posta fra le “città”: “Compongono la diocesi, oltre la stessa Mazara, sette città, Marsala, Trapani, Monte San Giuliano, Salemi, Castelvetrano, Carini e Partanna, a cui si aggiunge la piccola città di Paceco … due magna oppida, Alcamo e Calatafimi … tredici oppidula, Gibellina, Sala Paruta, Castellammare del Golfo, Valguarnera, Raccalim, Santa Caterina, Borgetto, Capaci, S. Lorenzo la Xitta, Vita, Santa Ninfa e Campobello”.

Relazioni del Vescovo Giovanni Domenico Spinola

Con la “Relazione” redatta dal Card. Gian Domenico Spinola il 26 settembre 1637 viene ripreso lo schema originario in cui ogni singola comunità locale viene descritta nel suo aspetto amministrativo e religioso. La nostra comunità viene definita “Oppidum di Partanna, formata da mille e seicento focolari e da otto mila anime. La Madre Chiesa è retta da un Arciprete, con un reddito annuo di scudi cento circa, che per l’amministrazione dei sacramenti viene coadiuvato da un Cappellano. Sessanta sono i Sacerdoti e altrettanti i Chierici. Vi sono due Conventi, uno dell’Ordine di San Francesco e l’altro dei Carmelitani. Inoltre vi sono parecchie Confraternite e Società di laici”. E saltano subito agli occhi, oltre il ritorno al più consono “oppidum”, l’enorme consistenza di sacerdoti e chierici, nonché l’assenza di ogni riferimento al Monastero delle Benedettine, a conferma della discontinuità tra quella prima comunità monastica, cessata intorno al 1600, e la nuova comunità istituita nei primi decenni del 1700. Molto più interessante risulta la Relazione redatta dallo stesso Prelato il 4 Dicembre 1642. In essa vengono confermate, con variazioni poco apprezzabili, le notizie riguardanti i dati statistici relativi alla popolazione e al clero, mentre viene evidenziato il fatto che l’Arcipretura è posta sotto il patronato dei Grifeo: “L’oppidum di Partanna ha 7.100 anime, di cui 3.860 sono atte alla comunione. La Chiesa Madre, sotto il nome di Arcipretura e sotto il patronato del Signore del luogo, ha un reddito annuo di circa 100 scudi. Tutti i sacramenti sono amministrati dall’Arciprete, che si serve di un Coadiutore. Il Clero secolare ha 66 sacerdoti e altrettanti Chierici”). In cinque anni, però, qualcosa è cambiato sul piano strutturale: infatti, viene annotato che “Vi è lì la Casa della Congregazione di S. Filippo Neri e in essa 6 sacerdoti. I Conventi sono tre: dei Carmelitani, degli Osservanti Regolari di S. Francesco e dei Cappuccini, con 38 Religiosi (in una tavola riassuntiva, però, risultano 44). Parecchie Confraternite di laici. Il Monte di Pietà e l’ospedale per gli ammalati”. Oltre alla notizia dell’esistenza di due nuove Comunità religiose, quella degli Oratoriani e quella dei Cappuccini, risulta interessante la notizia dell’esistenza del Monte di Pietà e dell’Ospedale. Per la verità, tali istituzioni sono già presenti in Partanna fin dai primi anni del 1500, ma vengono censiti solo ora in seguito alle nuove direttive della Santa Sede.

Relazione del Vescovo Carlo Impellizzeri

Poche le novità riscontrabili nella “Relazione” del Vescovo Carlo Impellizzeri, redatta il 12 Dicembre 1654. Esse riguardano principalmente il numero dei chierici (80 secolari, 6 oratoriani e 48 regolari), nonché l’esistenza di una nuova comunità religiosa (quella “degli Scalzi di S. Agostino”) e di “nove Confraternite di laici, e precisamente del Santissimo Sacramento, di S. Carlo, di S. Rocco, di S. Vito, di S. Antonio, di S. Biagio, della Beata Vergine Maria e di Gesù, di S. Crispino e di S. Marco Evangelista”. Per il resto viene tutto confermato: il numero dei focolari e degli abitanti, la situazione giuridica dell’Arcipretura, i precedenti Conventi, l’Ospedale ed il Monte di Pietà.

Relazione del Vescovo Giovanni Lozano

La situazione non cambia sotto il Vescovo Giovanni Lozano, la cui “Relazione”, redatta il 27 maggio 1661, ricalca, con qualche leggera variante, quella del predecessore. Tutto sommato, questa si discosta dalla precedente soltanto sul numero dei “focolari” e delle “anime” (rispettivamente 1.610 e 7.835 contro i precedenti 1.600 e 7.795) e sul numero delle “Confraternite” (7 contro i 9 precedenti), a proposito delle quali aggiunge che i confrati “vestiti di saio accedono alle processioni”.

Relazione del Vescovo Giuseppe Cigala

La “Relazione” del Vescovo Giuseppe Cigala, redatta il 13 novembre 1674, conferma la tendenza alla decrescita degli abitanti e la conseguente decrescita del clero secolare: “L’oppidum di Partanna è costituita da 1.600 focolari circa e da 6.900 anime, di cui atte alla comunione 4.200 … Il Clero secolare è in numero di 70 circa … 38 i religiosi”. Viene confermata inoltre l’esistenza dei quattro Conventi, di “parecchie Confraternite di laici”, dell’Ospedale e del Monte di Pietà. Stranamente, invece, non viene citato l’oratorio di S. Filippo Neri.

Relazione del Vescovo Francesco Maria Graffeo

Anche il Vescovo Francesco Maria Graffeo nella sua “Relazione” del 20 ottobre 1689 ci informa che la popolazione continua a diminuire pur in presenza dello stesso numero di famiglie: “L’oppidum di Partanna è costituito da 1.600 focolari circa e da 6.500 anime” e, forse inconsapevolmente, dà una possibile spiegazione di tale fenomeno con l’annotazione che “di queste 4.942 sono atte alla comunione”. La decrescita sembra causata, pertanto, da una diminuzione delle nascite o da un aumento della mortalità infantile. In controtendenza, invece, risultano le vocazioni sacerdotali: infatti, “Il clero secolare è in numero di 100”. A meno che non si tratti di un errore di stima per aver incluso in quel numero anche i regolari, che non risultano censiti in altro luogo. Ricompare, invece, la “Casa di S. Filippo Neri in cui vivono sei sacerdoti”. E’ confermata, infine, l’esistenza dei quattro Conventi Regolari (“di S. Francesco, di Carmelitani, di Cappuccini, di Riformati di S. Agostino”), delle Confraternite di laici (“del Santissimo Sacramento, di S. Carlo, di S. Rocco, di S. Nicolò, di S. Antonio, di S. Biagio, di Gesù e Maria”), dell’Ospedale e del Monte di Pietà                                                                                                                   (Continua)

 

 

Congresso sull’asma bronchiale

VERONA – Si conclude oggi a Verona il 20° Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, presieduto e organizzato dal prof. Roberto Dal Negro, Responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona. Oltre 350 gli specialisti presenti, provenienti da tutta Italia.

“Il Congresso, giunto ormai alla sua 20a edizione, rappresenta ad oggi il Congresso monografico di maggior tradizione in Italia – spiega il prof. Roberto Dal Negro – Anche quest’anno il focus saranno le malattie respiratorie, soprattutto asma e BPCO. Nella fattispecie saranno affrontate le seguenti tematiche: il problema dell’appropriatezza terapeutica in Italia; il mondo degli erogatori dei farmaci respiratori per via inalatoria; le nuove terapie biologiche dell’asma; costi e sostenibilità di Asma e BPCO in Italia, con gli ultimi dati che saranno presentati per l’occasione”.

In Italia, la BPCO colpisce circa 6 milioni di persone e quasi 3 milioni l’Asma Bronchiale: la prima colpisce prevalentemente dai 50 anni in su, mentre l’asma interessa mediamente età più giovani. Per quanto riguarda il rapporto tra BPCO ed età, intorno ai 50 anni i malati sono circa il 7%, intorno ai 60 la percentuale sale sino a raggiungere l’11-12%, con numeri che raggiungono il 50-55% oltre i 70. In sintesi, 1,5 persone su 10 soffrono di malattie respiratorie ostruttive cronico-persistenti. I fumatori sono i più a rischio: di questi, circa 1 su 3 arriva alla BPCO conclamata. In questi soggetti l’incidenza della BPCO e delle complicanze cardiovascolari aumentano esponenzialmente.

Nuove frontiere per i farmaci per le malattie respiratorie. Fondamentale l’approccio biologico nella terapia dell’asma, che sta sempre più prendendo piede. Si tratta di prodotti high-tech che vanno a colpire come “proiettili” le parti malate: sostanze ulteriormente raffinate e anticorpi monoclonali possono arrivare a colpire i delicati meccanismi che sostengono la malattia asmatica. In questo modo, quindi, ci si muove verso una terapia sempre più mirata, sia in fatto di molecola curante, sia in fatto di modalità di assunzione.

Le malattie respiratorie in Italia (dati ISTAT) sono la terza causa di morte per gli uomini (77,1 morti per 100 mila abitanti); tra le donne, invece, sono la quinta causa di morte, con un tasso di 61,8 eventi per 100 mila abitanti. I dati del 2013, inoltre, segnano un trend in negativo rispetto al 2009: da 39.949 a 43.444, da 67,6 casi ogni 100mila abitanti ai 73. Le regioni con i maggiori decessi sono, per valori assoluti, Lombardia (6.529), Piemonte (3.886), Lazio (3.724), Emilia Romagna (3.612), Campania (3.195). I rapporti ogni 100mila abitanti, però, segnalano una forte incidenza nelle seguenti regioni: Valle D’Aosta (102,2), Liguria (97,7), Friuli Venezia Giulia (91,6), Toscana (82,6) e Umbria (82,4).

Le malattie respiratorie rappresentano, dopo le malattie del sistema circolatorio e i tumori, la terza principale causa di morte nell’Unione Europea (Dati Eurostat), con una media di 83 decessi per 100 000 abitanti nel 2013. Tra quelle respiratorie, le malattie croniche delle basse vie respiratorie costituiscono la causa di morte più comune, seguite dalla polmonite. Le malattie del sistema respiratorio sono legate all’età, in quanto la grande maggioranza dei decessi per tali malattie si registra tra le persone di 65 anni o più. I più elevati tassi di mortalità standardizzati per malattie respiratorie tra gli Stati membri dell’UE sono registrati nel Regno Unito (144 per 100 000 abitanti), in Irlanda (131 per 100 000 abitanti), in Danimarca (128 per 100 000 abitanti) e in Portogallo (124 per 100 000 abitanti).

Un protocollo d’intesa con il Sert per borse lavoro per ex tossicodipendenti

CASTELVETRANO – La Civica Amministrazione ha deliberato di approvare un protocollo d’intesa con il Dipartimento di Salute mentale Ser.T. di Castelvetrano che prevede l’inserimento lavorativo temporaneo di 2 pazienti seguiti dal SERT nell’ambito del progetto “Borse di inserimento lavorativo”.

Va precisato che non si tratterà di un rapporto giuridico contrattuale e che il progetto non comporterà alcun onere per le casse comunali, ma il protocollo consentirà all’Ente di beneficiare di due unità lavorative, per 15 ore settimanali ciascuno, per svolgere attività di pubblica utilità.

“Abbiamo accolto con favore la proposta pervenutaci dal Direttore del Sert , dr. Vincenzo Scimonelli, perché riteniamo che detto progetto abbia una forte valenza terapeutica e riabilitativa – ha affermato il Sindaco Felice Errante – a tutti può capitare di commettere degli errori ma una società che si ritiene degna di questo nome, deve essere pronta a dare una seconda chance a chi dimostra di voler rientrare nel circuito della legalità. Siamo certi che l’esperienza, che potrà ripetersi nel tempo con altri soggetti, sarà proficua e permetterà a questi ragazzi di acquisire competenze lavorative ed abilità specifiche che potranno tornar loro utili per il loro reinserimento”.

“Festa della pace 2017 – costruiamo la pace”

MAZARA DEL VALLO – Sarà celebrata sabato 21 gennaio 2017 presso la Parrocchia Sacro Cuore In Santa Maria di Gesù di Mazara del Vallo la Festa della Pace 2017 organizzata dall’Azione Cattolica Italiana.

Anche quest’anno l’Azione Cattolica sceglie di vivere il mese di Gennaio invitando tutta l’Associazione a riflettere e a confrontarsi sul tema così importante come quello della Pace. La pace è, infatti, un “dono di Dio” da invocare, ma anche “un’opera da costruire”.

L’Azione Cattolica della Parrocchia Sacro Cuore in Santa Maria di Gesù di Mazara del Vallo manifesterà la voglia di costruire la pace insieme ai propri ragazzi e ai rispettivi nonni. Prendendo spunto dal compito: “Parlare con i nonni, ascoltare i nonni, condividete con loro la gioia della vita” che Papa Francesco ha dato ai ragazzi dell’A.C.R. durante la visita per gli auguri di Natale, il gruppo educatori ha pensato, appunto, di invitare i nonni dei ragazzi a vivere questo momento di Festa della Pace.

Durante la festa sarà presentato il gadget del mese della Pace 2017 che è un “Double Puzzle” in legno, un gioco per tutte le età che può realizzarsi sia in verticale che in orizzontale. Il ricavato sarà donato alla Cooperativa Sociale Il Tappeto di Iqbal, una realtà di “circo sociale” che da oltre dieci anni opera in strada nel quartiere Barra di Napoli per ricostruirne la bellezza e contrastarne le ferite.

L’Azione Cattolica si prefigge di realizzare una struttura apposita che possa ospitarli, un tendone da circo posto nel cuore del quartiere simbolo di bellezza, riscatto, speranza, coraggio.

Di seguito il programma della Festa:

· Ore 16.00 – Accoglienza

· Ore 16.30 – Momento di preghiera

· Ore 16.45 – Laboratori: “I circensi della pace”

· Ore 17.15 – Testimonianza: gli “Operatori di pace”

· Ore 17.30 – Giochi: “Abilità di pace”

· Ore 18.00 – Momento condivisione fraterna

Lo spettacolo “Lungo le arterie del mondo” sarà in scena sabato 21 gennaio

MARSALA -Sabato 21 gennaio, alle ore 21, la rassegna BaluArte 2016-2017 si sposta alle Cantine Caruso & Minini, anche quest’anno sponsor dell’iniziativa culturale, per “Lungo le arterie del mondo”.

Lo spettacolo di Sandro Dieli è una raccolta di storie vere, tratte dai giornali di tutto il mondo, sul tema delle passioni e dei tradimenti, che l’autore ha messo su carta. “Lungo le arterie del mondo” è pervaso da una leggerezza che fa da contrappeso alla stranezza delle storie. “Mi piacerebbe che lo spettatore venisse invaso da un languore emotivo e che sentisse il bisogno di osservarsi dentro con tenerezza e attenzione”, ha detto l’attore. Lo spettacolo fa parte del progetto internazionale “Teatro d’appartamento” che Dieli porta in giro per i teatri tra l’Italia e la Spagna. Poliedrico artista, attore, mimo, regista, autore, Dieli ha studiato con Marcel Marceau, Anne Dennis e Michele Perriera, lavorando con i massimi esponenti del teatro, muovendosi anche sul piccolo schermo. Media Partner della rassegna il quotidiano “Marsala C’è”, il portale web ItacaNotizie.it, Radio 102 e Radio Itaca. Ingresso soci 12 euro.

La graduatoria finale del torneo di Pallarilanciata

CASTELVETRANO – Anche quest’anno, come nei 12 già passati, tramite la partecipazione delle classi quinte delle varie scuole primarie, “Ruggero Settimo”, “I. C. Capuana-Pardo”, “I.C. Radice-Pappalardo” e tramite l’impegno e la supervisione dei docenti proponenti l’iniziativa della scuola Secondaria di primo grado “Pappalardo”, si è svolta, a partire da novembre 2016, l’attività di continuità e orientamento di Palla Rilanciata. Essa si è conclusa poi, in data 11 gennaio, con il torneo, ormai diventato appuntamento annuale ed imperdibile tra le scuole del nostro territorio. Come i precedenti, il torneo, tenutosi nella palestra dell’istituto V. Pappalardo, ha riscosso grande successo e grande è stato l’entusiasmo e il divertimento dei bambini partecipanti. La graduatoria finale ha visto vincitori gli alunni della classe 5aC dell’istituto Lombardo Radice, seguiti dagli alunni della classe 5aC dell’istituto “Ruggero Settimo” (secondo posto) e della 5aA dell’istituto “Nino Atria” (terzo posto). Grandi e particolari ringraziamenti vanno, oltre che a tutti i bambini, ai dirigenti, ai docenti dei vari istituti partecipanti, a tutti i colleghi organizzatori che hanno, dall’inizio alla fine, seguito gli alunni in tutte le varie fasi del gioco riuscendo, come da tradizione, a sviluppare un sano e competitivo evento per i giovani castelvetranesi.

Angela Sanfilippo