Monthly Archives: Dicembre 2018

“La solidarietà … è contagiosa”

MAZARA DEL VALLO – Giorno 15 dicembre 2018 gli operatori Caritas della Parrocchia Sacro Cuore in Santa Maria di Gesù di Mazara con la collaborazione dei rappresentanti della Comunità Fede e Luce Nuovo Germoglio e della Fraternità Betlemme di Efrata hanno effettuato una raccolta alimentare presso tre supermercati della città.
Gli operatori, divisi per gruppi, hanno aderito al progetto “Caritas Christmas Day” lanciato dalla Caritas Parrocchiale in prossimità delle feste natalizie per aiutare i più bisognosi. I volontari, quindi, hanno dedicato l’intera giornata di sabato 15 dicembre a una lodevole iniziativa che coinvolge le coscienze e che servirà a venire incontro alle sempre più numerose richieste di aiuto che arrivano da parte di famiglie che si rivolgono con umiltà alle parrocchie chiedendo sostegno per riuscire a superare momenti di grande sconforto.
Nella prossima settimana, ultima di Avvento che ci conduce al Natale, gli alimenti saranno distribuiti alle famiglie bisognose assistite dalla Caritas parrocchiale.
Nel tendere le mani sempre verso i più bisognosi la Caritas Parrocchiale e il parroco Don Vincenzo ALOISI, augurano serene festività a tutti, ringraziando i donatori e tutte le realtà parrocchiali che hanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa. Un grazie di cuore va al Rotary Club Mazara e ai gestori dei supermercati SISA di via San Pietro, DE.CO. di via Emanuele Sansone e CRAI di via Marsala per la cordiale disponibilità e la sensibilità dimostrata di fronte al problema della povertà.

Il G55 in sostegno delle imprese sul GDPR. Workshop formativo

PARTANNA – Si è tenuto presso l’aula meeting del G55 coworking e fablab di Partanna giovedì 6 dicembre il workshop sulla privacy “GDPR: perché è conveniente per le PMI adeguarsi al nuovo Regolamento sulla privacy?” . Presenti i rappresentanti di numerose aziende dell’intera provincia, a testimoniare che il G55, nello spirito della diffusione della cultura di miglioramento, pensa anche alle realtà preesistenti nel territorio. Il nuovo regolamento della privacy GDPR rappresenta una questione spinosa per ogni azienda, anche ente pubblico, come si è precisato durante l’incontro. E’ stata condotta un’analisi durante i lavori dal punto di vista legale, informatico e in merito agli adempimenti derivanti per l’adeguamento, mettendo in evidenza quanto e come possa essere conveniente il GDPR. Oratori del workshop: Giuseppe Mizio, founder di 2M Sales Mangement, Manfredi Domina, co-founder di Startupcourse.it, e l’ing. Antonio Safina, titolare della Satec. Presente il sindaco, Nicolò Catania.

Con la riapertura al culto della seicentesca Chiesa Madre, “Partanna esulta nel Signore”

PARTANNA – “Partanna oggi esulta nel Signore”, così ha esordito don Antonino Gucciardo parroco della Chiesa Madre – che oggi (16 dicembre) è stata riaperta ai fedeli, stavolta definitivamente, nelle sue diverse componenti, coro ligneo compreso – nel corso della programmata concelebrazione della Messa, presente mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara. I fedeli hanno riempito la seicentesca chiesa dove avevano trovato collocazione, oltre al sindaco di Partanna Nicolò Catania e i componenti dell’amministrazione comunale, anche numerose autorità civili e militari, compreso il prefetto di Trapani, dott. Darco Pellos. “Cari concittadini – ha ribadito il sindaco Catania nel suo discorso che brevemente riassume le circostanze e le energie utilizzate per la realizzazione di questo evento – sono certo di interpretare il pensiero di ognuno di voi nell’esprimere grande gioia e compiacimento per la riapertura al culto della nostra amata Chiesa Madre. Oggi a seguito di ulteriori modifiche che la Curia ha deciso di realizzare (con l’utilizzo dell’8 per mille), la nostra Madrice viene solennemente riaperta al culto. La bellezza che le è stata restituita è frutto di un fortissimo impegno congiunto dell’Amministrazione Comunale, della Regione e della Diocesi e, in questa giornata così speciale, desidero esprimere a nome dell’A.C. e della Cittadinanza tutta un affettuoso ringraziamento a S.E. il vescovo mons. Mogavero, a don Antonino Gucciardo, nostro energico e determinato arciprete che ha fatto del nostro impegno in questo progetto il suo impegno e, non di meno il mio affettuoso saluto e ringraziamento a don Calogero Russo, pastore ecclesiastico e guida della nostra comunità da sempre. Ma non per scuola WP_20181216_12_21_32_Richultimo esprimo il sentito augurio che la gioia di questa giornata giunga e sostenga il nostro don Pino Biondo, nell’augurio di una pronta ripresa attendiamo di riabbracciarlo in salute per gioire di questa magnificenza frutto anche del suo impegno. Un ringraziamento va alle amministrazioni precedenti guidate da Giovanni Cuttone e dal compianto on. Enzo Culicchia. Concludo questo mio sentito pensiero di ringraziamento rivolgendo un plauso a tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato estenuamente affinché si potesse celebrare questa giornata che oserei definire storica: grazie ai tecnici, alle imprese, agli operai, alle maestranze tutte, agli artigiani, ai volontari, agli impiegati comunali, alle confraternite. Grazie a tutti per il vostro impegno che ha dato il senso di una comunità coesa, collaborativa e positiva che ha dimostrato ancora una volta la grande resilienza e il grande orgoglio di cui questa comunità va fiera. Grazie a tutti, viva Partanna!”.
chiesa 4 WP_20181216_17_33_31_Rich

Partanna (emblema del Belice), un paese di vecchi

PARTANNA – Neanche per azzardo accingersi a parafrasare il titolo del fortunato best seller, che nel 2005 rese celebre Cormac Mc Carthy “No country for old man”, perché Partanna da tempo è proprio un paese di anziani che, se messi al cospetto di quanti furono immortalati dallo scrittore irlandese, però non evidenziano un’aria smarrita, né tanto meno stentano a recepire la lingua dei nipoti.
Ridente località collinare, di cui già Franco Caracci a ridosso degli anni ’50 decantava gli ameni anfratti, in estasi per i cortiletti all’ombra di pergolati bassi o fra case linde che sapevano di gelsomino e spigonardo, oggi la città belicina presenta uno spartito diametralmente mutato, riportando in superficie una palese attualità dai toni sarcastici, talvolta, paradossali, con un tasso di natalità del 6,42%, più che dimezzato da quello di mortalità, che si attesta attorno al 12, 95%. Stando agli ultimi censimenti, l’andamento demografico fa rilevare una situazione particolarmente eloquente nella sua peculiarità, con una popolazione globale di 10.344 abitanti (5.025 maschi – 5.319 femmine), di cui 605 stranieri (385 maschi – 220 femmine.) Il dato complessivo del 2.017 (10.423 ab.) fra l’altro non si discosta sensibilmente dall’odierno, con un saldo naturale di meno 68 (nello scorso anno sono nati 67 bambini e decedute 135 persone) e un flusso migratorio con un saldo attivo di 13 cittadini, essendosi inseriti 184 immigrati a fronte dell’esodo di 171 cittadini. Significativa a questo riguardo appare la composizione della popolazione per fasce d’età, resa manifesta dai dati del seguente prospetto numerico:
– INFANTI IN ETA’ PRESCOLARE (0 – 6 anni) n° 558
– PREADOLESCENTI (7 – 14 anni) n° 744
– ADOLESCENTI/ FORZA LAVORO (15 – 29 anni) n° 1.722
– POPOLAZIONE ADULTA (30 – 65 anni) n° 4.926
– POPOLAZIONE SENILE (ultra65enni) n° 2.473
– NUCLEI FAMILIARI n° 4.556
– COMUNITA’ – CONVIVENZE n° 7
In merito alla presenza di stranieri, Partanna nel suo piccolo riflette in modo evidente il processo eterogeneo delle più disparate aree in era di globalizzazione, ribadendo la volontà di affermarsi come comunità multietnica, data la presenza di una variegata moltitudine di stranieri, che i diversi flussi migratori non sono riusciti ad arrestare. Accanto al nucleo storico della folta rappresentanza tunisina con circa 250 residenti, si registra una copiosa presenza rumena di 240 cittadini, a cui fa seguito uno sparuto manipolo di appena dieci persone, originarie dalle regioni cinesi e dal Pakistan. Gli altri stranieri provengono dalle terre del vasto continente africano come il Senegal, il Marocco, il Ghana, la Somalia, la Nigeria, il Togo, il Mali, La Guinea, La Costa D’Avorio, il Camerun e l’isola di Capo Verde. Dall’America Latina sono arrivati alcuni colombiani, venezuelani ed ecuadoregni, pochissimi sono originari del Nord America, esiguo il gruppo di stranieri della comunità europea, fra cui francesi, spagnoli, svizzeri, maltesi, moldavi, croati, macedoni e lituani. L’analisi del mondo del lavoro con i vari dati occupazionali fa evincere che la situazione locale rispecchia il periodo di congiuntura generale che sta vivendo il nostro Paese; in questo comune il numero dei disoccupati ammonta a circa 3.200 unità (1.400 uomini – 1.800 donne) e riguarda principalmente la fascia giovanile che va dai 15 ai 25 anni, anche se negli ultimi anni si è verificato un incremento, sia della fascia di persone dai 25 ai 35 anni, che degli over 50. Attualmente sono circa 3.000 gli occupati nei diversi settori lavorativi, da quello agricolo al mondo dell’industria, dalle attività dei servizi alla Pubblica Amministrazione; verosimilmente altrettanti risulterebbero coloro che non fanno più parte del sistema produttivo, in quanto collocati in quiescenza. A Partanna circa 700 persone che, avendo precedentemente svolto un’attività lavorativa e trovandosi ora in uno stato di disoccupazione involontaria, perché licenziate dal lavoro, godono della concessione della NASPI (Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego), ossia, percepiscono il famoso “sussidio di disoccupazione”. Altri cittadini che versano in precarie condizioni economiche usufruiscono del Reddito di Inclusione (REI), invece, nel 2019 gli aventi diritto potranno aspirare al “decantato” Reddito di Cittadinanza. Un dato che nessuno, per così dire, può stabilire è quello relativo al lavoro sommerso, lavoro nero, che essendo, forse, sottovalutato, rappresenta un grave danno, innanzi tutto per la dignità delle persone e poi per l’economia in genere, in quanto impedisce di iniziare un percorso consono ad una società più vivibile, più serena, quindi, nel rispetto dei valori fondamentali della convivenza civile. Una collettività più umana e meno indifferente fra l’altro non dovrebbe trascurare in primo luogo l’universo degli anziani, che ad essa hanno dato tutte le loro energie. Talvolta la Terza Età viene emarginata, soprattutto, sotto l’aspetto sociale in un periodo in cui molti fattori contribuiscono ad allungare sempre più la vita media dell’uomo, un fenomeno che nel mondo occidentale è accompagnato da una costante riduzione delle nascite, provocando un lento invecchiamento della popolazione, con ritmi sorprendentemente accelerati. Eppure, benché siano in progressiva crescita numerica anche a Partanna, gli anziani oggi vivono una particolare condizione di solitudine, che comincia ad evidenziarsi fin dall’età del pensionamento quando, una volta fuori dalle attività lavorative, si trova senza un ruolo e comincia ad avvertire drammaticamente la propria inutilità. Tale situazione di disagio è ulteriormente aggravata dalla mancanza di strutture pubbliche efficienti e funzionali, in grado di fornire all’anziano non solo un’idonea assistenza sanitaria, ma anche l’opportunità di impegnare il tempo libero, di valorizzare il suo patrimonio di esperienza. Disperdere ai quattro venti un tale capitale di conoscenze e di saggezza è uno spreco che nessun paese, neppure il nostro, si può permettere. Parimenti alla privilegiata attenzione per gli anziani, una certa considerazione va per quegli stranieri che si sono mossi dalle loro terre in cerca di una vita migliore, coscienti che ogni società può solo arricchirsi dall’apporto che può venire dalla compresenza di culture diverse, di persone capaci di incontrarsi e di imparare l’una dall’altra, come dimostrano in modo pregnante gli svariati esempi che la storia del passato ci ha copiosamente profuso.
Antonino Pellicane

Un doveroso ringraziamento a Francesco Abate (Ufficio Elettorale dell’EE.LL.) e a Mario Scimonelli (Centro per l’Impiego), le cui preziose informazioni hanno contribuito ad accendere la scintilla per queste mie brevi note su Partanna.

L’arancina alla carne più buona a Palermo è quella di Sfrigola

PALERMO – Sfrigola, brand palermitano, patron delle arancine, si aggiudica il primato della classifica stilata dal giornale on line di enogastronomia Cronache di Gusto, per l’arancina alla carne più buona di tutta Palermo.

“Sfrigola, l’arancina a vista”, il brand dei fratelli Adriano ed Emanuele Pizzurro, non solo entra nella top ten del prodotto migliore tra panatura croccante, riso e condimento, ma si piazza proprio al primo posto. Un successo, un primato, che fa il paio, però condiviso con altri due ristoratori, con quello già conquistato grazie all’arancina al burro.

Il programma delle manifestazioni natalizie

SAN VITO LO CAPO – Spettacoli teatrali, concerti e tanti momenti di aggregazione all’insegna della tradizione natalizia. E’ un programma ricco di iniziative quello che iniziato oggi, 15 dicembre, proseguirà fino a domenica 6 gennaio 2019 a San Vito Lo Capo e nelle frazioni di Macari e Castelluzzo. Tra le novità, il grande ritorno, dopo ben 20 anni, in piazza Santuario, del torneo di calcio a 5 (dal 26 dicembre al 6 gennaio), un appuntamento che ha segnato l’adolescenza di centinaia di sanvitesi. Previsto un torneo juniores e uno per adulti. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con “Asd San Vito Lo Capo 1994”. Divertente e coinvolgente sarà anche la caccia al tesoro, in programma il 29 dicembre, organizzata dall’Associazione Operatori Turistici di San Vito Lo Capo. E poi spazio alle recite degli studenti, alla musica itinerante, a quella da camera e al gospel, agli spettacoli di magia, al caberet, alla danza e all’immancabile tombola. Infine, brindisi in piazza Santuario la notte del 31 dicembre per dare il benvenuto al nuovo anno.

Il programma delle manifestazioni di Natale è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Peraino, e realizzato con il prezioso lavoro della Pro Loco di San Vito Lo Capo e la collaborazione di tutte le associazioni del territorio, dei cittadini e, in particolar modo, di tante mamme sanvitesi che hanno dato il loro contributo per allestire i “I Presepi in vetrina”. La direzione artistica del programma è affidata al maestro Vincenzo Buscemi, dell’Associazione Socio-culturale e Bandistica di San Vito Lo Capo.

L’accogliente teatro comunale “Frate Anselmo Caradonna” sarà uno dei cuori pulsanti dello svolgimento dei vari eventi. Domenica 16 dicembre, alle ore 18:00, andrà in scena “La Sacra Famiglia”, commedia brillante a cura della compagnia teatrale “Simile”.

Lunedì 17 dicembre alle ore 16:00, sempre al teatro comunale, recita degli alunni dell’Istituto Suore Salesiane. Alle ore 21:00, invece, al Santuario di San Vito concerto della corale “Maria Santissima di Custonaci”.

Martedì 18 dicembre, alle ore 09:30, al teatro comunale, recita degli alunni della scuola primaria del plesso “Pestalozzi” di Castelluzzo. Alle ore 18:30, l’inaugurazione dei “Presepi nelle vetrine” con la musica itinerante della banda “Città di San Vito Lo Capo”, accompagnata da balli, canti e poesie.

Mercoledì 19 dicembre, alle ore 09:30, al teatro comunale, recita scolastica degli alunni della scuola dell’infanzia “Gagliano”. Alle 20:30, invece, saggio della scuola danza “My Life”.

Giovedì 20 dicembre, alle ore 09:30, sempre al teatro comunale, sarà la volta della recita degli allievi della scuola primaria del plesso “Verga”. Alle 20:30 torneranno ad esibirsi gli allievi della scuola di danza “My Life”.

Venerdì 21 dicembre, alle ore 10:00, al teatro comunale, prenderà il via uno spettacolo dedicato alla magia e alla clowneria a cura del Teatro Atlante al quale assisteranno gli alunni delle scuole del territorio. Al termine, uno scambio di auguri istituzionali. Nel pomeriggio, dalle ore 18:00, andrà in scena “Theatre Magique” con Emilio Ajovalasit.

Sabato 22 dicembre, dalle ore 15:30, sfileranno per le vie di San Vito Lo Capo i Babbo Natale, accompagnanti dalla banda musicale “Città di San Vito Lo Capo”. Alle 20:30, nella parrocchia di San Giuseppe, a Castelluzzo, concerto della corale “San Lorenzo” di Trapani.

Domenica 23 dicembre, la sfilata di Babbo Natale si trasferirà nelle frazioni. Alle 15:30 animerà le vie di Castelluzzo, mentre dalle 17:00 sarà a Macari. Poi alle 21:00, nella parrocchia di San Giovanni, sempre Macari, si terrà il concerto della corale “San Pietro” di Trapani.

Lunedì 24 dicembre, dalle 15:30, al teatro comunale di San Vito, si svolgerà una tombola musicale per bambini, con musiche dell’associazione socio culturale e bandistica “Città di San Vito Lo Capo”. Alle ore 24:00, a piazza Santuario, un momento di grande ritualità con la “Rappresentazione Vivente della Sacra Famiglia”.

La mattina di Natale, in piazza Santuario, dalle ore 10:30 distribuzione dei regali ai bambini e animazione a cura della “Frappè Animazione”.

DAL 26 DICEMBRE AL 6 GENNAIO 2018, A PIAZZA SANTUARIO, ALLE ORE 16.00, SI SVOLGERA’ IL TORNEO DI CALCETTO. A CURA DELL’ASD “CITTA’ DI SAN VITO LO CAPO”.

Mercoledì 26 dicembre, alle ore 16:30, al teatro comunale, verrà proiettato un film/cartone animato per bambini.

Giovedì 27 dicembre, alle ore 16:00, al centro polivalente di Macari, in programma attività ricreative per bambini. Alle ore 21:00, al teatro comunale di San Vito, spettacolo di cabaret “La Grande tristezza”, con i “Bottega Retrò”.

Venerdì 28 dicembre, alle ore 21:00, al teatro comunale, “ConcerTombola” con ricchi premi e musiche a cura della banda “Città di San Vito Lo Capo”.

Sabato 29 dicembre, alle ore 10:00, a piazza Santuario, prenderà il via la Caccia al tesoro organizzata dall’AOTS. Alle ore 21:00, al teatro comunale, andrà in scena il musical “L’Atteso”, a cura del gruppo artistico Magnificat.

Domenica 30 dicembre, alle ore 16:00, attività ricreativa per bambini al centro polivalente di Macari. Alle ore 21:00, al teatro comunale, la commedia musicale “7 spose per 7 fratelli” a cura dell’associazione Liberi Ragazzi di Custonaci.

Lunedì 31 dicembre, dalle ore 15:30, musica itinerante con la Drepanum Dixi Band e alle 23:30, tutti in piazza Santuario, per aspettare l’arrivo del nuovo anno con musica, balli e dj set.

Martedì 1 gennaio 2019, alle ore 16:00, al centro polivalente di Macari, proiezione di un cartone animato per bambini.

Mercoledì 2 gennaio, alle ore 21:00, al teatro comunale, concerto di musica gospel con il coro “Sound and Voices”

Giovedì 3 gennaio alle ore 18:30, al teatro comunale, “Spettacolo di giocoleria e non”.

Venerdì 4 gennaio, alle ore 20:30, al teatro comunale, in scena “Wonderland”- Fiaba teatrale a cura della Piccola Compagnia Silente

Sabato 5 gennaio, alle ore 21:00, al teatro comunale, “Il Mondo che vorrei”, spettacolo con musica, storie e racconti natalizi a cura di Maria Giovanna Spina.

Domenica 6 gennaio, alle ore 16:00, a piazza Santuario, “La Giornata del fanciullo”, animazione e giochi per bambini a cura di Frappè Animazione. La rappresentazione dell’arrivo dei re Magi concluderà il programma delle festività natalizie.

Acquisizione rete idrica Eas, il Tar accoglie il ricorso del Comune di Partanna

PARTANNA – Il Tar Palermo dà ragione al Comune di Partanna sulla vicenda Eas. Con propria ordinanza dell’11 dicembre scorso il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso presentato dall’ente locale e ha sospeso la delibera del commissario ad acta Vincenzo Reitano. Il funzionario era stato inviato nel mese di ottobre per procedere all’acquisizione forzata della rete idrica Eas da parte del Comune. Il commissario aveva infatti diffidato gli uffici preposti e il massimo Consesso civico ad adottare il provvedimento attuativo per la consegna della rete. Di fronte alla sollecitazione gli uffici competenti avevano espresso parere tecnico negativo sia per la mancanza di contraddittorio nella redazione sullo stato della rete stilato unilateralmente dall’Eas e non rispecchiante le reali condizioni dell’acquedotto (per il quale sono necessari interventi stimati in oltre un milione di euro), sia per l’assenza di copertura finanziaria per il servizio. Riprendendo queste motivazioni il Consiglio aveva quindi rigettato il provvedimento di acquisizione, poi adottato dal funzionario regionale in sostituzione dell’organo consiliare. Adesso la prima sezione del Tar ha riconosciuto la fondatezza del ricorso che impugnava la nomina del commissario ad acta e i relativi provvedimenti perché emanati in base all’art.4 della legge regionale n.16 del 2017 “norma – sottolineano i giudici – che appare come una mera riproduzione della analoga legge n.19 del 2015, già dichiarata incostituzionale per violazione della competenza legislativa esclusiva dello Stato in tema di ambiente e concorrenza anche nel settore del servizio idrico. Le disposizioni statali infatti prevedono il principio dell’unicità della gestione del servizio idrico per ogni ambito territoriale ottimale, escludendo la possibilità di gestione diretta da parte dei singoli comuni associati”. Legge che l’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, aveva di fatto ripreso, nonostante il pronunciamento contrario della Consulta, per imporre ai Comuni l’acquisizione della rete idrica Eas in liquidazione. Il Tar ha inoltre rilevato come “il conferimento ai comuni non tenga conto dei pareri contrari espressi dagli organi di consulenza tecnico-finanziaria degli enti locali i quali hanno evidenziato l’assenza di un’adeguata attività di concertazione tale da salvaguardare l’attuale situazione finanziaria ed organizzativa dei comuni interessati”. “La copertura finanziaria basata sulla tariffa locale transitoria – si legge inoltre nell’ordinanza di sospensione – non appare esaustiva attesa la mancanza di una unitaria regolamentazione regionale del servizio tale da garantire l’autonomia finanziaria del Comune e una efficiente erogazione del servizio”. Richiamando una precedente sentenza del Cga (Consiglio di giustizia amministrativa), il Tar ha quindi posto l’accento sul principio per cui “ad ogni trasferimento di funzioni deve corrispondere un adeguato trasferimento o un’attribuzione di risorse umane, tecniche e finanziarie per farvi fronte, in particolare per complessi patrimoniali che implichino oneri quali spese di manutenzione e restauro forieri di perdite economiche”. “Le istanze dell’amministrazione a tutela dell’ente stesso e della collettività partannese sono state ascoltate – commenta il sindaco Nicolò Catania –. È arrivato un segnale inequivocabile sulla fondatezza delle nostre ragioni e sui rischi che avremmo corso nel prendere in carico una rete malridotta senza alcuna copertura finanziaria, in assenza di personale adeguato e in credito di oltre un milione e mezzo di euro per interventi di manutenzione effettuati per tanti anni al posto dell’Eas esponendoci per di più a un possibile dissesto finanziario. Adesso ci auguriamo si profili una nuova prospettiva di interazione con la Regione perché i cittadini non possono subire decisioni assunte dall’alto e pagare a caro prezzo la cattiva gestione dell’ente acquedotti siciliani. Va da sé che la questione debba essere risolta per via politica attraverso una maggiore concertazione fra organi istituzionali al fine di tutelare un bene prezioso e di primaria importanza per la popolazione”.

Mostra in diciassette opere dell’Antonello da Messina all’Abatellis

PALERMO – Dal 14 Dicembre e sino al primo di Febbraio, a Palazzo Abatellis, nel capoluogo siciliano, esposte in una emozionante mostra, diciassette opere di provenienza estera, oltre che italiana, dell’Antonello da Messina. 13 euro per visitarla dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. Riflette e commenta così il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese: in Italia, paese dell’arte, il rinnovamento della pittura inizia qualche decennio dopo la rinascita della scultura, ma bisogna precisare che la sua evoluzione si manifesta subito più varia, poiché in questa, molto più che nella scultura, si sono fatte sentire le influenze e le tendenze regionali: così che in Veneto l’arte del Quattrocento si polarizza soprattutto intorno a due centri, a Padova e a Venezia. Ma è a Venezia che il rinnovamento si manifesta per opera di Antonello da Messina (e di Giovanni Bellini). Anche nel periodo spagnolo si ebbero perciò grandi figure di Siciliani e nella pittura spicca senza dubbio il nome di Antonio di Giovanni de Antonio, detto Antonello da Messina, soprannome di fama mondiale, fondatore a Venezia della celebre scuola dei coloristi veneziani. A lui, un famoso storico dell’arte del Cinquecento, il Vasari, attribuisce il merito di avere introdotto in Italia la pittura a olio, preme dire che ciò non è esatto, tuttavia Antonello contribuì moltissimo a diffonderla. La sua più grande fama è quella di ritrattista: col suo impressionante realismo volto a cogliere nella linea somatica e nel colore di un volto il segreto di un’anima, Antonello rappresenta una delle più potenti personalità pittoriche del Quattrocento e di tutti i tempi. I suoi quadri si trovano oggi nelle più importanti gallerie d’arte del mondo.

Il Natale è…per tutti!

di Antonino Bencivinni In periodo natalizio la bontà è d’obbligo. Perfino l’ispettore Piazza ha deciso di soprassedere sul “graffiante” e di ricordare uno dei numerosi episodi della sua vita professionale in cui, più che seguire pedissequamente le regole “ministeriali”, ha fatto prevalere quelle del cuore che in alcune circostanze appaiono più congruenti delle precedenti. Auguri di buone feste a tutti i lettori con appuntamento al 26 gennaio 2019.

Chi o cosa è il Natale?: Le buche innevate di Coli Perino o le buche scassa macchine di Partanna?

Avevo previsto un pezzo graffiante, come tutti quelli che ho scritto in questa rivista mettendoci la faccia. Il Direttore, una persona colta e di buon senso, già tremava e gli amici erano pronti a chiamare il 118 dato che era per la libertà di stampa ma era soprattutto preoccupato per la “sua” libertà. E passare il Natale all’Ucciardone non avrebbe fatto piacere neanche a Totò Riina. E allora decisi di mostrare l’altro lato del mio carattere di giornalista regolarmente iscritto all’Albo dal 1989. Lo so, ho un pessimo carattere: del resto tutte le persone di carattere hanno un pessimo carattere. Ma siamo a Natale. Dove tutti siamo così buoni da preparare la nascita di Gesù già dai primi di novembre: come se temessimo che il nostro Dio potesse nascere prematuro. Non faccio il moralista: ma il Natale prematuro non riguarda Gesù: riguarda i regali, riguarda le scuole, riguarda le ignobili recite cui sono costretti i bambini cattolici e no. Ma lasciamo perdere: il nostro ministro (ex mio collega a Milano che mi ha dato del “collega” non avendo mai vinto un concorso, cui risposi: “collega lo dici a tua sorella!”) ha detto che basta imporre il Crocefisso nelle aule e tutti i musulmani si convertiranno e disinnescheranno le bombe). Mah…
Dunque. Racconto di Natale:
Per il mio lavoro sono stato costretto ad andare in giro per tutta Italia, dalle grandi città ai piccoli paesi magari innevati e in cima a montagne maestose che solo ai turisti sembravano tali: ricordo Coli Perino in quel di Piacenza dove gli abitanti erano 4 gatti (meno degli amici al bar di Gino Paoli) e si riunivano nell’unica bettola del paese sotto cui correva un fiume, che oltre ai detriti trasportava cadaveri di suicidi che oscurati negli occhi e nell’animo di gente che voleva vivere en plein air e viveva invece nascosta suo malgrado nel buio perenne delle montagne. Il Miur mi ci aveva mandato per chiudere una scuola che ormai aveva pochi alunni e che la razionalizzazione non poteva tollerare. Ma la scuola era l’unica alternativa alla bettola. Si trovava in un palazzo che aveva conosciuto tempi migliori, con tante aule che lentamente venivano disertate fino a rimanere vuote. Entrai dal portone: nessun bidello. Cominciai ad aggirarmi per quei corridoi fatiscenti che erano – come dire? – ancora impregnati di tutte le generazioni di ragazzi che lì avevano soggiornato per cinque, sei anni. La scuola ha queste caratterisiche: mentre gli insegnanti invecchiano gli alunni sono sempre giovani o giovanissimi. Sono il ritratto di Dorian Gray degli insegnanti…Ad un certo punto sentii dei segni di vita: in un’aula c’era sicuramente qualcuno. E infatti vidi una scena da libro Cuore. C’era un maestro di mezza età seduto con qualche smorfia di dolore a capotavola e intorno 7 ragazzi: due di quinta, 3 di prima, 1 di seconda e uno di quarta. Tutti a guardare il maestro con accanto un camino enorme e una brace che veniva ravvivata da qualche ceppo che di tanto in tanto poggiava uno dei ragazzi, il freddoloso del momento magari. Tutti si alzarono in piedi per salutarmi anche se non sapevano che io ero l’ispettore della scuola. Con molta gentilezza il maestro mi disse:
– Lei chi è? – Sono l’ispettore – E a me chi lo dice? Lo disse con semplicità, senza lo sguardo indagatore dei montanari che hanno la stessa diffidenza che abbiamo noi isolani. Avrei voluto mostrargli il distintivo come l’ispettore Callaghan, ma odio le pistole e i distintivi. Gli mostrai la tessera ferroviaria rilasciata dal Miur. E si scusò dicendo che lui non era solo il maestro in quel posto là, che non era responsabile solo del loro insegnamento, ma della loro vita. Fuori la desolazione innevata, di alberi che alzavano le mani al cielo in segno di resa. Ma quell’angolo interno di quelle che si chiamavano scuole rurali e nel caso della classe una pluriclasse, mi ricordò una poesia di Brecht, “Il fumo”:
“La piccola casa sotto gli alberi sul lago./ Dal tetto sale il fumo./ Se mancasse/ Quanto sarebbero desolati/La casa, gli alberi, il lago!”.
Già, senza il fumo di quel camino nessun segno di vita. Ed è ciò che sarebbe successo se io avessi accorpato la scuola con il paese più a valle. Il mio animo di maestro elementare (uno dei mestieri più belli del mondo) si ribellò. E mi misi a parlare con i ragazzi di V che l’anno successivo sarebbero dovuti andare più giù verso la valle. Chiesi se abitassero a Coli Perino. Mi risposero di no.
Vi accompagnano i genitori? – No. Loro lavorano. – E voi come fate ad arrivare fin qui? – Con le bici. – Me le fate vedere?.
Mi presero per mano e mi accompagnarono nell’androne dove erano “parcheggiate” le bici, tutte mezzo scassate, ma con delle gomme enormi.
– Noi veniamo dalle varie cascine che stanno qui intorno. – Anche i piccolini? – Anche i piccolini!
Colto da un’idea improvvisa (che nel linguaggio scolastico si chiama “insight” che è come quella lampadina che si accende sulla testa di Archimede Pitagorico negli albi di Topolino) chiesi se c’era una bici anche per me. C’era. Allora mi rivolsi ai due di quinta.
Quanto dista il paese dove l’anno prossimo dovreste andare a frequentare la media? – Dipende – Da cosa? – Se Lei ha le gambe buone. – Proviamo?
Provammo. C’era la neve e sotto la neve c’erano spesso delle buche: ho detto spesso non SEMPRE, il SEMPRE riguarda le buche di Partanna, il paese più BUCATO di tutto il Mediterraneo. Arrivammo. E poi ripartimmo. Senza incidente alcuno e senza avvenimenti degni di nota a parte il mio fiatone. Il maestro ci vide ritornare. Sapeva il motivo per il quale ero venuto. Ma non poteva immaginare la tristezza che avevo nel cuore. Ma era tristezza niente a che vedere con quello spleen esistenziale che provavo tutte le volte al tramonto del sole sulla piazza di Sondrio, il paese più triste d’Italia. Allora c’era un mio collega e amico, Gaetano Matricardi. Seduti da soli nell’unico caffè della piazza, lui mi diceva: – Vito, sai cosa mi ricorda la piazza di Sondrio? – No. – Il cimitero di Vienna. E aggiungeva: Solo che il cimitero di Vienna è più divertente.
Qui, a Coli Perino, un maestro che sarebbe stato – questo sì – “deportato”. Qui dei ragazzi che avrebbero vissuto altrove, giù a valle. Il maestro si muoveva a fatica. Anni di freddo e umido lo avevano ridotto un reumatismo ambulante. Gli avrei offerto la scelta di andare a Pantelleria?. No. Avrei fatto finta di niente. Quel nucleo di sopravvissuti dovevano ancora accendere le luci di Natale. Non solo per quest’anno. Ma per ogni Natale futuro fino a quando la relazione l’avrei fatta io. Avrei fatto finta che era una vera scuola. Si chiama FINZIONE ispettiva. Il resto si chiama Natale.

Vito Piazza