A Partanna il sindaco battuto in generosità da assessori e presidente del consiglio

Da quando si è diffusa la notizia che i quattro neo assessori del Comune di Partanna hanno rinunziato alla indennità comunale spettante loro per legge mi torna continuamente alla mente quel detto siciliano secondo cui talvolta l’apprendista “fa un puntu cchiù di lu mastru”. Per la verità, con tale motto i nostri avi intendevano stigmatizzare l’operato di chi andava oltre i limiti di prammatica, di chi, insomma, esagerava. E allora, se mi turbo è perché la notizia mi dispiaccia ? Ma, per carità. Il fatto è che mi metto nei panni del povero Sindaco e penso al suo imbarazzo nel vedersi superato dai suoi più stretti collaboratori. Se agli Assessori, poi, si aggiunge anche il Presidente del Consiglio (quello comunale, s’intende!) che, dimostrando una pur timida generosità (ma sempre generosità è!) si è decurtata l’indennità del 30%, la frittata è fatta. Ditemi un po’ se non ha tutte le ragioni il Sindaco di adombrarsi rimuginando il detto siculo prima richiamato? In una ideale gara di generosità, infatti, il Sindaco risulterebbe all’ultimo posto della graduatoria.  Questi, infatti, non ha rinunziato né all’indennità comunale né allo stipendio di dipendente regionale. Sì, è vero, scegliendo di restare in servizio presso l’ufficio regionale (sottoponendosi, tra l’altro, allo stress inflittogli dalla duplice attività, a Partanna e a Palermo), il Sindaco fa risparmiare il Comune. Ma, converrete con me, che lo farebbe risparmiare di più se, alla stregua di quanto hanno fatto gli assessori, tenesse per sé soltanto lo stipendio di dipendente regionale.  O, quanto meno, seguendo l’esempio del Presidente del Consiglio si decurtasse di una certa percentuale l’indennità comunale.  Altrimenti, considerato che lo stipendio regionale sembra essere più lauto della parte di indennità comunale non percepita, fa sorgere il sospetto che tutta l’operazione gli torni assolutamente vantaggiosa. Suvvia, signor Sindaco, un “primo” cittadino non può essere assolutamente “ultimo”, anche se in una graduatoria simbolica (che però tanto simbolica non è, considerato che sono in ballo fior di quattrini!). Sono certo che se, anche soltanto per un po’, ci riflette su, vorrà tornare ad essere “primo”.


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