Barche ferme fino al 31 dicembre per un contrasto tra Assessorato e Ministero

PALERMO – I pescatori siciliani sono vittime di un vero e proprio “corto circuito” fra lo Stato e la Regione rispetto alle norme applicate e da applicare per il fermo biologico, col risultato che un settore chiave dell’economia isolana rischia la totale paralisi fino alla fine dell’anno con danni per milioni di euro.

È quanto emerso oggi (15 dicembre) in Commissione “Attività produttive” dell’ARS,
presieduta dal Forzista Gaspare Vitrano, dove si è svolta un’audizione del Governo e delle Associazioni di pescatori.

Al centro del problema il conflitto fra le norme applicate dal Governo Musumeci e il Ministero della sovranità alimentare, che ad agosto ha bocciato un provvedimento regionale emesso a marzo, con il quale si era permesso alle marinerie siciliane di effettuare subito il fermo, per limitare i danni derivanti dal caro gasolio.

Secondo il Ministero, infatti, quel provvedimento era illegittimo e quindi il periodo di fermo già svolto non è stato riconosciuto, costringendo i pescatori ad interrompere nuovamente le attività, bloccando le proprie imbarcazioni fino al 31 dicembre.

A ciò si aggiunge che, sempre secondo il Ministero, anche coloro che hanno effettuato regolarmente il fermo dopo agosto, dovranno comunque esercitare la pesca soltanto oltre le 12 miglia dalla costa, “un fatto impossibile – hanno detto oggi i rappresentanti dei pescatori – per tantissimi operatori che non hanno una licenza per la pesca di quel tipo”.

Per il Presidente della III Commissione Gaspare Vitrano “è evidente che vi è stata una carenza di dialogo fra Stato e Regione, del quale però non possono fare le spese i pescatori e gli armatori siciliani, che certamente non hanno superato il periodo di crisi dovuto al Covid prima e al caro energia dopo.”

La Commissione ha chiesto al Governo regionale, che oggi era rappresentato dal Direttore generale del Dipartimento e dal Capo di Gabinetto dell’Assessore, di attivarsi immediatamente con il Governo nazionale perché siano previste forme di ristoro per coloro che hanno effettuato il fermo in linea con le disposizioni del Governo Musumeci
e perché si affronti in modo costruttivo il tema della pesca entro le 12 miglia.

“Gli operatori e gli imprenditori della pesca – conclude Vitrano – non possono essere schiacciate dalla burocrazia e dall’assenza di coordinamento fra Uffici e amministrazioni diverse. Confido che la Regione si attivi al più presto”.


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