Categoria: Le nostre Tradizioni

  • L’uri di la jurnata

    L’uri di la jurnata

    Il popolino dei vecchi tempi usava poco l’orologio, molti non lo possedevano ed altri non lo conoscevano; tutti però sapevano interpretare il suono delle campane delle chiese. Esse incominciavano a suonare la mattina prestissimo, poiché verso le ore 4,30 c’era la prima messa per permettere ai contadini, che a quell’ora già si avviavano verso la…

  • Lu Caccamu e la Ficurinia

    Lu Caccamu e la Ficurinia

    “Caccamo… Cacciatore caccamo”. I miei ricordi questa volta mi portano ai lontani anni ’50, quando molte persone, appartenenti alla passata civiltà contadina, pur di sbarcare il lunario, vendevano prodotti agricoli per pochi soldi. I più caratteristici erano i venditori di verdure, di “caccamu” e fichidindia, secondo la stagione. Con gli occhi della mente rivedo ancora,…

  • L’apparaturi

    L’apparaturi

    Nel dopoguerra e fino agli anni ’60 circa, con la ripresa economica, le chiese aperte al culto erano più numerose di oggi e le feste religiose si susseguivano una dopo un’altra. Ad ogni Santo da festeggiare la chiesa si “apparava” (arredava) con ornamenti fastosi barocchi, fatti di stoffe di seta, damasco e velluto che dal…

  • L’onore per i nostri nonni

    L’onore per i nostri nonni

    Il Siciliano di una volta conservava, anche nell’età matura, un temperamento spontaneo vicino alla natura, senza sotterfugi, con trasporti di generosità e gelosie, gioie e dolori, allegrie e tristezze, rancori e perdoni, amori ed odi, come solo i ragazzi possono fare. Per il suo carattere focoso, amava con tutta l’anima ma odi implacabili si tramandavano…

  • Patruni e domini

      Eravamo ancora negli anni ’50 del secolo scorso. Stava per iniziare la civiltà del benessere e della tecnologia, ma la famiglia patriarcale continuava a seguire gli antichi usi e costumi della millenaria civiltà contadina. “Li picciotti” non avevano nessun diritto a parlare o a protestare nei riguardi delle persone adulte; i figli dovevano dare…

  • Lu rispettu

    Lu rispettu

    Un proverbio siciliano diceva: “Lu rispettu è misuratu, portalu si lu vo purtatu”, ad indicare che il rispetto ha un valore e se lo vuoi portato dagli altri, prima lo devi praticare tu. Per i nostri nonni il rispetto era sacro. Se una persona dava la sua parola d’onore per un impegno preso, la parola…

  • I marciapiedi francesi a Castelvetrano

    I marciapiedi francesi a Castelvetrano

    I piccoli fatterelli di cronaca locale, che apparentemente sembrano insignificanti, e vengono sottovalutati, sono in realtà il primo mattone della storia nazionale. Il sig. Michelino Giacalone, di cui ho già parlato nel mio precedente articolo sulla chiesa dell’Immacolata di Castelvetrano, mi ha raccontato, con tutti i particolari, così come facevano le nostre nonne nel raccontare…

  • Sulla chiesa dell’Immacolata di Castelvetrano

    La locuzione latina di Giovenale: “Mens sana in corpore sano” spesso corrisponde a verità. Il sig. Michelino Giacalone, molto noto ai Castelvetranesi avanti negli anni, è arrivato in discrete condizioni di salute alla rispettabile età di 95 anni grazie alla sua invidiabile lucidità mentale. E’ da tempo che voleva parlarmi per raccontarmi alcuni episodi della…

  • La santa figghiulanza

    La santa figghiulanza

    Quando ero bambino, mia madre mi raccontava che occasionalmente passavano per le strade dei monaci che venivano dalla Terra Santa, avvisando a viva voce: “Va pigghiativi la Santa Figghiulanza, oggi a vintun’ura c’è la prerica a la Matrici”. Non c’è da meravigliarsi se avvisavano in siciliano, poiché agli inizi del 1900 e fino al 1940…

  • Pudda’ri, lu puddaru, la puddara, la pudda e la ‘mpudda

    Pudda’ri, lu puddaru, la puddara, la pudda e la ‘mpudda

    La lingua siciliana ha molti vocaboli simili, con delle differenze appena percepibili, che tuttavia danno un significato del tutto diverso. Purtroppo si tratta di vocaboli in via d’estinzione, che voglio ricordare per non dimenticare. -Puddàri era un vocabolo tristemente noto, per indicare la “fregatura” effettuata da un “malu paaturi” per un debito non pagato; infatti,…

  • Manufatti di artigiani locali

    Manufatti di artigiani locali

    Salvatore Ditta, un anziano pensionato di Partanna del quale abbiamo già pubblicato oggetti della cultura popolare da lui realizzati, in numeri precedenti di Kleos (n. 9 del 17 ottobre 2015, n. 1 del 23 gennaio 2016, n. 2 del 13 febbraio 2016, n. 5 del 21 maggio 2016 e n. 8 del 17 settembre 2016)…

  • Patrimonio culturale

    Patrimonio culturale

    Nei nostri territori ancora resistono manufatti di origine popolare opera di cultori che con amore continuano a far rivivere tradizioni culturali cui ancora i cittadini, soprattutto quelli di una certa età, rimangono ancora saldamente legati e non mancano persone anziane che ancora realizzano manufatti tipici della cultura popolare. In questo numero di Kleos pubblichiamo la…

  • La quacina e li carcari

    La quacina e li carcari

    La “quacina” (la calce) ancora oggi è utilizzata come malta per l’edilizia. Durante la civiltà contadina, trovava un’infinità di altri utilizzi: Pietre di calce viva si buttavano nelle cisterne e nei pozzi, per potabilizzare l’acqua, spesso inquinata per la presenza indesiderata di pericolosi parassiti, come la sanguisuga. In agricoltura, i nostri nonni per disinfettare le…

  • La leggenda di Satalivigni, bandito mazarese

    La leggenda di Satalivigni, bandito mazarese

    Chi comanda, spesso perché abusa della sua autorità o perché manda la democrazia in un altro paese, non è stato mai visto di buon occhio dalla popolazione. Di contro, la popolazione non ha mai mancato di ammirare ed aiutare chi, con molto coraggio si schiera contro le autorità costituite. La storia ci insegna che dopo…

  • La puzza d’agghia

    Durante il feudalesimo i contadini erano considerati servi della gleba, un piccolo gradino in più degli schiavi. Essi facevano parte integrante della proprietà terriera, del feudatario, e, in caso di cessione della proprietà, essi passavano ad un altro padrone assieme alla terra. Quando nel 1812, con la costituzione imposta dagli inglesi ai borboni, cessò per…

  • L’attruvatura

    L’attruvatura

    Il vocabolo siciliano “attruvatura o truvatura” sta ad indicare l’atto del ritrovamento di un tesoro nascosto da molto tempo e dimenticato da tutti. Si tratta di credenze popolari, che, assieme al fatalismo e superstizioni, risalgono al dominio arabo in Sicilia. Una ricca letteratura scritta, più i numerosi racconti orali che si tramandavano da padre in…

  • Quartieri, cinta daziaria e parrocchie a Castelvetrano

    Quartieri, cinta daziaria e parrocchie a Castelvetrano

    La Castelvetrano ottocentesca era divisa in quattro quartieri: Sant’Antonio, San Giovanni, San Nicola e San Giacomo. Ogni quartiere era dotato di una compagnia d’armi con un alfiere e un vessillo sotto il comando di un capitano. Ogni prima domenica del mese la compagnia era chiamata ad esercitarsi al tiro al bersaglio e alla prova pratica…

  • Cane di compagnia e randagismo

    Cane di compagnia e randagismo

    Una volta la famiglia era formata dal padre, dalla madre, da una numerosa prole, spesso dai nonni e a volte dai bisnonni. Le famiglie più povere spesse volte coabitavano in un monolocale. Un amore sincero ed un alto senso del dovere dettato dalla legge di natura, tratteneva unite queste persone. Oggi, per una serie di…

  • Le carceri di Castelvetrano nella storia

    A Castelvetrano il primo edificio carcerario di cui abbiamo notizia fu “Li carciri vecchi”, che si trovavano presso la torre di Giglio che ancora esiste nell’attuale Via Garibaldi. In seguito le carceri passarono alla “Vicaria Nova”, una massiccia torre saracena costruita a partire dal 1617 e terminata nei primi mesi del 1619. In quegli anni…

  • I sindaci di  Castelvetrano dal dopoguerra ad oggi

    I sindaci di Castelvetrano dal dopoguerra ad oggi

    CASTELVETRANO – Ho fatto una sudata ricerca su chi ha amministrato la cosa pubblica a Castelvetrano dallo sbarco degli alleati (10 luglio 1943) ai giorni nostri, con la speranza che sia un argomento gradito per il lettore. Giusto per ricordarlo, l’ultimo podestà, che ha amministrato il Comune durante il regime fascista, è stato il commendatore…

  • La civiltà maschilista

    La civiltà maschilista

    CASTELVETRANO – e ricordo con nostalgia la civiltà contadina, scomparsa intorno agli anni ’50, devo pur ammettere che allora si peccava di eccessivo maschilismo. Era il tempo di “Padre padrone” di Gavino Ledda e di “Un delitto d’onore”di Giovanni Arpino. Allora la donna non poteva uscire da sola o senza il consenso dei genitori o…