Chiusura del Punto nascita dell’Ospedale di Castelvetrano: per il sindaco di Partanna occorre un confronto immediato per la riapertura

CASTELVETRANO – Il sindaco di Partanna, Nicolò Catania, interviene in merito alla notizia della chiusura del Punto nascita presso l’ospedale “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano. “Una decisione appresa con amarezza e con profondo rammarico, decisamente inaccettabile, in quanto contribuisce a depauperare sempre di più l’offerta sanitaria rivolta ai cittadini del territorio. Ciononostante – dice il sindaco Catania – prendo atto delle motivazioni tecniche addotte dal Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, dottor Paolo Zappalà, che in una dichiarazione parla di chiusura ‘temporanea’ del punto nascita per motivi legati alla sicurezza. Prendo spunto da tali dichiarazioni e confido nella fattiva collaborazione del Commissario per rilanciare, tuttavia, la necessità di affrontare in un confronto immediato la questione, trovando tutti insieme le soluzioni necessarie per la riapertura immediata”. Il primo cittadino si chiede, dunque, se sia meglio avere partorienti e nascituri in totale sicurezza o pretendere, a tutti i costi, l’apertura del punto nascita, seppur con carenza di medici. Catania interviene dopo ore dalla notizia che il punto nascita dell’ospedale “Vittorio Emanuele II” verrà trasferito presso l’ospedale di Mazara del Vallo; oggi (13 aprile) non è andato in ospedale come i colleghi di Castelvetrano e Campobello di Mazara per impegni istituzionali precedentemente assunti, ma ritiene necessario e non più procrastinabile “andare oltre le polemiche sterili e le inopportune strumentalizzazioni”. «È importante – dice ancora – che si affronti a questo punto la questione più complessiva relativa ai servizi sanitari del nosocomio, onde evitare che ad ogni piè sospinto si debba procedere con proteste più o meno forti riguardanti singoli problemi sparsi che non portano a nulla. Ecco perché chiederemo un incontro urgente con il Commissario Paolo Zappalà. È necessario capire cosa si vuole fare del nostro nosocomio, fermo restando che in prospettiva sarà sempre utile una deroga al decreto Balduzzi che la pandemia ha rivelato essere un boomerang per la sanità nazionale. Quello che chiediamo al fine di scongiurare ulteriori disservizi – aggiunge – è fare un ragionamento serio e non estemporaneo, che ponga l’attenzione ad attività specialistiche e con il personale che garantisca piena sicurezza. I nostri concittadini hanno diritto alla salute e a trattamenti sanitari di qualità e in assoluta sicurezza. Sarebbe utile affrontare da subito in un quadro di prospettiva, di quali implementazioni necessitano tutte le strutture, in particolare quelle che gestiscono le urgenze e le reti  tempo dipendenti, quindi pronto soccorso, rianimazione, Utic cardiologica e terapia intensiva, senza sottovalutare quali azioni siano necessarie per implementare oncologia e oncoematologia, ortopedia, nefrologia e dialisi, chirurgia e medicina, che vanno, a nostro parere, adeguatamente potenziate. Chiediamo anche l’introduzione di nuove tecnologie sanitarie, tra cui l’interventistica cardiovascolare, fermo restando che le strutture di supporto quali la patologica clinica, la farmacia ed altre, vanno meglio potenziate per il buon funzionamento della sanità belicina”.

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