Chiusure scuola in Sicilia. Uil e Uil Scuola Trapani contro l’ordinanza regionale. “Sbagliato escludere scuola dell’infanzia. Servono misure di sicurezza uguali per tutti”

PALERMO – La Uil Trapani e la Uil Scuola Trapani si schierano contro l’ordinanza regionale con la quale vengono sospese le attività in presenza nelle scuole della regione escludendo la scuola dell’infanzia che ospita i bambini dai 3 ai 6 anni.

“Le misure di sicurezza sono le benvenute – affermano il segretario generale Uil Trapani Eugenio Tumbarello e il segretario generale Uil Scuola Trapani Giuseppe Termini – ma vanno prese per tutti. A nostro parere la discriminante adottata non trova alcuna logica spiegazione nel sistema integrato della scuola dell’infanzia che nella sua articolazione vede nella linea dei tre anni il cardine del sistema stesso. Mettere insieme le attività educative e didattiche dei nidi, degli asili, delle sezioni primavera e delle scuole dell’infanzia è un errore”.

E continuano: “Al di là della confusione che ci pare si stia generando nel trattare la questione specifica della scuola dell’infanzia si ritiene che il personale della stessa non possa essere discriminato rispetto al personale della scuola primaria per effetto dello stesso contratto di lavoro e delle caratteristiche didattico-educative. Docenti e bambini della scuola dell’infanzia hanno lo stesso diritto di tutela alla salute. La politica – concludono – piuttosto pensi a guardare al tema dell’infanzia con maggiore coraggio ed utilizzando al meglio tutte le risorse che nel tempo sono state stanziate per far sì che il sistema integrato trovi piena attuazione e dia risposte concrete e strutturali alle famiglie e alle donne lavoratrici”.

Dal canto loro Giuseppe Badagliacca e Nicolò Scaglionela della Csa-Cisal ribadiscono: “Gli asili nido e le scuole dell’infanzia che si occupano delle bambine e dei bambini da 0 a 6 anni, specie nel momento in cui i contagi da Covid-19 sono in risalita, meritano più attenzione da parte del Governo regionale e dei sindaci: si tratta di ambienti di lavoro molto particolari in cui non è possibile né mantenere il distanziamento sociale, né obbligare ‘l’utenza’ all’uso delle mascherine. La decisione di lasciarli aperti, contrariamente al resto del mondo scolastico, va incontro alle esigenze di tante famiglie e dei bambini stessi, ma servono misure che tutelino loro e i lavoratori come, ad esempio, una corsia preferenziale nelle vaccinazioni, sanificazioni periodiche e controlli capillari”.


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