Comunicato stampa del Circolo del Partito Democratico di Partanna in merito all’incidente sulla statale 118 e il lavoro pendolare

PARTANNA – Il Circolo del Partito Democratico di Partanna esprime profondo cordoglio alle famiglie delle due vittime dell’incidente stradale tra un’auto e un autobus di linea, avvenuto il 24 Ottobre nei pressi dello svincolo autostradale di Santa Ninfa/Castelvetrano, sulla statale 118.

L’automobilista, il medico di Castelvetrano Leonardo Denaro, si recava nel presidio territoriale di emergenza a Santa Ninfa dove prestava servizio. Deceduto anche un passeggero dell’autobus che in seguito alle ferite riportate era stato trasportato in Ospedale.

La vittima, Ivan Genna, operatore sanitario di Marsala (Strasatti), stava rientrando presso la sua città dopo aver svolto servizio a Palermo. Esprimiamo inoltre un sentimento di vicinanza ai passeggeri dell’autobus – in tutto una quindicina – rimasti feriti. Ad essi auguriamo una pronta guarigione.

La tragica notizia dell’accaduto ci ha molto colpito emotivamente, in modo particolare per la situazione che accomuna molti nostri concittadini partannesi, lavoratori pendolari, studenti, che si trovano quotidianamente a percorrere quelle stesse strade e a usare quegli stessi mezzi di trasporto coinvolti sfortunatamente nell’incidente.

Con i mezzi pubblici o con l’auto di proprietà, spostarsi quotidianamente per raggiungere il luogo di lavoro o di studio è qualcosa che fanno 30 milioni di italiani. C’è chi, da lavoratore precario o da genitore, non può permettersi di vivere stabilmente lontano dal paese di origine, c’è invece chi ha deciso di dire addio ad aria inquinata e ad affitti eccessivi, spostandosi verso la campagna e continuando a macinare chilometri e chilometri per tornare tutte le mattine in città.

Il fenomeno è in continua crescita e molte sono le cause: la precarietà del lavoro, il carovita delle città più popolose, l’assenza delle reti sociali che contraddistinguono le piccole cittadine, la delocalizzazione delle aziende, l’assenza di politiche per le famiglie e le giovani coppie e via dicendo. In Italia, è ancora un problema poco studiato e normativamente scarsamente considerato, nonostante le tante implicazioni economiche, sociali e persino ambientali.

Basti considerare gli effetti sulla salute dipendenti dall’alterazione dei ritmi sonno-veglia e dallo stress dovuto a ritmi lavorativi che poco si conciliano con i tempi della vita privata, con gli orari delle scuole, con la cura della famiglia, e che colpiscono di più le donne.

Secondo il rapporto Censis-Michelin 2018, un pendolare in Italia fa in media circa 29 km al giorno e impiega circa 57 minuti. Un tempo prezioso, rubato al sonno o ad altre occupazioni. Ma se quello di viaggio è per alcuni tempo perso, per altri, tra mail e telefonate, è tempo lavorativo che il Censis quantifica in un mese di lavoro in più l’anno, tempo assolutamente ignorato dalle consuete logiche di calcolo dell’orario sul posto di lavoro.

Bisogna tenere in considerazione anche lo stato delle infrastrutture di collegamento percorse dai pendolari nei quotidiani spostamenti tra i luoghi di lavoro e la propria dimora. In Sicilia e nel nostro territorio, la condizione della viabilità non versa certo in condizioni ottimali per la sicurezza di chi viaggia, né si dispone di mezzi di trasporto alternativi al trasporto su gomma. Da decenni non si realizzano investimenti pubblici in questa direzione.

Parlando ad esempio della rete ferroviaria locale, il tempo di percorrenza della tratta Castelvetrano-Palermo va da un minimo di 2 ore e 41 minuti con un cambio, ad un massimo di 4 ore 37 minuti e ben 4 cambi, tempistiche assolutamente non competitive e disincentivanti all’utilizzo del più sicuro trasporto ferroviario.

Questo dovrebbe essere da spunto di riflessione su cosa migliorare e dove l’investimento pubblico dovrebbe essere indirizzato sul nostro territorio, magari migliorando le infrastrutture di trasporto pubblico, ed evitando di depotenziare o chiudere importanti presidi sanitari locali.


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