“Diamo voce…ad un territorio!”

di Antonino Bencivinni      Il sindaco di Partanna, Nicolò Catania già nell’aprile scorso, in una manifestazione pubblica organizzata ad hoc, si è ufficialmente dichiarato pronto a candidarsi come deputato alle prossime elezioni regionali con l’obiettivo di farsi portavoce istituzionale delle istanze dei cittadini ed ha delineato in sintesi il progetto politico che vuole ridare voce ad un territorio spesso dimenticato o relegato ai margini della politica nazionale e regionale. In quell’occasione, anche se già lo sbocco politico circolava nell’aria, non aveva indicato il partito di preferenza, cosa che ha sistematicamente fatto per tutti gli anni delle sue due sindacature (finora 9 anni). A giugno però le cose sono inevitabilmente cambiate e Catania è passato con Fratelli d’Italia dove è stato bene accolto: “Catania è un ottimo amministratore, apprezzato nella sua città e nel territorio”, ha evidenziato il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia; “la provincia di Trapani non potrà più essere considerata un dipartimento di Palermo, ma dovrà godere di visibilità propria, dovrà tornare ad essere protagonista del proprio destino”, ha ribadito il segretario provinciale del partito, dimostrando su questo punto di trovarsi nella stessa lunghezza d’onda del sindaco di Partanna. Il segretario provinciale del partito ancora più esplicitamente ha anche parlato, a proposito delle adesioni di amministratori come appunto Catania, di “un territorio che ancora patisce ritardi negli interventi nodali, problemi infrastrutturali, disattenzioni, come quello ad esempio belicino”. La sua presenza nella sua Partanna e nel territorio, le sue competenze ed i successi registrati sono stati evidenziati già nell’editoriale del numero scorso. In questa sede c’è solo da augurargli di avere fatto anche una scelta politico-istituzionale vincente in grado di consentirgli di raggiungere il risultato di far sì che si collochino i giusti riflettori su un territorio come quello belicino ricco di beni architettonici e culturali in genere, che vanta prodotti enogastronomici di livello molto apprezzati anche fuori (dalle olive e l’olio, al vino, alle cipolle, al miele…), eccetera, eccetera. Allora è tutto pronto per “valorizzare” questo benedetto territorio?


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