E’ QUESTA LA DEMOCRAZIA, BELLEZZA!

Parva Favilla.     Ho solo un rimpianto: non aver conosciuto mio nonno; non aver potuto fruire, quindi, del rapporto diretto con una persona colta e saggia. E sì, perché mio nonno fu un grande giurista (un costituzionalista, addirittura!) e un grande filosofo. Per fortuna, mi è stato tramandato il suo insegnamento, anche se in pillole. Alla stregua del pensiero di un Cartesio, sintetizzato nel “cogito, ergo sum”, anche il pensiero di mio nonno può essere racchiuso in un motto, trasmessomi in vernacolo da un amico di famiglia; esso suona grossomodo così: “cu cumanna fa liggi”. Una espressione in cui si nota l’acume del giurista, là dove la si consideri dal punto di vista di chi detiene il potere. Infatti, chiediamoci: a chi spetta fare le leggi? A chi spetta decidere dove far sorgere un’antenna e dove un
chiosco? se questo marciapiede deve essere stretto o largo; se questi soldi debbono essere spesi per uno spettacolo o per dar da mangiare a degli indigenti; se un ente inutile deve essere tenuto in vita o soppresso? Ditemi voi, a chi spetta deciderlo? E’ della massima evidenza che tutto ciò (e anche altro, purtroppo!) spetta a “cu cumanna”; a chi è riuscito a diventare “rappresentante” (!) dei cittadini. E’ questa la democrazia, bellezza! Mi direte: fin qui il nonno “giurista”; ma il nonno “filosofo”? Per scoprirlo, basta leggere
il motto di mio nonno dal punto di vista del cittadino. Sconsolatamente, allora, non possiamo che constatare che il cittadino, di fronte alle decisioni da cui dipendono le sorti dei servizi che stanno a fondamento della sua vita sociale, è impotente. Lui che, stando al principio su cui si fonda la “democrazia” (etimologicamente, “governo di popolo”), dovrebbe essere il detentore del potere (in quanto parte di quel popolo che pomposamente viene definito “sovrano”), una volta tracciata sulla scheda la sua brava “croce” non conta più un’acca, non viene più interpellato. E allora?
Allora, ecco la parola consolatoria di mio nonno filosofo, pregna di saggezza antica, che col
suo “cu cumanna fa liggi” sembra dire: “non affannarti; c’è chi si preoccupa
per te”. E tu ti senti sollevato! Ah, la saggezza del “motto dell’antico”!


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