GI GAN TI, dal capolavoro pirandelliano, apre la stagione di teatro danza del Teatro Selinus

CASTELVETRANO – Domenica 28 ottobre alle ore 17.30 si inaugura la Stagione di teatro e danza del Teatro Selinus con lo spettacolo “GI GAN TI”, progetto e regia di Lia Chiappara, tratto da “I giganti della montagna“ di Luigi Pirandello. La stagione proseguirà con altri nove spettacoli fino alla primavera 2019.
GI GAN TI tratto da “I giganti della montagna” di Luigi Pirandello, nuovo allestimento, coprodotto con il Teatro Biondo, ideato e diretto da Lia Chiappara, vedrà in scena Matteo Anselmi, Roberta Belforte, Alice Canzonieri, Gloria Carovana, Vincenzo Costanzo, Massimo Rigo, Silvia Scuderi e Giuseppe Vignieri. Le musiche sono di Antonio Guida.
«GI GAN TI – spiega la regista Lia Chiappara – propone l’idea profonda di teatro come “arte” non impossibile ma fragile e precaria, perennemente in bilico fra gli impulsi dell’invenzione fantastica e le risorse dell’abilità pratica».
«La stagione 2018/2019 del Teatro Selinus – dichiarano i direttori artistici Beno e Luca Mazzone – attenta alla divulgazione e alla formazione del pubblico, alterna un fitto e ricco percorso per le scuole, portando a Castelvetrano interessanti produzioni della scena nazionale e internazionale, con una forte attenzione alla riscrittura di classici e alle nuove drammaturgie». La programmazione spazia da Maruzza Musumeci di Andrea Camilleri, per la regia di Daniela Ardini, che narra d’amore e di vendetta, di magia e di favole attraverso un’antica leggenda rivisitata e sospesa tra mito e racconto popolare, al poema disperato Penelope della Compagnia Scena Nuda di Reggio Calabria, fino a L’amante di Harold Pinter a firma Teatro Akròama, passando per la danza della compagnia Svizzera di Tiziana Arnaboldi con Danza e Mistero, e poi ancora Come sono diventato stupido di Teatro Binario 7 di Monza e Chaos – Humanoid B12 della Compagnia Il Mulino ad Arte di Torino. Diversi sono inoltre gli spettacoli prodotti dal Teatro Libero e inseriti nel cartellone del Selinus: Prof! del drammaturgo belga Jean Pierre Dopagne, per la regia di Alberto Giusta, che narra la storia di vita di un professore davanti al Ministero di Giustizia, poi Fratellini di Francesco Silvestri, prima produzione dell’artista residente per il triennio 18/20, che indaga il tema della malattia e del dolore, proseguendo con la riscrittura del mito di Medea per mano di Laurent Gaudé con Medea Kali, per la regia di Beno Mazzone. La stagione non prevede soltanto spettacoli, ma un coinvolgimento complessivo del territorio, degli artisti del territorio, e delle comunità. Infatti, Francesco Silvestri condurrà un laboratorio di scrittura drammaturgica rivolto a coloro che vogliono scoprire i meccanismi della scrittura teatrale. E poi, nel corso dell’anno si svolgeranno dei progetti di residenza con giovani compagnie, con l’obiettivo di creare eventi di formazione ed educazione del pubblico e di coinvolgimento della comunità.

La Stagione pomeridiana del Teatro Selinus
(Spettacoli domenicali, ore 17.30):
Il 28 ottobre, una prima produzione del Teatro Libero in Stagione, GI GAN TI, da “I giganti della montagna” di Luigi Pirandello per la regia Lia Chiappara – un lavoro che prova ad esplorare il problema dell’autonomia dell’arte, condizione da sempre vissuta da ogni “artista”, non senza lacerazioni e contraddizioni.
Maruzza Musumeci va in scena l’11 novembre: di Andrea Camilleri, per la regia di Daniela Ardini, Maruzza Musumeci è una favola in cui si intrecciano mito e storia attraverso una fantasia sconfinata imbrigliata nel racconto di una vita vissuta intensamente.
Il 25 novembre Come sono diventato stupido di Martin Page, per regia di Corrado Accordino, una produzione Teatro Binario 7 di Monza – l’intelligenza di Antoine, vissuta come una terribile malattia che gli nega la gioia di relazioni sociali soddisfacenti, lo porterà alla decisione di diventare stupido. Perché gli stupidi, a detta sua, sono felici in quanto inconsapevoli.
Il 2 dicembre L’amante di Harold Pinter, diretto da Lelio Lecis, una produzione Teatro Akròama – un gioco di riflessi di specchi che indaga un tema delicato che riguarda l’inconscio e l’interesse che mantiene vivo un rapporto di coppia. Quale dei due coniugi ha torto, quale ha ragione? Un vero e proprio “gioco di ruoli” che cerca di mettere a nudo il rapporto di coppia, toccando temi che, nel profondo, spesso viviamo, che non osiamo confessare neanche a noi stessi…
Il 16 dicembre Penelope di Matteo Tarasco. Un poema erotico e disperato, che espone con lucida follia e altissimo linguaggio le pene di un amor ritrovato, ma invivibile. Penelope illustra le più atroci conseguenze dell’amore, ripercorrendo l’Odissea dal punto di vista di Penelope, la quale, oramai defunta, racconta il ritorno di Ulisse, come mai è stato raccontato.
Una seconda produzione del Libero, il 20 gennaio 2019, Prof!, di Jean-Pierre Dopagne, con la regia di Alberto Giusta – la storia di un professore raccontata davanti al Ministero della Giustizia, un viaggio che abbraccia quasi tutta la sua vita; partendo dai precetti di suo padre, passando per la passione dell’insegnamento, fino a quel maledetto 17 febbraio…
La terza produzione del Libero, il 24 febbraio, Fratellini, di Francesco Silvestri – come si esprime con verità il dolore di chi si ama? Come si fa a star vicini a chi soffre? Forse occorre dimenticare distanza e paura, imparare ad avere coraggio, provare a toccare le piaghe di chi soffre.
Il 10 marzo Chaos – Humanoid B12 di Daniele Ronco, produzione Compagnia il Mulino ad Arte di Torino – ambientato nel 2026, in un mondo in cui il vuoto è palpabile. Siamo arrivati alla deriva del progresso tecnologico, talmente avanzato che gran parte dell’umanità si è dimenticata di se stessa. In questo contesto si intreccia la storia di due personaggi diametralmente opposti…
Il 17 marzo l’omaggio a Charlotte Bara, Danza e mistero, con le coreografie di Tiziana Arnaboldi, una produzione Compagnia Tiziana Arnaboldi, Ascona / Svizzera – un raffinato percorso coreografico tra luce e buio che si fa omaggio alla grande danzatrice Charlotte Bachrach. Arnaboldi lavora sulla postura gotica per riallacciare il filo rosso che la lega allo spazio e alla figura della danzatrice belga.
Il 31 marzo chiude la stagione una produzione del Teatro Libero di Palermo Medea Kali, di Laurent Gaudé, traduzione e regia Beno Mazzone – il mito di Medea riscritto da Gaudé che la trasporta in India, tra intoccabili e nuovi poteri. Una nuova divinità della morte, della danza, e dell’amore. Una ferita aperta che lascia credere alla sua propria follia, divenendo un’ombra luminosa.
Il botteghino del Teatro Selinus sarà aperto: giovedì 25, venerdì 26 e sabato 27 ottobre dalle 10.00 alle 13.00 e domenica 28 ottobre a partire dalle 15.30.
Informazioni e prenotazioni allo 091.6174040 e 360.549523.
Biglietto posto unico € 12.
Abbonamento a 10 spettacoli intero: 60 euro, abbonamento ridotto per under 30 e over 60: 40 euro.
Teatro Selinus – Piazzale Carlo D’Aragona, 7, 91022 Castelvetrano


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