Giorgio Assenza sulla riduzione dei parlamentari nazionali: “Votano il taglio delle poltrone per mantenere la poltrona”

– “La riduzione dei parlamentari non significa che verranno ora eletti soltanto quelli bassi e magri; io non avrei alcuna chance – comincia con una boutade e una battuta autoironica la disamina di Giorgio Assenza “per sottolineare quanto c’è di ridicolo in questa riforma costituzionale che stravolge in peggio proprio la Costituzione e, con essa, il diritto di rappresentanza, ovvero democrazia: meno seggi significa ampie porzioni di popolazione votante non rappresentata, ergo una più cospicua percentuale di eletti da quei poteri forti di ogni tipo, tanto avversati dai pentastellati. Se i padri della democrazia decisero quei numeri per le due camere, addirittura quando gli italiani era ben meno dei quasi 62 milioni odierni, il motivo per cui lo hanno fatto si chiamava con un solo nome: diritto di rappresentanza”.

“Ma, purtroppo, il ridicolo in politica non fa ridere di cuore poiché provoca nocumento alla nazione intera, ai cittadini – riprende il presidente dei questori in Ars – Fra l’altro, a fronte di un risparmio che si sarebbe potuto ottenere con ben altri provvedimenti di minor impatto mediatico (ma il mediatico è l’unico vero obiettivo dei 5 Stelle che guidano de facto questa maggioranza) il primo immediato risultato ottenuto è quello di sbilanciare le istituzioni e punire le realtà geografiche più piccole e le minoranze di ogni genere. Un esempio per tutti: Ragusa rischia di rimanere senza un proprio rappresentante”.

“Certo è che fa senso la compattezza con la quale è stato approvato il ddl dalle stesse persone che gli avevano votato contro già tre volte. Alcuni autorevoli componenti di questa maggioranza collage (certamente non di solidarietà nazionale) hanno già confessato il proprio assenso ob torto collo; come dire che hanno votato il taglio delle poltrone pur di continuare a occupare le proprie poltrone… Cosa che è stata fatta anche da quasi tutta l’opposizione. I festeggiamenti o, meglio, le piazzate grilline raddoppiano la loro vergogna per la decisione presa”.

“Questa riforma, infine, obbligherà nelle more alla discussione di una nuova legge elettorale durante la quale ne vedremo delle belle nello scontro che si innescherà fra proporzionalisti e difensori del sistema maggioritario nelle due Camere ma pure nella maggioranza attuale strenuamente difesa col voto di ieri da Pd, Leu e Italia Viva fino a snaturare se stessi, le proprie convinzioni, e mettere il Paese a rischio di demagogia applicata! La deriva demagogica – conclude Assenza – sembra vivere le ultime scene di uno spettacolo di cui è stata per un po’ protagonista: è tempo che lo riconoscano gli attori della farsa venefica per il Paese consumata ieri. Non a caso, oltre al “questa legge fa schifo” di Orfini che l’ha alla fine della fiera appoggiata, le considerazioni più dure vengono dai costituzionalisti più avveduti. Cerchiamo di evitare il de profundis alla democrazia”.


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