I funghi: giudici supremi del nostro ecosistema

Cari lettori, questo mese prendendo spunto da un articolo di un mio caro amico e collega di Master, dott. Maurizio Bagnato, uno dei più importanti micologi a livello nazionale, ci inoltriamo su un argomento tanto sconosciuto quanto affascinante: la Micologia (studio dei funghi). Per quanto questi esseri viventi, i funghi, possano apparentemente avere un ruolo marginale nel nostro ecosistema e sugli equilibri tra i vari esseri viventi, la realtà con vari tipi di evidenze ci dice che non è così. E più ci si addentra da profani in questo mondo, più è sorprendente notare come tutti i tasselli vanno a combaciare nell’asserzione di una tesi, quella che i funghi determinano l’equilibrio di tutti gli esseri viventi nel nostro pianeta. Equilibrio nel senso più ampio del termine, anche estremo, nel senso che anche la vita e la morte sono regolati dai funghi, in un quadro che può essere riassunto in una frase: ”funghi come forma vivente del cambiamento”. È ormai acclarato nella comunità scientifica come alcuni tipi di funghi riescano a preservare l’ecosistema da alcune forme di inquinanti ambientali o addirittura dalla radioattività, con un lavoro lento e silenzioso, ma il concetto nuovo che molti micologi vogliono porre alla nostra attenzione è come di contro i funghi riescano a porre fine alla vita di alcune specie di animali o di piante nel momento in cui esse si dimostrino sofferenti a vivere nel proprio ambiente, a causa di cambiamenti causati principalmente dall’uomo. Quindi per la prima volta viene posta all’attenzione generale come i funghi possano da un lato preservare la vita, dall’altro possano portarla a termine, nel momento in cui le condizioni ambientali iniziano a divenire poco appropriate per lo sviluppo di determinate specie. Ma attenzione, tutto ciò non ci deve sembrare così lontano da noi…l’uomo infatti non è fuori da questo contesto. Facendo parte anche noi dell’ecosistema, essendo anche noi parte del complesso meccanismo della vita, anche noi siamo soggetti al “giudizio” dei funghi. Sicuramente avrete sentito dire che un’altissima percentuale di decessi nelle rianimazioni dei nostri ospedali (che ospitano una categoria di pazienti molto fragile e soggetta a molti tipi di infezioni) sia causate da infezioni da funghi; il 50% dei decessi nosocomiali di malati immunocompromessi trapiantati è causato da un fungo chiamato Aspergillus Fumigatus. Potremmo prendere questo come esempio lampante dell’oscuro lavoro dei funghi con l’uomo: una selezione di specie dei soggetti che dopo aver subito un trapianto “non sarebbero più idonei alla vita” nel proprio ambiente. Insieme all’esempio dell’Uomo esistono altri dati impressionanti secondo i quali il 65% delle estinzioni di esseri viventi sulla Terra sia dovuto a funghi di diverse specie: come se essi rappresentassero l’ago della bilancia, i giudici che controllano i requisiti essenziali, le credenziali necessarie al diritto alla vita sul nostro pianeta! In altre parole, per capire bene il concetto, dobbiamo per un attimo allontanarci dalla nostra visione antropocentrica (uomo al centro di ogni ragionamento), e mettere l’ambiente nel proprio insieme al centro di tutto: in tal modo si può comprendere la centralità dinamica del fungo, nel mezzo tra materia ed energia, tra la vita e la morte, nella scelta tra le due opportunità quella più conveniente al sistema vivente nel suo complesso, per il suo mantenimento e per la prosecuzione della vita. Probabilmente un fungo ci spazzerà via e sarà un bene per la Terra, ma comunque una chance coi funghi l’abbiamo ancora, visto che gli scienziati di tutto il mondo studiano l’utilizzo dei funghi nel risanamento ambientale (biomico-remediation), nel disinquinamento da Cesio 137 (Boletus Badius) e nel disinquinamento delle acque con la Stilbella Aciculosa. In conclusione il duplice ruolo dei funghi, tanto nel dare la vita togliendo inquinanti o radioattività, quanto nel dare la morte quando non ci sono più le condizioni ambientali per la permanenza tra i viventi, è la base nel ruolo dei funghi nella Micomedicina, di cui il mio collega sopra citato è un fervente assertore, e che rende questa specie tanto sottovalutata nella storia dell’Uomo così speciale adesso, e degna di una lucida riflessione. Per qualsiasi domanda, approfondimento, discussione, siamo a disposizione all’indirizzo della redazione, o al mio: fabrizio_barone@libero.it.

Fabrizio Barone


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