Il Convento dei Carmelitani (l’Ospedale) si trova in uno stato di totale abbandono

PARTANNA – Partanna, ormai è più che noto, ha perso tante chiese, case signorili, il convento degli Agostiniani ecc. più per le insensate demolizioni eseguite dall’uomo che non a causa del terremoto. Dei beni comunali rimasti, qualcuno – monastero delle Benedettine – è stato recuperato e viene fruito. Qualche altro – come il convento dei Carmelitani (chiamato dagli anziani ospedale perché sino agli anni 1960 fu a ciò destinato) – staticamente consolidato una ventina d’anni fa, senza destinazione d’uso, giace in uno stato di totale abbandono, privo di infissi esterni ed interni, pavimentazione, servizi, impianti ecc.. Perdurando tale stato la sua sorte è segnata. A causa delle infiltrazioni delle piogge potrebbero iniziare i crolli ed il disfacimento dell’immobile. Di finanziamenti per ultimare dette opere non si sente neanche lontanamente parlare e, se mai dovessero arrivare, con l’attuale esiguo personale in servizio, il Comune difficilmente potrebbe gestirlo. Forse in passato è stata formulata qualche ipotesi per trasformare il convento in albergo, ma non si sa da chi, con quali fondi ed a quali condizioni. Fatto sta che l’imponente struttura versa in stato di coma. Eppure si potrebbe tentare di sfruttarlo puntando, più che sull’utilizzo diretto, sull’indotto che genererebbe se, avendo una opportuna destinazione, venisse gestito da terzi. Il nostro Comune, ma probabilmente tutto il Meridione, muore lentamente. Il calo demografico è costante e sintomatico: nel 2000 i residenti partannesi erano 11.612, nel 2015, 10.607. In quindici anni 1.000 residenti in meno. In particolare, la fascia compresa tra i venti ed i quaranta anni ha lasciato il paese. E di scarso rilievo è l’incremento, nello stesso periodo, degli stranieri da 213 a 408. Ed allora bisogna inventarsi eventi forti, capaci di scuotere l’economia. Il convento dei Carmelitani si potrebbe, ad es., offrire in comodato per 50 o più anni, con esonero dal pagamento delle tasse comunali per un certo numero di anni, a condizione che l’immobile venga ultimato a cura e spese del comodatario (con clausole e modalità da stabilirsi), ad un qualche luminare della medicina (l’idea è dell’avv. Vito Passalacqua) per impiantarvi qualche clinica specializzata in un particolare settore. E perché no?, alle stesse condizioni, facendo leva sulla dolcezza del clima della nostra cittadina, sulla sua posizione geografica, vicina al parco archeologico di Selinunte e a tanti altri tesori ambientali e culturali, a ben due aeroporti ecc., potrebbe essere offerto a Confindustria: i forum di Cernobbio o chi sa quali altri incontri potrebbero tenersi nel ns.Comune. Ci saranno, sicuramente, altre idee, magari migliori di queste, che ci auguriamo, possibilmente sollecitate da queste poche righe, verranno proposte nel tentativo di far vivere un bene che merita non di languire, ma di essere rivitalizzato e di contribuire a portare possibile sviluppo e lavoro ai nostri giovani.

Giuseppe Varia


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