Imu, Tares e ruoli dei Consorzi di Bonifica. “Batoste in arrivo per gli agricoltori se non si cambiano le regole”, lo dice Pino Aleo

Pino Aleo

TRAPANI – “Una batosta in arrivo alla fine dell’anno per gli agricoltori. L’Imu sospesa e spostata in corrispondenza della Tares (la nuova imposta sui rifiuti e sui servizi) insieme ai ruoli dei consorzi di bonifica rivisti al rialzo, rischiano, se il Governo Nazionale e Regionale non prendono le decisioni opportune, di mettere in ginocchio le aziende agricole che sono già gravate da costi di produzione in crescita e spesso indebitate con l’erario”, è quanto evidenzia con veemenza il presidente provinciale della Cia, Pino Aleo.

“L’Imu deve essere profondamente rivista e cancellata per gli immobili agricoli, perché gli agricoltori pagano l’erario due volte per la stessa attività: la prima sul reddito, la seconda sul bene che serve a produrlo”, dichiara Pino Aleo.

Aleo punta il dito anche contro la Tares: “Temiamo che la Tares possa essere assai più gravosa della Tarsu se nell’applicazione del nuovo tributo venisse sottovaluta la peculiarità del settore primario, presidio delle aree rurali, spesso marginali, diffusamente poco servite da quei servizi divisibili ed indivisibili come l’illuminazione o la manutenzione stradale che rappresentano il fine della nuova Tares”.

Il presidente della Cia Trapanese ha scritto, nei giorni scorsi, ai Sindaci di tutti i Comuni della provincia per sensibilizzarli nel senso dell’applicazione della maggiore riduzione possibile (30 per cento), manifestandosi disponibile ad incontrare i primi cittadini dei centri trapanesi, ma fino ad oggi non ha avuto nessun riscontro, forse perché molti comuni della provincia sono interessati al rinnovo del consiglio comunale.

La Cia confida che dal confronto con le amministrazioni locali si possa arrivare ad escludere dalla Tares tutte le aree scoperte e tutti i fabbricati rurali strumentali (rimesse attrezzi, le cantine, i magazzini, i fienili, le serre, etc.) destinati alle attività agricole e  connesse in cui viene compreso l’agriturismo che non può essere paragonato ad altre attività ricettive di tipo tradizionale come alberghi o villaggi turistici.

 


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