Incontri ed interviste impossibili per la giornata della legalità all’I.C. Lombardo Radice-Pappalardo

CASTELVETRANO – Il 2022 sarà ricordato per 3 anniversari fondamentali nell’Educazione alla Legalità, perché ricorre il trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio ed il quarantennale dell’uccisione del Gen. Dalla Chiesa. Proprio per questo l’Istituto ha inteso coinvolgere tutte le classi della scuola ed in particolare le classi 5^ della Scuola Primaria e le classi della Scuola Secondaria di I grado, in due diverse iniziative: le interviste impossibili per il progetto “Uno, nessuno, centomila” e l’incontro con un testimone dell’epoca delle stragi.
Le interviste impossibili “Uno nessuno, centomila: una persona, deceduta per morte violenta provocata dalla mano della mafia, esempio per tantissimi che si oppongono alla malavita organizzata” che ha coinvolto le classi 5^ della Scuola Primaria e le classi 1^ della Scuola Secondaria; gli studenti hanno studiato il fenomeno mafioso ed approfondito un personaggio tra le migliaia delle vittime della mafia e lo hanno intervistato, cogliendo i punti salienti della sua esistenza e della sua uccisione, ma soprattutto il suo messaggio da tramandare alle nuove generazioni. Sono state approfondite le vite di Emanuela Loi, Accursio Miraglia, Graziella Campagna, Mario Francese, Vincenzo Vento, Beppe Montana, Emanuela Sansone, Giuseppe Di Matteo, GianGiacomo Ciaccio Montalto, Felicia Impastato, personaggi più o meno noti, vittime della mafia, o perché l’hanno contrastata o perché si trovavano nel posto sbagliato nel momento sbagliato e che hanno pagato con la loro vita l’impegno contro l’illegalità. Un monito per gli allievi che la via della legalità, seppure costellata di tante vittime, è l’unica da praticare: una lezione viva di cittadinanza attiva e responsabile.
Il secondo progetto ha visto come protagonista, in qualità di testimone dell’epoca delle stragi, Francesco Mongiovì, Sovrintendente Capo della Polizia di Stato, già componente della scorta del Giudice Falcone e della sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo. L’incontro è stato realizzato il 23 maggio presso la Chiesa Madre di Castelvetrano, alla presenza degli studenti delle classi 2^ e 3^ della Scuola Secondaria di I grado ed è stato inaugurato con la rievocazione di quel terribile giorno, attraverso le immagini della strage di Capaci e la canzone di Fabrizio Moro “Pensa” e con le immagini delle interviste impossibili realizzate dagli studenti a Emanuela Loi, il Gen.Dalla Chiesa, Vito Schifani, il giudice Paolo Borsellino ed il giudice Giovanni Falcone. Francesco Mongiovì ha conquistato l’uditorio con la sua testimonianza di fedeltà allo Stato ed alla causa della lotta alla criminalità organizzata, che aveva dato il primo segnale dell’intento stragista nel 1989, anno del fallito attentato alla villa dell’Addaura. Mongiovì ha voluto strenuamente il servizio di scorta per il Giudice Falcone perché riteneva stesse operando per il bene della Sicilia e dei siciliani e, dall’89 fino al dicembre del ’91, si è dedicato senza sosta alla sua protezione e, dopo il trasferimento dello stesso a Roma, ha lasciato la sezione scorte per passare alla Catturandi, contribuendo all’arresto di Giovanni Brusca e Bernardo Provenzano. Ai giovani studenti ha ricordato la sua esperienza come membro della scorta e di come il timore e la paura del rischio l’accompagnassero ogni singolo giorno, timore condiviso dai suoi familiari ma il senso delle Istituzioni e il dovere morale hanno avuto sempre il sopravvento. E’ stato disponibile a rispondere alle innumerevoli domande degli alunni e nelle due ore di testimonianza, ha fatto emergere anche il lato umano del giudice: “Durante la giornata soltanto la mattina, quando l’accompagnavamo in piscina alle 7.30, per ragioni di sicurezza, era il momento in cui capitava di scherzare”.
Francesco Mongiovì ha puntualizzato come la cultura della legalità deve spingere i giovani a realizzare il valore del dissenso, fondamentale in una partecipazione democratica. E poi lo spiazzante invito ai 200 studenti di scrivere lettere al superlatitante Matteo Messina Denaro affinché si consegni alla giustizia. Perché Castelvetrano paga un pesantissimo fardello che svilisce la sua storia, le sue risorse archeologiche e i suoi talenti.
La stessa dirigente, prof. Maria Rosa Barone, sottolinea che “Per combattere la mafia serve un esercito di maestri perché solo con la cultura si può contrastare; solo una nuova generazione, educata alla legalità può essere in grado di reagire a qualsiasi sopruso con comportamenti e stili di vita responsabili. Il ricordo di persone come Falcone e Borsellino deve ispirare al rispetto degli altri”. Quel grande moto di coscienza che si venne a creare immediatamente dopo le stragi del ’92 destò le coscienze dei singoli siciliani e, a distanza di trent’anni, quel sentimento di orgoglio rimane immutato.
Quella di oggi è una esperienza che promuove la legalità come rispetto delle regole, responsabilità, senso del dovere. I giovani studenti apprendono l’importanza dello studio e della cultura attraverso modelli esemplari di servitori dello Stato che si sono sacrificati per il bene comune e guai a chiamarli “eroi”, perché gli eroi , come ha detto Mongiovì, si trovano nei fumetti, nei videogiochi ed al cinema, nella realtà esistono uomini e donne che adottano comportamenti ispirati ai grandi ideali di dovere, rispetto, legalità e giustizia.


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