Isole minori Covid free, proposto il protocollo. “Vaccinare tutti per tutelare la salute e rilanciare il turismo”

PALERMO – “Grazie al protocollo per rendere le Isole minori Covid free, proposto dal Centro Europeo Medicina delle Catastrofi della Repubblica di San Marino (CEMEC) e il Dipartimento Regionale Maxi–Emergenze di Forza Italia, tali comunità locali potrebbero godere di un rilancio che attualmente, rispetto alla terraferma, è più penalizzato dalla condizione emergenziale. Pur restando in sicurezza, potrebbero tornare a vivere di turismo, lavorando piuttosto che sperare nel solo assistenzialismo. Per tale motivo ritengo che l’iniziativa sia di vitale importanza e auspico che il Presidente della Regione accolga favorevolmente la proposta avanzata. Proporrò a tal proposito un ordine del giorno. Il protocollo è infatti basato su degli strumenti tra loro integrati che permettono maggiori filtri nei controlli d’ingresso per le Isole minori a prescindere dalla conclusione della campagna vaccinale. Prevede regole comportamentali specifiche che la comunità isolana e i turisti devono adottare; sistemi di sorveglianza, modifiche delle strutture alberghiere e linee guida di sanificazione più stringenti, per rilanciare così la precaria economica locale, specie nei mesi di alta stagione”. Così afferma la deputata di Forza Italia all’Ars, Bernardette Grasso.

Anche la Uil Trapani si è dichiarata a sostegno della proposta di rendere la popolazione delle isole minori siciliane immune al Covid 19 tramite una campagna di vaccinazione a tappeto della popolazione delle isole. La proposta, partita dalle amministrazioni municipali dei comuni interessati, è stata accolta e rilanciata anche dal leader della Uil Sicilia Claudio Barone.

“Non si tratta di una fuga in avanti – afferma il segretario generale della Uil Trapani Eugenio Tumbarello -. Le isole minori, come le Egadi e Pantelleria, infatti, vivono una condizione diversa rispetto a chi abita nel resto della Sicilia o della penisola. La campagna vaccinale a tappeto, su un numero tutto sommato esiguo di persone, che nel nostro caso potrebbe aggirarsi intorno alle 5 o 6 mila unità, è dunque auspicabile perché si andrebbe a garantire, innanzitutto, la salute degli abitanti delle isole, che per la loro posizione geografica sfavorevole hanno spesso bisogno di spostarsi per ricevere eventuali cure mediche. Dall’altro lato permetterebbe di affrontare l’imminente stagione turistica nel migliore dei modi. Il rilancio di questo settore, e del suo indotto, è fondamentale per consentire a tanti operatori di affrontare la crisi economica generata dall’epidemia da coronavirus, dando un’occasione di rilancio a un comparto così importante dal punto di vista economico ed occupazionale per questa nostra Terra”.


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