La mediazione europea tra studio e analisi comparativa

PALERMO –  Quale è il panorama attuale nel campo della mediazione europea? Quali sono le criticità? E quali gli elementi comparativi tra alcuni Stati europei?

Questi aspetti si stanno studiando nell’ambito del progetto Emedi@ate, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito della linea di intervento “Civil Justice 2012”, che – sino a dicembre – vede insieme alcuni partner europei e, tra questi, un’Unita di ricerca palermitana istituita presso il Dipartimento di Studi Europei e della Integrazione Internazionale presso l’Università di Palermo, il Cresm di Gibellina, il Cemsi di Mazara del Vallo, l’Università del Pireo (Grecia), l’Università di Cipro, l’Università di Tilburg (Paesi Bassi) e il Galician Technological Institute in Spagna.

Da dicembre del 2012 e sino a al prossimo dicembre, il progetto ha l’obiettivo di creare un modello di training per professionisti e soggetti interessati alla mediazione a livello europeo, al fine di diffondere la cultura ed il ricorso alla mediazione nei Paesi afferenti all’area dell’Unione Europea, fornendo strumenti per migliorare il percorso formativo dei mediatori.

«Abbiamo puntato più l’attenzione sui temi della mediation techniques, e-Justice tools, cross-cultural and linguistic communication – spiega il professor Antonello Miranda, coordinatore scientifico del progetto – focalizzando l’interesse a verificare l’esistenza o meno di standards comuni in tema di mediazione all’interno dell’area Ue, facilitare la cooperazione e la condivisione del know-how acquisito nel campo della mediazione e dei sistemi di Adrs in genere tra i professionisti sul territorio europeo.

Ma anche a individuare un nucleo di principi di “soft law” in tema di mediazione civile, familiare e interculturale che rispondano all’esigenza di implementare tali modelli di Adrs».

Nell’ambito del progetto è stato creato il sito www.emediate-justice.eu, concepito come un piattaforma web multitasking, «al fine di sviluppare a pieno gli obiettivi del progetto alla luce delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie» spiega la professoressa Alessandra Pera dell’Università di Palermo. La piattaforma (l’aggiornamento è work in progress) offre a mediatori e aspiranti mediatori, o a chiunque sia interessato, corsi multidisciplinari.

«L’e-learning – spiega Alessandra Pera – non richiede di spostarsi e offre la possibilità di un audience molto ampio e, quindi, una maggiore circolazione e diffusione delle informazioni e delle conoscenze offerte».

La piattaforma offre la possibilità anche di partecipare al forum aperto on-line (attraverso un sistema di registrazione), dove ciascun utente potrà formulare commenti, domande, chiedere spiegazioni e dettagli ai docenti o agli altri discenti.

«L’obiettivo – ribadisce ancora Miranda – è quello di incoraggiare lo sviluppo di un long-lasting networks di specialisti e creare una base solida per la cooperazione futura riguardante anche ulteriori progetti sugli stessi temi».


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