La scuola elementare a Partanna dopo l’unità d’italia (1923-1943) (5)

Il nuovo corso della scuola elementare
Il nuovo corso della scuola elementare, previsto dalla cosiddetta Riforma Gentile, trova gli Amministratori comunali di Partanna disponibili alla sua attuazione. Un esempio di tale disponibilità riguarda l’istituzione della 6^ classe elementare, considerata come “avviamento al lavoro”. Il piano di studi prevede che agli insegnamenti tradizionali vengano aggiunti gli insegnamenti teorico-pratici di agraria, disegno, contabilità e dattilografia, con l’obbligo di 2 ore settimanali per “materia”. La spesa per tali insegnamenti, però, grava sul bilancio comunale e dalla sua attuazione dipende l’istituzione delle 6^ classi. Gli Amministratori del tempo (Sindaco il dr. Giuseppe Cuttone), pertanto, si premurano fin dall’anno scolastico 1924/25 di nominare i rispettivi insegnanti affidando l’agraria all’agr. Emanuele Gargano, il disegno alla sig.na Anna Romano, contabilità e dattilografia al rag. Vito Restivo, con il compenso individuale annuo di £ 800. Nell’anno scolastico successivo all’agr. Gargano subentra il prof. Emanuele Sanfilippo; il disegno viene accorpato con la contabilità e affidati al rag. Vito Restivo; la dattilografia al sig. Giovanni Spadaro. Nell’anno scolastico 1926/27 la contabilità viene affidata al prof. Emanuele Sanfilippo, il disegno e l’agraria al geom. Antonino Pandolfo e la dattilografia alla sig.na Filomena Chiofalo. Il Pandolfo, però, non assume servizio e il disegno e l’agraria vengono affidati al Sanfilippo. Infine, dall’anno scolastico 1928/29 l’agraria e la contabilità vengono affidate al prof. Emanuele Sanfilippo, la dattilografia alla sig.na Filomena Chiofalo, il Disegno e la plastica alla sig.na Rosa Rizzo.
Un nobile gesto
Ed è in questo contesto che si registra un nobile gesto che merita di essere ricordato e additato alle generazioni future. Come si è detto, nell’anno scolastico 1926/27, in seguito alle dimissioni del geom. Pandolfo dall’incarico di insegnante di agraria e disegno, a caricarsi dell’onere di tali insegnamenti è il prof. Emanuele Sanfilippo. A fronte di tale aggiunta, il Sanfilippo avrebbe dovuto ricevere il compenso previsto per il Pandolfo. Ma proprio in quei giorni viene alla ribalta un grave problema per il Patronato Scolastico. Il R. Decr. 20/8/1926 istituisce la pagella scolastica obbligatoria che ha un costo di £ 5. Il Patronato Scolastico, deputato ad intervenire in favore di quelle famiglie che non possono permettersi tale spesa, non ha fondi sufficienti. Generosamente il prof. Sanfilippo si dichiara disposto a rinunziare al compenso dovutogli consentendo all’Amministrazione Comunale di devolvere le £ 800 al Patronato Scolastico e assicurando in tal modo le pagelle agli alunni bisognosi.
Interventi sostitutivi
Di problemi economici relativi alla scuola si fa sempre carico il Comune, e non solo di quelli ordinari. E così, agli interventi per il reperimento di sempre nuove aule, per la manutenzione degli edifici scolastici, per il riscaldamento, per la fornitura di cancelleria, si aggiungono spesso interventi straordinari, talvolta sostitutivi nei confronti dello Stato, quasi sempre in favore delle famiglie bisognose. E ciò soprattutto a partire dal 1934, quando il R. Provv. agli Studi Reg.le di Palermo, nel comunicare che “il Ministero è dolente di non potere quest’anno concedere le consuete somme ai fini di sussidiare gli alunni poveri, suggerisce di aiutarli con sussidi del Comune, del Patronato, ecc.”. E così, per esempio, in quel frangente il Podestà, Giuseppe Sanfilippo, si vede costretto subito ad “accordare al Dirigente del locale R. Corso annuale di Avviamento Professionale un contributo di £ 150 in favore di 6 alunni bisognosi”. Contributi e sussidi che si ripeteranno poi nelle più svariate occasioni.
Una lodevole iniziativa
E’ in questo contesto che si inserisce un’iniziativa della “Regia Direttrice Didattica”, la d.ssa Angela Marchese, che merita senz’altro di essere additata come rivoluzionaria, a prescindere dal fatto che l’idea sia stata del tutto personale o suggerita dall’alto. Nell’anno scolastico 1936/37, di fronte all’impossibilità da parte del Patronato Scolastico di “assicurare un pasto caldo agli alunni bisognosi”, la direttrice Marchese lancia un appello alla popolazione per una sottoscrizione, attraverso l’acquisto di “francobolli” speciali emessi dalla scuola, per la raccolta di fondi. Il primo a rispondere all’appello è il Comune con l’acquisto di n. 100 francobolli. Ma anche la popolazione risponde favorevolmente, tanto che l’iniziativa viene ripetuta anche negli anni successivi.
Locali scolastici
I problemi più gravi di fronte a cui si trovano gli amministratori comunali (il sindaco, prima, e i podestà, dopo) riguardano, però, i locali scolastici. Per far fronte all’esigenza di aule, il Comune è costretto a ricorrere a una miriade di contratti di affitto di abitazioni private, anche quando riuscirà ad acquistare i locali della “Badiella” e a costruire due edifici scolastici, quello dell’ex Convento di S. Francesco e quello di via Messina. Negli anni ‘20/’30 ritroviamo aule scolastiche, oltre che nella sacrestia della chiesa di Gesù e Maria, in numerose abitazioni private: in via Vespri (proprietà della sig.ra Pandolfo Vincenza), in via Vitt. Eman. (sig.ra Rallo Giuseppa), in via Regina Elena (sig.ra Liotta Maria); in via Libertà “con diritto ad attingere acqua dalla cisterna” (sig.ra Sanfilippo Caterina); in via Roma n. 54 (Clemenza Rosa); in via Vespri (Lo Piano Antonino); in piazza Adragna (Napoli Leonardo); in via Vitt. Eman. (Zarzana Salvatore); in via Vespri “n. 2 vani, di cui uno da adibire ad aula e l’altro a cesso”, (Lentini Antonino).
Acquisto della “Badiella”
La decisione di acquistare i locali della “Badiella” nasce sia dalla continua richiesta di aumento del canone da parte dell’Amm.ne degli Orfanotrofi Riuniti Renda (nel 1924 l’affitto viene elevato da £ 1.000 a £ 2.500), sia dalla decisione da parte della stessa di vendere l’immobile. Già al primo esperimento d’asta “in data 11 ottobre presso lo studio del Notaio Antonino Caronna, sito in via Garibaldi n. 62” tre privati si aggiudicano in via provvisoria i tre lotti in cui è stato divi-so l’immobile per complessive £ 96.600. A questo punto il Sindaco, dr. Giuseppe Cuttone, decide di intervenire proponendo al Consiglio l’acquisto dell’immobile mediante enfiteusi perpetua con pagamento annuo di £ 6.000. Un contratto vantaggioso sia per il Comune sia per gli Orfanotrofi Riuniti Renda che, avendo l’obbligo di investire il ricavato della vendita in Rendite Pubbliche al 5%, “non potrebbe realizzare che una rendita annua massima di £ 5.357,50”, considerando gli aumenti dei due successivi incanti, pari ad un ventesimo.
Plesso di via Messina
Nel 1925, il Sindaco del tempo, dr. G.ppe Cuttone, convinto che “è ormai tempo di definire in modo definitivo il problema dell’edilizia scolastica”, decide di accantonare il progetto del rifacimento dell’ex Convento di S. Francesco, irrealizzabile, a suo dire, per aver “subito due aggiornamenti”, e di stornare le somme già ottenute su un altro progetto, redatto dall’ing. Giuseppe Casciotta, costituito da un padiglione di 4 sale più servizi per una spesa di £ 215.000. L’obiettivo è di realizzare due padiglioni su terreno di proprietà comunale, all’interno del giardino dell’ex Monastero di S. Benedetto, per ottenere “8 comode sale per le scuole femminili”, con una spesa di £ 430.000. A tale spesa si decide di far fronte “conglobando” le somme disponibili per il rifacimento dell’ex Convento di S. Francesco (mutuo di £ 87.600 concesso dalla Cassa DD. e PP. all’interesse di favore dell’1,50% e “sussidio” di £ 33.333 concesso dallo Stato ai sensi della legge 17/7/1906) ad un mutuo suppletivo di £ 309.000, assegnato al Comune dal Cons.Scol. Reg.le ai sensi della Legge 4/6/1911. Come a dire che l’opera viene a gravare pressoché interamente sul contribuente partannese, giacchè “le 50 annualità del suddetto prestito sono garantite colla fondiaria sui terreni e fabbricati del Comune”. E al danno viene aggiunta anche la beffa. La Giunta Mun.le, infatti, “volendo onorare la Sacra Maestà del Re Vitt. Eman. III” nell’anno giubilare del 25° del suo regno, “interpretando il sentimento unanime di questa cittadinanza, sempre devota alla gloriosa dinastia dei Savoia”, delibera di intitolare al Re uno dei due costruendi padiglioni. I lavori, affidati in appalto all’impresa Vincenzo Bruno di Domenico da Partanna nel marzo del 1926, vengono iniziati in data 1/6/1926. In corso d’opera, però, subiscono una modifica sostanziale: i due padiglioni vengono “riuniti in unico fabbricato, di cui uno a piano terra e l’altro a primo piano”, realizzando in tal modo “una economia di spazio e l’aumento di due aule”. [Venuto meno il “padiglione”, svanisce, per fortuna, anche l’intitolazione]. I lavori si concludono nell’agosto del 1932 e già nell’anno scolastico 1933/34, dovendosi abbandonare l’ex Convento di S. Francesco, il nuovo plesso scolastico viene utilizzate per la scuola elementare maschile.
Plesso di via Garibaldi
Nel maggio del 1933, infatti, viene bandita l’asta per l’appalto dei lavori per l’adattamento dell’ex Convento di S. Francesco ad edificio scolastico. Non si ha notizia, purtroppo, delle procedure preliminari al finanziamento dell’opera. Si sa soltanto che “i lavori vengono eseguiti direttamente dallo Stato con suo contributo” e che l’importo della spesa prevista ammonta a £ 327.597,02 al netto del ribasso d’asta del 13,88%. Direttore dei lavori viene nominato l’ing. Giuseppe Cascio e assistente il geom. Antonino Palermo, entrambi nati e domiciliati in Partanna. L’appalto viene affidato all’impresa Rosario Adragna di Partanna in data 7/10/1933 e già al 15/9/1934 la contabilità dei lavori eseguiti ammonta a £ 155.310,66, cioè circa il 45% dell’importo totale. L’opera rischia, però, di andare a monte per la necessità di lavori non previsti in progetto: la perizia suppletiva ammonta a £ 140.721,37, ridotta a £ 94.839,52 per il ribasso d’asta. Il Commissario Prefettizio, prof. Giuseppe Iemmola, deciso a portare a termine i lavori, delibera di utilizzare l’economia dei ribassi d’asta pari a £ 52.810,01 e di far fronte alle somme residuali di £ 42.029,51 ricorrendo alla contrazione di un mutuo, cui poi si aggiunge un ulteriore mutuo di £ 18.000 per la fornitura dell’arredamento. Nell’autunno del 1935 l’edificio scolastico è già pronto, ma esso non viene messo a disposizione delle scuole elementari. Per decisione del Commissario Prefettizio, consenziente la stessa Direttrice Didattica, il nuovo edificio scolastico viene destinato all’istituendo Istituto Magistrale. E mai tanto sacrificio fu ripagato da tanto beneficio.


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