L’Unione (del territorio del Belice) fa…il patrimonio dell’umanità

di  Antonino Bencivinni  Numerosi sono i vantaggi di un sito che viene dichiarato patrimonio dell’Umanità, e questo lo sanno bene un gruppo di intellettuali soprattutto di Castelvetrano che hanno tentato in ogni modo di fare ottenere a Selinunte l’importante riconoscimento dell’Unesco. Tale riconoscimento però non viene normalmente assegnato ad un singolo sito ma ad un intero territorio che deve far sistema. Ragion per cui, nel caso specifico, per parlare di patrimonio dell’Umanità, si deve fare riferimento non solo a Selinunte ma ad un intero territorio, il territorio del Belice che comprende Selinunte, ma anche Campobello, Partanna, Gibellina con tutte le loro eccellenze culturali. E’ sostanzialmente questo messaggio forte e chiaro che è venuto a ribadire il Commissario dell’Unesco Raymond Bondin nel corso del Convegno che si è svolto al Baglio Florio di Selinunte il 15 e 16 aprile scorsi con “continuazione” al Castello di Partanna. Dunque le bellezze archeologiche e culturali di un intero territorio, quello belicino, diventerebbero oggetto di un percorso storico-culturale riconosciuto come patrimonio dell’umanità: il percorso comprenderebbe – lo ribadiamo – non solo Selinunte, ma anche le Cave di Cusa e i siti culturali di Partanna e Gibellina e insomma quelli di un intero territorio con tutte le sue ricchezze che sono anche enogastronomiche. Pensare unitariamente e unire le forze è la formula vincente se si vuole che il territorio del Belice, e non la sola Selinunte (che non a caso nonostante gli sforzi fatti da alcuni non ha raggiunto l’obiettivo), diventi patrimonio dell’Unesco. Il commissario dell’Unesco Bondin ha evidenziato la sua idea pregnante di “territorio della Valle del Belice” e di valorizzazione non solo di Selinunte e delle sue evidenti bellezze ma di un intero territorio che le sta attorno con le sue straordinarie eccellenze culturali. “Selinunte – ha detto Bondin rivolto al numeroso pubblico – è ritenuto da tanti di voi il posto più bello del mondo e lo è, ma non solo; l’Unesco riconosce che è meglio parlare del territorio insieme”. Abbiamo chiesto al sindaco di Partanna, Nicolò Catania di intervenire a proposito. “Non posso che ribadire – ci ha detto – quanto ho da sempre sostenuto come l’esigenza di costituire a sistema un intero territorio perché possa svilupparsi unitariamente con vantaggio di tutti. Il biglietto unico Selinunte, Cave di Cusa e Partanna introdotto a livello sperimentale vuole evidenziare, infatti, che questo è un unico territorio e un’unica comunità che vuole crescere e progredire insieme. L’ho ribadito in privato al Commissario dell’Unesco Bondin ma anche in sede pubblica nell’incontro di sabato 16 aprile al Castello di Partanna davanti ad un folto e qualificato pubblico, sottolineando l’inutilità di assurdi campanilismi. Non possiamo che essere nella stessa lunghezza d’onda del Commissario Bondin”. Questi, a sua volta, nel suo intervento partannese, ha abbastanza esplicitamente sottolineato che l’Unesco “non crea patrimonio, ma valorizza patrimonio e valorizza il patrimonio che si presenta all’Unesco. La cosa più importante è abbattere le rivalità che non portano a niente. L’Unesco riconosce che è meglio parlare delle cose insieme e di tutto un territorio e per me deve uscire la nomination del territorio della Valle del Belice che non significa abbassare l’importanza di Selinunte, tutt’altro”. Ora i tempi dovrebbero essere già maturi per una richiesta realistica e più consona ai criteri che è opportuno rispettare per raggiungere l’obiettivo di un territorio belicino patrimonio dell’Unesco. E’ venuto dunque il momento di operare con l’idea di essere tutti per uno e uno per tutti anche se non ci si può illudere che la cosa sia molto semplice. I particolarismi in zona sono purtroppo ancora molto presenti.


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