Ma sei partannese!

piazza vitodi Vito Piazza

Imperversano i gruppi che parlano di Partanna: partanna to day, partanna ‘mpinta a mala banna… Perfino il Sindaco ha degli amici su facebook. E ricorda tutto tranne le buche nelle strade che sembrano voragini. E poi tutti i vari gruppi: Sei di Partanna se… e altro ancora. C’è di tutto e di più, anche se l’originalità è merce rara. Si ricorda soprattutto il passato che è la strategia migliore per rendersi infelici. Il volgersi indietro spesso fa male. Si incappa sempre in ricordi personali infelici: sono loro che lasciano il segno: e si maritavi a chiddu astura fussi nna reggina, ah si avissi ascutatu a me pà…. E dal punto di vista sociale il passato è tutta una contraddizione: pochi seguono l’aurea regola tutta partannese: fa mali e pensaci, fa beni e scurdalu. Noi partannesi siamo pragmatici che è un modo dotto per dire che ce ne fottiamo… E’ vero che il presente non esiste. Provate a dire: PRE-SEN-TE: prima di arrivare all’ultima E, è già PASSATO. E non tutti siamo come Einstein che scriveva: un uomo è vecchio quando in lui i rimpianti superano i sogni. E qui occorre una prima distinzione: è meglio avere rimpianti o avere rimorsi? Quel torinese di Guido Gozzano preferiva i rimpianti: a proposito della signorina Felicita diceva: “non amo che le rose che non colsi”. Sì la Felicita non era bella ( “Sei quasi brutta, priva di lusinghe”…) ma all’avvocato Gozzano doveva piacere visto che aveva un corpo accettabile (già sento i partannesi molto pragmatici urlare: e tu coprile la faccia!) e che scrive: e mi piacea quel tuo voler piacermi. Quando incappo in quella poesia mi viene un po’ di rabbia: e COGLILA QUELLA ROSA, coglione! Fai contenta lei, ti fai contento tu. Il rimorso verrà dopo. Contro il rimorso non c’è niente da fare, contro il rimpianto c’è sempre un verme solitario interiore che continua dirti per tutta la vita: e se… e se invece… peccato! Che stronzo sono stato! Il passato non è mai preciso nel ricordo e la memoria (non lo dico io lo dice Ebbinghaus) non è altro che autobiografia. I francesi lo sanno, per imparare a memoria dicono: par coeur. Si ricorda col cuore. Perciò, se invece del rimorso, esiste un passato, i ricordi sono più cogenti e più presenti. Si scrive e si riscrive la propria vita, la propria storia con i SE e con i MA. Certo i ricordi sono importanti. E il meccanismo del suicidio così magistralmente analizzato da Durkheim ne fa fede: un aspirante suicida passa all’atto (acting out) SOLO nel momento in cui economizza i momenti negativi della propria vita estendendo la disperazione a tutti gli avvenimenti anche e soprattutto piacevoli della propria vita: e quando ti sei sposato? Sì, ma potevo trovare di meglio. E tuo figlio bellissimo e intelligente? Ma se è un cretino! Somiglia tutto al disgraziato di suo padre…. Alla fine va a comprare corda e sapone. E che c’entra con i vari gruppi misericordiosi e ricordi erosi? Apparentemente nulla. Ma se il bello lo si trova SOLO nel passato, vuol dire che il nostro futuro non esiste, quindi nulla si fa per migliorarlo. Meno male che c’è il presente!. PRE-SEN-TE. Ma è già passato! La conclusione è pessimistica. Paradosso: un cretese ha detto che tutti i cretesi sono bugiardi. E’ il paradosso di Epimenide di Creta. Un partannese ha detto che tutti i partannesi sono “scravacchi nta lu stuppa”. Sarà vero?


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