Nutrizione e salute intestinale

È ormai noto come diversi gruppi alimentari, modelli alimentari e prodotti alimentari siano associati allo sviluppo e alla progressione delle malattie infiammatorie intestinali, inclusi morbo di Crohn e colite ulcerosa. Un elevato consumo di frutta e verdura è stato fortemente associato a una ridotta incidenza di morbo di Crohn e colite ulcerosa. A ciò si aggiungono associazioni benefiche di frutta, verdura e fibre alimentari con una serie di esiti per la salute su malattie cardiovascolari, tumori e mortalità. Al contrario, un modello alimentare occidentale con elevati consumi di carne, alimenti ultraprocessati, grassi e zuccheri raffinati è stato generalmente associato a una maggiore incidenza di malattie infiammatorie intestinali. Diversi modelli dietetici sono stati associati alla remissione clinica delle malattie infiammatorie intestinali: le diete mediterranee, diete specifiche a basso contenuto di carboidrati da cereali, di zuccheri e di lattosio, dieta vegetariana o semivegetariana e dieta a basso contenuto di FODMAP.
La disbiosi intestinale è spesso osservata nei pazienti con malattie infiammatorie intestinali ed è collegata alla compromissione della funzione della barriera epiteliale ed a processi infiammatori che possono svolgere un ruolo nella patogenesi delle malattie infiammatorie intestinali. È diventato sempre più chiaro che il microbioma intestinale è influenzato dai modelli alimentari e svolge un ruolo nel metabolismo, nell’integrità delle cellule epiteliali, nello sviluppo delle cellule del sistema immunitario, nella motilità e nella prevenzione dalla colonizzazione da parte di ceppi patogeni. È noto che le specie batteriche protettive interagiscono con il sistema immunitario in modo benefico e promuovono l’omeostasi, mentre altre specie sfavorevoli promuovono l’infiammazione. Pertanto è probabile che alcune delle associazioni osservate per diversi gruppi alimentari siano mediate attraverso il microbioma intestinale. È stato indicato che le diete ricche di alcuni specifici grassi hanno effetti proinfiammatori su diversi organi, modificando il microbiota intestinale, diminuendone la diversità, aumentando le citochine proinfiammatorie, inducendo stress ossidativo nel colon e danneggiando la barriera intestinale. È stato anche dimostrato che la dieta mediterranea ha proprietà benefiche sul microbioma favorendo batteri antinfiammatori e controllando quelli proinfiammatori. Molte di queste associazioni sono confermate da studi su marcatori infiammatori e, data la forte correlazione con diversi fattori dietetici, incidenza e progressione dei sintomi, fornire indicazioni dietetiche nell’ambito della gestione delle malattie infiammatorie intestinali può essere fondamentale.

Davide Traina
Biologo Nutrizionista


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