Partanna è ancora città turistica?

Alcuni anni fa a qualcuno è venuta la lodevole idea di far riconoscere Partanna come “città d’arte” per farne un polo turistico. Il riconoscimento non tardò a venire: un sigaro, in fondo, non si rifiuta a nessuno, soprattutto quando è virtuale. Un decreto, con tanto di bollo e coccarda, non costa niente e si rilascia facilmente se riesce a far contenti i richiedenti. Altra cosa, invece, è rendere concreta la sostanza del decreto stesso. Affinché il “pitazzo” di città turistica abbia un senso, cioè, non bastano le “potenzialità” artistiche (di cui Partanna è ricca); è necessario che vengano assicurati il relativo decoro nonchè la relativa fruibilità. Ed è qui che casca l’asino, perché tra il virtuale e il reale a Partanna c’è di mezzo … l’erba.  Veniamo, infatti, al dunque. Che cosa vogliamo far visitare all’ardito turista? Per la verità, c’è l’imbarazzo della scelta. Iniziamo, allora, con l’archeologia preistorica. Il classico dei classici in questo campo è, senza dubbio alcuno, l’Area Archeologica dello Stretto, gestita dal Comune di Partanna. La guida turistica del sito web, curato dall’Amministrazione Comunale, ci avverte che il Parco in questione è aperto solo nei mesi di luglio e agosto o su prenotazione. Ma non ci dice il tipo di attrezzatura di cui deve essere fornito il turista per districarsi nella “selva selvaggia” che ogni giorno di più infesta l’area in questione. Per evitare inconvenienti, allora, dirottiamo l’incauto turista verso un sito archeologico che dovrebbe essere più sicuro, in quanto inserito all’interno di un edificio già sede dell’Istituto Magistrale ed oggi adibito ad uffici comunali. Ma, mal ce ne coglie. Il sito esiste, ma di fruibile c’è soltanto una mastodontica tettoia lignea. Delle tombe preistoriche nessuna traccia e non già perché non ne siano state scoperte, ma perchè sotto la tettoia si stende una spessa coltre verde costituita da una variegata vegetazione. A questo punto vien da chiedersi: se pure all’interno dei palazzi comunali, come del resto in tutta la città, la fa da padrona la macchia mediterranea, perché non cambiare l’intitolazione di “Partanna città d’arte” in “Partanna città delle erbe”? Forse rivolgendosi ad un turismo “verde” (d’interesse naturalistico) ne verrebbe fuori un maggior successo!


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