Premio per la Pace e la Giustizia Sociale per la poetessa Maria Grazia Alia

PARTANNA – L’insegnante e poetessa partannese Maria Grazia Alia ha ottenuto ieri (10 aprile) un nuovo premio di poesia nella XXIX edizione del concorso per la Pace e la Giustizia Sociale indetto dal Centro Studi Cultura e Società di Torino: La Menzione della Giuria per l’opera “Come a sfiorarsi” Sezione Poesia. A causa del Covid, la premiazione si è svolta in videoconferenza. Qui di seguito pubblichiamo il componimento premiato.

COME A SFIORARSI

Ad Auschwitz – Birkenau,
nel giardino della villa del comandante,
a poche centinaia di metri dai crematori,
crescono le fragole.
Sul muro che divide la villetta dal campo di sterminio
siede impassibile il demone dell’indifferenza.
Al di là e al di qua del muro,
fianco a fianco,
la vita e la morte,
come a sfiorarsi.
Arrivati al campo, bambini inermi strappati da amorevoli braccia
vengono gasati e poi cremati,
per svanire nel nulla insieme ai loro piccoli grandi sogni.
Non lontano, i figli del comandante ridono di gioia
correndo lungo viali fioriti,
con visi rubicondi per la trafelata corsa.
Alla villa si beve il tè e si gustano golose torte alla frutta,
si dorme in stanze confortevoli,
fra candide lenzuola impreziosite da ricami.
Al campo uomini e donne,
privati della loro essenza umana,
smagriti da non reggersi in piedi,
trascinano le loro membra avvizzite
in cerca di una manciata d’erba da ingurgitare.
Nelle baracche immonde di escrementi,
rannicchiati su dure assi di legno,
esseri emaciati dalla fame, dalla fatica e dal freddo
pensano atterriti al giorno che verrà, al nuovo appello, al nuovo inferno.
La vita e la morte siedono fianco a fianco ad Auschwitz – Birkenau,
come a sfiorarsi,
in un agghiacciante fremito d’orrore.
Cataste di morti da cremare e fragole,
succulenti fragole, che, quando non c’è vento,
si ricoprono di una maleodorante cenere,
fragole belle e rosse che alla villa
un papà premuroso ai suoi bimbi pasciuti
raccomanda di lavare bene.
L’infido demone a cavallo del muro ride beffardo e
al calar della notte anche le stelle nel cielo di Auschwitz
sembrano sempre più lontane,
eteree luci indifferenti e subdole.

Maria Grazia Alia


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