Primo impianto di un nuovo dispositivo cardiologico salva vita all’ospedale

MAZARA DEL VALLO – Impiantato, per la prima volta, dall’Unità operativa di Cardiologia del ‘ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, diretta da Michele Gabriele, un defibrillatore sottocutaneo (S-ICD) a un giovane paziente affetto da una cardiomiopatia dilatativa primitiva.

Questo dispositivo ha la finalità di riconoscere ed interrompere le aritmie ventricolari gravi, che possono essere causa di morte improvvisa. Tale apparato non presenta il sistema di defibrillazione inserito dentro il sistema cardiovascolare, come avviene per i comuni defibrillatori, ma nel tessuto sottocutaneo del torace. E’ quindi meno invasivo, oltre che più sicuro ed efficace.

Si compone di un generatore che viene inserito in una tasca sottocutanea a livello del cavo ascellare di sinistra, con una piccola incisura. Il cavo di defibrillazione è tunnelizzato da questa tasca al lato sinistro della base dello sterno, dove si pratica una seconda incisione più piccola ed è poi fatto risalire lungo il margine sinistro dello sterno per una decina di centimetri. L’intervento viene eseguito in anestesia generale o in sedazione profonda. Al termine per testare il corretto funzionamento del sistema, in profonda sedazione, si induce una aritmia ventricolare rapida e si verifica se il defibrillatore la riconosca e la tratti in maniera efficace.

“Non nascondo la mia personale soddisfazione – dice Gabriele – per il risultato ottenuto, ma voglio puntualizzare con forza che non è il successo di un singolo ma un gruppo di lavoro. Tutto il personale è stato infatti impegnato in un lungo e complesso percorso diagnostico/terapeutico, che si è concluso con l’impianto del device e la dimissione del paziente. Un risultato da condividere con tutta l’équipe della nostra unità operativa, dai medici, agli infermieri, agli ausiliari, agli operatori sanitari, e con la preziosa collaborazione dei colleghi anestesisti che ci hanno coadiuvato durante l’intervento in sala operatoria. Abbiamo anche avuto il sostegno fattivo e lungimirante del commissario dell’ASP Giovanni Bavetta e del direttore di presidio Francesco Giurlanda. Possiamo affermare – conclude il primario – di essere fra i pochi centri siciliani ad aver iniziato questa nuova esperienza, che spero possa diventare una prassi terapeutica, con l’obiettivo ultimo di migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti”.

 


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