Protesta dei detenuti in carcere. Sappe: richieste pretestuose e mancanza di rispetto verso lo Stato

TRAPANI – Venerdì 6 giugno, nel carcere di Trapani, i detenuti hanno inscenato una protesta per chiedere un aumento dei colloqui con i familiari e più tempo di socialità fuori dalle celle. Richieste che il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria giudica pretestuose e in contrasto con le norme di sicurezza e disciplina vigenti negli istituti penitenziari. Come spiega Gaspare D’Aguanno, segretario provinciale, “il SAPPE esprime forte preoccupazione per la totale mancanza di rispetto dimostrata nei confronti delle forze di polizia penitenziaria, che ogni giorno operano con professionalità e senso del dovere in un contesto sempre più difficile. Gli agenti rappresentano lo Stato e meritano rispetto e considerazione, anche da parte della popolazione detenuta. I nostri colleghi hanno lavorato senza sosta dalle 8 del mattino fino alle 21, per ben 13 ore consecutive, garantendo la sicurezza e l’ordine all’interno dell’istituto”. “Il SAPPE chiede alle autorità competenti di ascoltare le legittime esigenze del personale di Polizia Penitenziaria e di far rispettare, in maniera chiara e ferma, le regole che garantiscono la sicurezza collettiva. Se non verranno adottati provvedimenti concreti per affrontare questa situazione, il Sindacato si riserva di attivare forme di protesta e mobilitazione a tutela della dignità e dei diritti dei propri rappresentanti”, conclude D’Aguanno.

“Non possiamo accettare che i detenuti avanzino richieste infondate e, al tempo stesso, si mostrino irrispettosi verso chi quotidianamente assicura la tenuta del sistema penitenziario”, rimarca Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato del Corpo. Il segretario generale del SAPPE giudica la condotta dei detenuti violenti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Sicilia sono ad alta tensione” e rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, di Trapani in particolare. Ma anche la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. Capece evidenzia il ruolo centrale dei Baschi Azzurri nel sistema sicurezza del Paese: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato e dimostra, ogni giorno, non soltanto di costituire un grande baluardo in difesa della società contro la criminalità in termini preventivi, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori del carcere”, anche in relazione all’ampio settore dell’area penale. “Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”, conclude: ““servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.


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