Salvalarte Sicilia 2013

PALERMO – E’ stata dedicata alla campagna “SOS HERITAGE, la bella Sicilia che sta scomparendo” l’edizione 2013 di Salvalarte Sicilia, partita sabato scorso con ampia partecipazione a Marsala, alla chiesa di Santa Maria della Grotta.

“Sono tante le segnalazioni che ci giungono – sottolinea Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia -, e purtroppo la nostra black list, con monumenti e siti in forte degrado, aumenta sempre di più.  Con i numerosi appuntamenti di Salvalarte, vogliamo rilanciare il progetto di raccolta dei numerosi beni monumentali e naturali più minacciati e continuare a sollecitare l’Assessorato regionale dei Beni culturali a svolgere pienamente e concretamente il suo ruolo e le sue funzioni”.

A questo proposito sabato prossimo, 30 novembre, è stato organizzato un sit – in al Castello di Augusta.

Di seguito l’elenco dei 5 siti che sono stati aggiunti nella black list e che sono stati illustrati da Legambiente.

 

SOS HERITAGE LA BELLA SICILIA CHE STA SCOMPARENDO

51. Chiesa di Santa Maria della Grotta (Marsala)

E’ una delle più antiche chiese cristiane siciliane, la cui fondazione risale intorno al 1100, quando ancora la maggioranza della popolazione siciliana era di religione musulmana.

Edificata su un’area un tempo utilizzata come necropoli, la Chiesa contiene al suo interno due grandi nuclei sotterranei che comprendono diverse cappelle affrescate, che rivelano i legami tra la cultura greco-normanna e quella bizantina.

Questa splendida e preziosissima opera architettonica, con i suoi apparati musivi, si sta perdendo a causa dell’incuria e della mancanza di attenzione da parte delle autorità preposte, che non riescono a difenderla dagli agenti atmosferici e dagli atti di vandalismo.

52. Rivellino Quintana del Castello Svevo (Augusta, SR)

E’ il terzo rivellino costruiti nel 1682 in architettura militare dall’ingegnere Grunenmbergh, al posto dell’istmo tagliato intorno al 1640 per creare due fossati.

Nel 1935 furono allargati i due ponti con la demolizione delle sovrastrutture esistenti sui rivellini, eliminando contestualmente gli altri due.

E’, quindi, l’unico oggi esistente solo nella parte tortile, posto su un isolotto artificiale di forma triangolare.

Il 3 marzo 2013, verso le sei di mattina, si è verificato un importante crollo in mare, dal lato del golfo Xifonio.

Questo ennesimo grave fatto ha, ulteriormente, segnato lo stato di forte degrado delle fortificazioni spagnole della città, colpendo una delle sue poche parti “vive”, con ancora una funzione determinante: connettere i due ponti che consentono il collegamento dell’isola alla terraferma.

53. Torre di Giudaloca (Scopello)

Costruita alla fine del XVI secolo come elemento di fortificazione di questo tratto di costa; ha una caratteristica e rara base circolare, con una merlatura nella parte alta, forse realizzata durante la seconda guerra mondiale quando ha avuto un uso militare.

La Torre versa in condizioni strutturali critiche, non ha alcuna manutenzione da tempo e sta cominciando a perdere i primi pezzi. Si rischia di vedere cancellata una delle testimonianze più significative e particolari di tutto il paesaggio costiero trapanese e siciliano.

La Torre è di proprietà privata, ma i proprietari evidentemente non ci tengono molto e non ne hanno molta cura.

54. Area archeologica di Thapsos (Priolo Gargallo, SR)

La penisola di Magnisi divenne un importante porto dall’età del Bronzo Medio all’età del Ferro dal XV al XIII secolo a.C.

Gli scavi del 1970, ad opera dell’archeologo Giuseppe Voza, permisero di identificare l’insediamento, situato nella parte sud della penisola.

L’abitato preistorico ha restituito una notevole quantità di reperti ceramici, ora esposti al Museo Orsi di Siracusa.

Le capanne pertinenti all’abitato, a partire dal XV secolo a.C., documentano le varie fasi dell’insediamento. Le più antiche sono a forma circolare con fondazioni in pietra  e muri di strami compattati da argilla, presentano al centro un focolare e attorno un piccolo lotto di terreno.

L’area è totalmente abbandonata ed è diventata una zona di pascolo

55. Chiesa di San Giorgio (San Mauro Castelverde, PA)

Ubicata nella parte sommitale del paese, sottostante il Castello, si rende immediatamente visibile ed apprezzabile per la sua monumentalità in stile arabo-normanno.

Seppur di incerta datazione, potrebbe essere stata costruita immediatamente dopo l’edificazione del Duomo di Cefalù.

La Chiesa consta di tre navate suddivise da pilastri quadrati entro cui sono state annegate le originarie colonne in pietra arenaria. Lo spazio interno comprende ben nove cappelle laterali, ricche di dipinti e marmi policromati.

L’umidità persistente ha compromesso parte degli affreschi, dei cornicioni, delle pareti, dei marmi e ha provocato finanche il crollo di parte del tetto interno.

Urge almeno un intervento di somma urgenza per salvarla.

 

 


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