Recenti studi sulla sicurezza alimentare di fasce di popolazione mondiale hanno mostrato un’associazione tra “insicurezza” alimentare e carenza di micronutrienti negli adulti, evidenziando il ferro come principale minerale valutato. Gli individui in situazioni di “insicurezza” alimentare avevano maggiori probabilità di essere anemici e di avere bassi livelli di ferritina. È difficile mettere in relazione la carenza di micronutrienti con l’“insicurezza” alimentare. In questo contesto, è necessario considerare un’alimentazione inadeguata o un apporto insufficiente, in relazione a problemi di accesso, qualità e biodisponibilità del cibo, oltre alle perdite di nutrienti durante la preparazione e/o il consumo.
La popolazione adulta più valutata è costituita da donne in età riproduttiva, poiché sono più vulnerabili alle carenze, che possono avere ripercussioni sulla gravidanza e, di conseguenza, sullo sviluppo del bambino. Ad esempio, l’anemia durante la gravidanza aumenta il rischio di mortalità materna. La malnutrizione proteico-energetica e/o la carenza di micronutrienti (fame nascosta) porta a una maggiore suscettibilità alle malattie e, nelle donne in età riproduttiva, può influire sullo sviluppo fetale e può portare allo sviluppo di malattie nel nascituro in età adulta. Un apporto insufficiente o eccessivo di nutrienti può predisporre il bambino a malattie, come l’obesità e altre che influenzano il metabolismo, formando così un circolo vizioso di patologie in cui il cibo rappresenta un importante determinante.
Negli studi esaminati è stata riscontrata un’associazione tra “insicurezza” alimentare e carenze di micronutrienti, in particolare ferro e vitamina A, condizioni per le quali si hanno maggiori probabilità di essere anemici e di avere livelli di ferritina più bassi. Questi dati indicano la necessità di esplorare l’impatto dell’insicurezza alimentare sulle carenze di micronutrienti, oltre a considerare la relazione con altre carenze che possono coesistere. Questo perché le carenze, oltre ai diretti problemi di salute delle persone, possono causare costi sociali ed economici ai Paesi in termini di gestione della Salute Pubblica. Investire in diagnosi e interventi sulla popolazione per cambiare questa situazione in tutte le fasce d’età può favorire la “rottura” del ciclo dell’“insicurezza” alimentare.
Dr. Davide Traina
Biologo Nutrizionista