Tappa a Bagheria del Road Show Filiera Ittica Siciliana

BAGHERIA – MAZARA DEL VALLO – Bagheria è stata la seconda III tappa del Road Show Filiera Ittica Siciliana: “Nuove rotte: blue economy”. L’incontro organizzato dal Distretto Produttivo della Pesca in collaborazione con il Comune di Bagheria e la Regione Sicilia si è tenuto ieri pomeriggio nella Sala Borremans di Villa Butera.

A dare il benvenuto ai partecipanti è stato il Sindaco Patrizio Cinque: “Ringrazio – ha detto – l’interesse del Distretto della Pesca per la nostra Città. Oggi Bagheria ospita per la prima volta un convegno sulla pesca perché è il baricentro di un territorio dove oltre all’attività agricola si pratica anche la pesca. Vogliamo far ripartire il dibattito regionale sulla pesca, abbiamo una frazione come Aspra che vive di pesca ma negli ultimi anni la crisi ha creato una perdita occupazionale; vi è molta preoccupazione ed incertezza. Bisogna ripartire ascoltando dal basso, cioè i veri protagonisti, i pescatori. Dobbiamo fare rete e programmare il futuro, che è già presente, per ridare una prospettiva a quanti vivono di questo lavoro. Non possiamo più temporeggiare, siamo però fiduciosi”.

Nel suo intervento il Presidente del Distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo ha sottolineato: “Un Distretto serve a collegare il mondo della produzione, le imprese, ed il mondo scientifico, fanno parte del Distretto ben 16 istituzioni scientifiche di cui 6 del Paesi del Mediterraneo. Per far fronte alla crisi ed a competere fra sistemi produttivi, il sistema pesca siciliano (il 30% del sistema pesca italiano) deve operare attraverso l’armonia fra i diversi attori sociali, istituzionali ed il comparto produttivo”. Tumbiolo ha riportato alcuni dati significativi del “Rapporto Annuale sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia”, previsto dalla Legge Regionale n° 16 del 2008, è redatto dall’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, presieduto dall’Ing. Giuseppe Pernice. “La politica comunitaria, compresa la procedura delle demolizioni, negli ultimi 10 anni ha prodotto in Sicilia la perdita nel settore di 7.000 posti di lavoro; la demolizione ha avuto effetti anche sull’occupazione, pertanto vi è stata anche una rottamazione delle “braccia”, è incentivata l’uscita dal mondo del lavoro. Serve – ha spiegato il presidente del Distretto – un diverso approccio culturale attraverso il modello del cluster, la cooperazione, a diversi livelli, internazionale, fra i territori e nel campo delle innovazioni. La nostra proposta è quella di creare una Blue Economic Zone nel Mediterraneo basata sui principi della Blue Economy, modello di sviluppo proposto in questi anni dal Distretto, che guarda alla responsabilità individuale e multilaterale per la salvaguardia e rigenerazione delle risorse, e garantisce contemporaneamente la sostenibilità economica, ambientale ed occupazionale dell’intera filiera ittica”.

A concludere i lavori è stato il dott. Dario Cartabellotta, Dirigente Generale del Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea: “Il Distretto della Pesca – ha spiegato – da anni guarda all’innovazione tecnologica, al dialogo fra finanza occidentale ed islamica ed all’internazionalizzazione. La Sicilia con 1.200 di costa non può non avere una centralità nel Mediterraneo. Con il Feamp, al contrario del Fep il cui cavallo di battaglia era la demolizione, vi è un’inversione di tendenza perché viene rilanciata la cultura del mare, l’identità produttiva ed il marketing che valorizza anche la produzione del pesce cosiddetto “povero” che spesso i consumatori non conoscono. Il Mediterraneo è un brand che possiamo e dobbiamo esportare attraverso la blue economy e le tre “i”: innovazione, integrazione ed identità”.


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