Tema dal titolo “Io nel 2030” svolto da un’alunna di Menfi

MENFI – Pubblichiamo il tema svolto da un’alunna del prof. Davide Ignazio Interrante, docente presso l’Istituto Tecnico agrario “M.A.Rotolo” di Menfi dal titolo “Io nel 2030“. Il docente è rimasto entusiasta della bontà dell’elaborato della sua allieva al punto da stilare una nota critica dello stesso e da sostenere l’utilità anche didattica della sua pubblicazione. Aderiamo alla richiesta del docente che è stato a suo tempo alunno del nostro direttore responsabile.

Elaborato di Sabrina Giaramita 

New York, 10/03/2030
Mi chiamo Sabrina, ho venticinque anni, oggi è il dieci marzo del 2030 ed è il mio primo giorno in una nuova città, lontano da casa. Penso che mi mancherà casa, ma sono molto entusiasta ed emozionata di vivere una nuova avventura, di iniziare una nuova vita.
Ho sempre sognato di intraprendere la carriera di criminologa, infatti, ho studiato molto, mi sono impegnata tanto e sono riuscita a ottenere ciò che ho sempre voluto.
La “vecchia me”, di appena diciassette anni, non credeva in sé stessa, e mai avrebbe pensato che un giorno sarebbe riuscita a laurearsi, con il massimo dei voti. Ma soprattutto, la ‘’vecchia me’’ non si sarebbe mai aspettata che un giorno sarebbe riuscita a ottenere davvero il posto sognato all’FBI, ma invece, oggi sono qui a New York city, accompagnata dal mio fidanzato dei tempi del liceo.
Ho un po’ di nostalgia di quei tempi, anche se non è sempre stato tutto facile, l’adolescenza è davvero il periodo più complesso da capire e da vivere, ma è proprio in quella fascia d’età, che inizi a crescere e inizi a comprendere meglio i valori della vita. I valori rappresentano una delle basi interiori della nostra vita e nella fase più matura dell’adolescenza iniziamo a comprenderli meglio, poiché da “piccoli” non capiamo l’importanza di comportarci bene, del perché dobbiamo essere educati e rispettosi degli altri, non capiamo l’importanza di cercare un lavoro, di avere una stabilità economica per essere indipendenti, non capiamo il vero valore dei soldi, non distinguiamo un’amicizia vera da una falsa, poiché siamo ancora immaturi, ma grazie ai nostri genitori, che vogliono sempre il meglio per noi e crescendo e sbagliando, piano piano si riesce a comprenderli meglio….
Mi ricordo ancora una delle tante pazzie che feci, dopo ben quattro anni di liceo scientifico, decisi di cambiare scuola, andai all’Istituto tecnico agrario, situato anch’esso nel mio paesino. In codesta scuola conobbi, i miei due migliori amici, Antonino e Giuseppe, in quei due anni di scuola abbiamo condiviso di tutto: sogni, ambizioni, segreti…
Anche loro, in questi otto anni, si sono realizzati. Antonino, che sin dai tempi del liceo diceva che il suo sogno era diventare uno chef, adesso è uno dei migliori chef stellati, ha lavorato a Noma, uno dei migliori ristoranti in Danimarca, che nel 2021, si aggiudicò il primo premio per il miglior ristorante del mondo. Ha lavorato anche con Joel Robuchon, uno degli chef migliori della nostra contemporaneità, che nel 1989 è stato definito lo chef del secolo ed è diventato lo chef più stellato al mondo. Antonino conobbe Joel, durante un suo stage in uno dei suoi ristoranti, dopodiché Mr. Robuchon notò qualcosa di davvero speciale in lui, e da quel momento divenne il suo spiraglio di luce, per il suo futuro. Così Joel lo aiutò a crescere, a migliorare le sue abilità culinarie, lo indirizzò a New York, per aiutarlo a essere indipendente, con il presupposto che l’allievo, un giorno, avrebbe superato il maestro. Infatti qui a New York, non mi mancherà la mia amata cucina siciliana, poiché Antonino, ha aperto da poco uno dei suoi ristoranti, proprio qui. Anche Giuseppe ha realizzato il sogno che coltivava fin da piccolo, cioè quello di essere un calciatore, dopo tanto allenamento, infiniti provini, dopo esser stato giocatore della Juventus, nonché la sua squadra del cuore, è finalmente riuscito a far parte del Manchester City, classificata al terzo posto come la migliore squadra del mondo. Non vedo l’ora che viene a trovarmi a New York, per passare una serata con lui e Antonino come ai vecchi tempi.
New York, 04/07/2030
Oggi, quattro luglio 2030 è il giorno dell’indipendenza degli Stati Uniti, il così detto, Independence day, è la festa nazionale degli Stati Uniti, che commemora l’adozione della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, il quattro luglio 1776, con la quale le tredici colonie si distaccarono dal Regno di Gran Bretagna. I festeggiamenti vengono svolti attraverso fuochi d’artificio, parate, picnic, concerti e altri eventi che celebrano la storia, il governo e le tradizioni degli Stati Uniti. Penso sia bene dare il giusto valore alle tradizioni, che rimanendo sempre alla base del nostro vissuto, ci portano a costruire un ponte “fra l’oggi e il domani”…intanto oggi, come da tradizione, io, Tyler, Antonino, Giuseppe e le loro fidanzate: Allison e Megan, faremo un picnic al Central Park, e staremo lì fino a sera, per goderci ogni attimo: non c’è cosa migliore di passare del tempo in allegria e spensieratezza con la persona che si ama, e i propri amici. Poi per la prima volta sarò partecipe di una Festa americana, un vero sogno! …
La società di oggi è molto cambiata rispetto a qualche anno fa: non si vedono ancora le macchine che volano, ma non esistono più le discriminazioni di una volta ed esiste un maggiore rispetto tra ogni essere umano. Anche Greta Thunberg, ormai presidentessa degli Stati Uniti, è riuscita nel suo intento: la Terra sta tornando, piano piano, a risplendere, come sognavo anch’io sin da piccola… Qui tutte le macchine sono elettriche e con l’avanzamento della tecnologia il consumo della carta è stato ridotto e cosa ancora più importante è stato ridotto il consumo della plastica: qui gli involucri sono o biodegradabili o riciclabili e non fanno male all’ambiente e proprio oggi tramite una raccolta fondi e tanti volontari saranno piantati davvero tantissimi alberi.
Menfi, 20/08/2030
Sono tornata nella mia amata Sicilia, il mio fratellino è cresciuto molto, adesso ha quattordici anni, ha anche preso il patentino, è proprio un ometto. Dopo cinque mesi nella “grande mela”, avevo nostalgia di casa, mi sono mancate tante cose: mi mancavano i miei genitori, finalmente ho rivisto gli occhioni blu di mia madre dal vivo, e non più da uno schermo, mi mancava sentire la risata contagiosa di mio padre, mi mancavano anche gli schiamazzi del mio fratellino, che fin quando ho vissuto con loro, non tolleravo. Mi mancava casa, mi mancavano i miei amati animali, quali: la mia cagnolina Shila, la mia gattina Lulù, e il mio cagnolone Thor, che si chiama come il Dio del tuono, quasi a dire che è possente come un dio e trasmette la forza di una tempesta, inoltre la prima volta che l’ho visto ha fatto tremare il mio cuore dall’emozione, proprio come un tuono con la terra. Quindi non appena mi hanno visto, sono subito corsi da me… Mi mancava alzarmi presto, scendere al mare prima del sorgere del sole, e godermi l’alba con Thor, mi mancava il suono delle onde del mare, mi mancava la salsedine nei capelli, e il vento umido delle prime ore del mattino che accarezzava il mio viso, mi mancava il sentire una pace interiore, stando semplicemente lì, seduta a guardare il movimento delle onde del mare, liberando la mente da ogni problema o pensiero negativo. Avevo proprio bisogno di una pausa, ma il lavoro chiama, per cui molto presto tornerò a New York.
New York, 01/09/2030
Sono da poco tornata a New York, oggi sono molto stanca, ho risolto diversi casi, ma se penso a tutti i sacrifici che io e i miei genitori abbiamo fatto, e mi guardo qui, nello specchio di casa mia a New York, mi passa la stanchezza e torna in me un sorriso per l’emozione e l’orgoglio di essere diventata, ciò che ho sempre desiderato.
New York, 09/11/2030
Oggi è il mio ventiseiesimo compleanno, dopo il lavoro, il mio ragazzo mi ha detto che mi avrebbe portata a cena in un posticino tranquillo e poi saremmo andati a fare una passeggiata in Times Square…ma in realtà, Tyler, mi ha organizzato una festa a sorpresa, nel ristorante di Antonino e la cosa più assurda è che c’erano presenti tutti i miei affetti stabili della Sicilia: c’era Giuseppe, Allison, Megan, la mia famiglia, la famiglia di Tyler… Il pezzo di cuore che avevo lasciato in Sicilia è momentaneamente, di nuovo, con me.
New York, 27/11/2030
Domani è il quarto giovedì di novembre, qui in America si festeggia il Giorno del Ringraziamento, consiste in un segno di gratitudine per i profitti dei raccolti e per quanto di buono avuto durante l’anno che trova le sue radici nel 1621. È un evento molto importante, una festa davvero sentita, a New York come in tutti gli Stati Uniti. Ne avevo sentito parlare in film, serie tv o anche al telegiornale. Spesso infatti anche i TG italiani trasmettono qualche folcloristico servizio relativo al giorno del ringraziamento, ma non lo ho mai realmente festeggiato e sono molto entusiasta. Per l’occasione ho anche inviato la mia famiglia e quella di Tyler qui con noi, per vivere tutti insieme questa bellissima esperienza, perché se siamo qui e anche e soprattutto grazie a loro. Questa sera è stato possibile vedere come vengono gonfiati i palloni giganti per la parata in Upper West Side vicino a Central Park. È stato stupefacente osservare come questi capolavori prendono vita.
New York, 28/11/2030
Oggi è il Giorno del Ringraziamento, stiamo per andare alla parata, subito dopo c’è il National Dog Show, che è uno spettacolo di conformazione in panchina di tutte le razze, menzionato dall’American Kennel Club e dal Kennel Club of Philadelphia. Come tradizione per cena si mangia il tacchino ripieno con contorno di patate, e dopo cena si guarda un film tutti insieme. Domani è il black friday, per cui farò shopping pazzo con Allison, la mia mamma, Margot e Greta, la mamma e la sorella di Tyler, non vedo l’ora! Amo passare del tempo con loro, ogni volta che vengono a trovarmi mi godo ogni singolo momento con loro poiché poi il giorno in cui partono è sempre il giorno più triste e malinconico, perché so che mi mancheranno tantissimo.
New York, 20/12/2030
Oggi sono un po’ triste e ho nostalgia di casa, poiché, poc’anzi hanno trasmesso in tv un vecchio telegiornale del 2022. Si sono riaperti in me, tanti ricordi: avevo diciassette anni, quando trasmisero per la prima volta quel telegiornale, eravamo in piena pandemia, poiché nel dicembre del 2019 si diffuse una malattia, già esistente, il coronavirus. I coronavirus umani, comunemente conosciuti in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati verso la metà degli anni Sessanta, ma fino al 2019 non avevano mai attaccato l’uomo. La diffusione della malattia venne comunicata per la prima volta dalle autorità cinesi all’organizzazione mondiale della sanità il 31 dicembre 2019. Il così chiamato Covid-19 si diffuse velocemente su scala globale. Furono anni duri: siamo stati a casa molto tempo, per un periodo non si poteva uscire, poiché siamo stati in quarantena, cercando di limitare la diffusione del virus. Soltanto dopo due mesi di quarantena, si iniziò a poter uscire, ma usavamo le mascherine, cosa sconosciuta ai bambini di oggi. Ne ho ritrovata una poco tempo fa, a casa in Sicilia, mentre cercavo una vecchia foto nel cassetto della mia camera, devo dire che dopo così tanto tempo fa un effetto insolito. Inoltre lo stesso telegiornale, poc’anzi trasmesso, ha parlato anche della guerra che scoppiò il ventiquattro febbraio 2022 tra Russia e Ucraina. Il presidente russo, di quel tempo, dichiarò guerra allo Stato Ucraino per riconquistare e per far rinascere l’Unione Sovietica. Ci furono molti incontri, tra i rappresentanti di Russia e Ucraina, nessuno di questi ha portato ad alcun risultato, tranne l’ultimo che fu il ventidue Ottobre 2022, subito dopo difatti Putin ritirò le truppe russe, anche se purtroppo fu troppo tardi: troppe persone erano state uccise, a troppi bambini spezzarono la vita… così piccoli, quanto innocenti per capire la brutalità della guerra, per comprendere fin dove può arrivare la cattiveria dell’uomo.
Quel periodo è stato davvero molto brutto e straziante, le scene trasmesse al telegiornale e le notizie che arrivavano erano sempre agghiaccianti.
New York, 25/12/2030
Oggi è il giorno di Natale, l’atmosfera natalizia a New York è davvero indescrivibile: ci sono innumerevoli luci e decorazioni uniche. Per gli americani il Natale è una festa importante e questo è visibile dall’entusiasmo con cui addobbano le loro case. Ogni anno viene illuminato un enorme albero di Natale al Rockefeller Center che è al dir poco stupefacente! Il famoso albero di Natale è un’attrazione di per sé, ma oltre ad esso, il Rockefeller Center è anche famoso per la sua pista di pattinaggio. Pattinare a New York è un’esperienza unica, mi è sembrato di essere in un film: mi sono ritrovata a pattinare in mezzo ai grattacieli con le canzoni natalizie sottofondo, tenendo per mano il mio uomo. Un vero sogno!
Abbiamo deciso di passare il giorno di Natale immersi nella magia e nel caos di Times Square, ed è stato meraviglioso. Appena usciti dalla metro, ci siamo ritrovati circondati da led luminosi, di personaggi dei cartoni, da Babbo Natale che attira l’attenzione dei bambini con la sua slitta e le sue renne, da musica, da allegria e molto altro. Tyler mi ha anche chiesto di sposarlo! Sono troppo felice ed emozionata non penso possa vivere un Natale migliore di questo!
New York, 31/12/2030
Oggi è la vigilia di capodanno e si terrà la cerimonia più famosa al mondo del Ball Drop che si tiene ogni anno a Times Square. Centinaia di migliaia di persone si riuniscono in piazza per vedere la palla gigante cadere dall’edificio One Times Square per poi iniziare a festeggiare visto che segna la mezzanotte. È stato qualcosa di unico e indimenticabile, circondata dalle luci, da tante persone, e dalla musica abbiamo ballato fino all’alba. Da domani inizierò un nuovo anno qui. Spero sia indimenticabile come questo…
Io nel 2030, mi vedo proprio così, in America, criminologa dell’FBI a New York, la città che ho sempre sognato fin da piccola, la città di tutti i film più belli, come: “Io sono leggenda”, “Spiderman”, “Il diavolo veste prada”, e molti altri; la città dei sogni… anche se so, tutt’ora, che ogni città ha le sue luci e le sue ombre.
Il mio futuro lo immagino proprio così, con Tyler, con gli amici di sempre, ancora nella mia vita, partecipi delle mie avventure e con la speranza di vivere effettivamente ognuna di esse in un mondo migliore, dove non esistono discriminazioni e si rispetta il pianeta in cui vive, poiché come dice anche Caproni, nella sua lirica “Versicoli quasi ecologici” noi non potremmo vivere senza la Terra, ma la Terra senza di noi tornerebbe a vivere. Inoltre spero, vivamente, che tutte le problematiche di questo 2022, possano essere solo ricordi, di un lontano e brutale passato, per un futuro certamente migliore! (Sabrina Giaramita)

Commento del prof. Davide Ignazio Interrante

Quando si scrive si viene a creare, profondamente e fantasticamente, l’elaborazione di vissuti, che hanno attraversato, riflettendo gli stati emozionali dell’anima, alcune linee del tempo, e che hanno per qualche via illuminato aspetti reconditi dei pensieri.
Tale affermazione la si pone qui come base per descrivere, essenzialmente, il processo creativo dell’atto dello scrittore; e ovviamente andando a definire la scrittura in quanto atto creativo e fantastico è bene considerare che in alcune età esistenziali, definite convenzionalmente, la fantasia sia più presente che in altre.
Senza andare a proporre ricerche approfondite sull’argomento, al di là delle affermazioni crociane, sostengo, qui, che l’adolescente ha un canale privilegiato di collegamento con la fantasia e la scrittura, e che tale canale lo porti, qualora sia in possesso di adeguati strumenti culturali, ad avere in fieri la possibilità di coltivare la scrittura come mezzo espressivo non solo per una elaborazione personale dell’esistere e dell’esistente, ma anche per comunicare agli altri, in senso altruistico, i valori per i quali valga la pena vivere.
Ebbene, non sempre, a mio avviso, si attenzionano le capacità degli adolescenti, proprio perché il loro universo creativo viene ad essere considerato come legato ad un’età di passaggio, piuttosto che considerare la vis che tale età ha nel produrre il “processo culturale”, in quanto età più svincolata dal peso delle dinamiche della società, legate, spesso, più agli aspetti formali e concreti che al rispetto della fantasia come componente che, accomunando i giovani di ogni luogo e tempo, ha una sua cittadinanza globale e necessita di un luogo privilegiato di crescita quale può essere, in questo caso, l’animo del giovane scrittore/autore.
Queste alcune delle riflessioni che mi hanno portato a considerare, come docente e appassionato di scrittura, di non far passare inosservato un tema da me assegnato dal titolo: Io nel 2030 della diciassettenne Sabrina Giaramita.
In tale elaborato ho riscontrato aspetti importanti sia nelle tematiche, quando Sabrina ci ricorda che la vita va vista come una dispensatrice di avventure nuove capaci di accendere l’entusiasmo del tempo che deve venire, quando opportunamente descrive il lavoro come un frutto privilegiato di studi ed impegno, la descrizione dell’adolescenza come periodo ispido e ricco di opportunità di crescita, il senso dei valori ed il confronto degli stessi con l’etica dominante, ed inoltre Sabrina con maturità dice che “crescendo e sbagliando” e mantenendo un vitale rapporto con i genitori si può generare un sapiente utilizzo dell’esistenza e delle sue dinamiche, anche negli aspetti più pratici, come il corretto valore del denaro o i rapporti profondi di amicizia e familiari, capaci di generare nell’animo la bellezza di un buon comportamento.
La scrittura di Sabrina Giaramita risulta essere sapientemente mossa dall’utilizzo dei verbi epistemici, lei scrive pensare perché sa quanto è importante il pensiero, utilizza il meccanismo del flashback, e tornando indietro rispetto al titolo del tema Io nel 2030 descrive le tragiche realtà attuali con originalità e serietà, ponendo il lettore di fronte ad una storia dinamica che con le sue dinamiche dà fastidio ai giovani, così Sabrina ci pone di fronte al dramma dei bambini che prima di passare ad altra vita non comprendono la guerra.
Difatti Sabrina attraverso l’uso della narrazione “spezzettata”, artisticamente, come se fosse un diario di alcuni giorni salienti (narrazione di sua invenzione e non richiesta dal compito assegnato), si svincola presto dalle tragedie della storia per porre in essere un mondo pieno di speranze e costruito da nuove generazioni più sensibili e capaci di dare nuova vita all’impulso ecologico di rinnovamento, oltre che presentare come avvenuti secoli di battaglie per l’emancipazione sociale; va detto anche che nel cambiamento e nell’approdo al futuro ella sottolinea il valore delle tradizioni. Non aggiungo altro, se non l’apprezzamento per un tale impegno che naturalmente pone in alto le più grandi riflessioni dell’esistenza, che al di là del sogno americano tratteggiato, descrivono una adolescente matura consapevole di se stessa e del mondo.

prof. Davide Ignazio Interrante


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