Torniamo a discutere di albergo diffuso

CASTELVETRANO – Lo si è fatto per Partanna e se ne è fatto cenno per Marinella di Selinunte.
La formula dell’Albergo Diffuso si presenta come proposta flessibile ed adattabile a diversi contesti e territori. E’ richiesta però la presenza di determinati requisiti affinché si presentino le condizioni necessarie per poter effettivamente realizzare simili progetti di ospitalità.
Un primo elemento che bisogna considerare è il tipo di territorio o di località nel quale far sorgere l’Albergo Diffuso, che non deve essere privo di attrattive di tipo naturalistico, storico, o culturale.
Un altro requisito è dato dalla effettiva disponibilità di stanze, case, appartamenti, il cui posizionamento dovrebbe risultare adeguato da un punto di vista sia logistico (vicinanza tra loro, vicinanza alla hall centrale, comodità nel raggiungerlo, ecc.) che architettonico (ciò che riguarda la dimensione, l’aspetto esteriore, la sicurezza, l’arredo, il comfort e di servizi di cui sono dotate le stanze).
Oltre a questo bisogna verificare la presenza di spazi utilizzabili per la fornitura dei servizi comuni, l’accoglienza, la ristorazione, e tutti gli altri servizi ed attività che vengono fornite alla clientela dell’albergo. Tali spazi, inoltre, devono collocarsi sufficientemente vicino a tutte le unità abitative, in modo tale da poter garantire facile fruizione da parte degli ospiti.
Assieme alle attrattive di tipo turistico presentate dalla località e dal territorio circostante, che risultano necessarie per interessare i flussi turistici e per stimolarli a trascorrere un soggiorno in quell’area, è importante che il borgo nel quale sorge l’albergo presenti un certo grado di vivacità, di vitalità, ovvero offra servizi, possibilità di svolgere attività diverse (passeggiate, escursioni, visite, ecc.) e, soprattutto, che garantisca agli ospiti esperienze che li avvicinino alla vita rurale della comunità. Qui interviene un importante aspetto della gestione dell’Albergo Diffuso, poiché bisogna essere in grado non solo di avviarne l’attività e poi di coordinare tutti gli attori e gli operatori coinvolti, ma mantenere sempre attrattivo il borgo e il luogo attraverso l’organizzazione di eventi, manifestazioni, e varie iniziative che coinvolgano quanto possibile i residenti e permettano la valorizzazione del patrimonio locale nel suo complesso.
Partanna, Sambuca e parzialmente anche Salemi, per restare in Sicilia Occidentale, hanno avviato tale iniziativa. Partanna addirittura ha attrezzato un edificio storico quale l’ex Convento delle Benedettine, per adibirlo a sede centrale dei servizi (Hall) rendendo poi utilizzabili dieci camere dell’ex Convento stesso.
Per Marinella di Selinunte l’allora Sindaco Errante ebbe a lanciare l’idea proprio affidandosi ad un articolo su questa rivista.
Ma quale migliore diffusione potrebbe avere l’iniziativa se non a Castelvetrano, nel suo centro storico?
Da qui l’idea lanciata da alcuni proprietari di case ivi ubicate, che, anticipando i tempi, pensano già di unirsi e di farsi promotori di un disegno ambizioso ma non certo irrealizzabile: non si vuole aspettare che sia la pubblica amministrazione a trainare l’idea, ma vogliono essere loro i promotori di tutto.
Piuttosto che vedere marcire le proprie case abbandonate in centro, si dichiarano disponibili ad effettuare gli interventi inevitabili di recupero ed adattamento, purché poi messe a disposizione di un disegno complessivo, che avrà solo bisogno di un contributo in servizi dalla pubblica amministrazione, che non potrà a questo punto venir meno alle sue inderogabili prerogative.
Nessun rischio: ognuno resta proprietario di ciò che possiede, ma lo mette a disposizione di un disegno di sicuro interesse per la comunità, un modo per fornire opportunità per la creazione di forme di partenariato capaci di utilizzare in maniera efficiente le risorse esistenti.
Riassumendo, dunque, la realizzazione di un Albergo Diffuso può essere facilitata ed agevolata quando la località oggetto di interesse presenta tali requisiti:
– presenza di un contesto a vocazione turistica, culturale o ambientale, con edifici e strutture di interesse artistico, storico, che rappresentino la cultura e le tradizioni locali;
– esistenza all’interno del borgo di edifici adatti ad una ristrutturazione con finalità alberghiere;
– presenza di un’offerta comprensiva di servizi base, quali esercizi commerciali, culturali, turistici, sia per i turisti che per i residenti;
– possibilità di collocare delle strutture per l’accoglienza in posizione centrata rispetto alle unità abitative;
– organizzazione di eventi ed iniziative per la valorizzazione della località, incentrate sulla cultura dell’accoglienza;
– presenza di tradizioni enogastronomiche, culturali ed artistiche da valorizzare;
– interesse e volontà da parte dei residenti, dei privati e degli operatori, ad impegnarsi e ad investire in forme di gestione innovative.
Di aiuto può essere anche l’interessante studio fatto sul centro storico da parte dell’arch. Daniela Lucentini per il Comune, che se anche non indispensabile per la programmazione urbanistica della città, fornisce sicuri orientamenti circa dove ubicare gli interventi.
E poi, non è detto che non si possano avere contributi, in particolare regionali ed europei: solo pochi mesi fa è scaduto l’ultimo bando che concedeva contributi per il recupero di case in centro storico (Decreto del Dirigente Regionale n. 1002 del 03/05/2018) e si ha notizia di una sua imminente nuova uscita, tanto più che addirittura la Regione ha già emesso (Decreto Presidenziale n. 7 del 02/02/2015) un apposito Regolamento della legge regionale n. 11 del 02/08/2015, recante “Norme per il riconoscimento dell’albergo diffuso in Sicilia”.
Coraggio, chi vuole aderire all’iniziativa è pregato di mettersi in contatto comunicando il proprio interesse ai seguenti indirizzi:

ingtaddeo@libero.it
srlcolaci@gmail.com

Giuseppe Taddeo


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