“Vorrei svegliarmi…tra cent’anni”

di Antonino Bencivinni    Il consiglio comunale di Castelvetrano si è autosospeso la settimana scorsa a seguito della cosiddetta vicenda Giambalvo, vicenda che è fin da subito apparsa di sapore decisamente kafkiano: pressoché tutti i consiglieri comunali hanno sentito il bisogno di dimettersi, dato che il consigliere comunale Calogero Giambalvo non intendeva farlo come veniva politicamente richiesto a livello nazionale e a maggior ragione dopo che del caso si era occupata la trasmissione televisiva nazionale “Le iene”. Giambalvo, arrestato nel novembre del 2014 nell’operazione antimafia “Eden II” e subito dopo sospeso dal consiglio comunale, è stato assolto in primo grado a dicembre del 2015 dall’accusa di essere un fiancheggiatore di Matteo Messina Denaro e quindi, come prevede la legge, era stato reintegrato il 25 gennaio del 2016 nel consiglio comunale. Dopo le proteste del senatore Giuseppe Lumia e la sovraesposizione mediatica del caso ad opera soprattutto delle “Iene” che non hanno mancato di far sentire ai tele spettatori le intercettazioni che riprendevano frasi di Giambalvo di “fedeltà” a Messina Denaro, i consiglieri comunali di Castelvetrano, gioco forza o no, non hanno avuto altra alternativa accettabile che dimettersi di propria volontà, non aspettando un possibile e marchiante scioglimento amministrativo coatto successivo. Ora verrà un commissario a sostituire il consiglio comunale, mentre rimarranno in carica il sindaco Felice Errante e la giunta fino al maggio del 2017 con scadenza naturale (salvo decisioni personali contrarie). Non sappiamo se, dopo l’approvazione del bilancio, anche il sindaco deciderà di dimettersi e di andare ad elezioni anticipate, sappiamo però quante volte è stato costretto a dover difendere Castelvetrano dal timbro di mafia che, da patria di Messina Denaro, la città ha addosso a carattere di fuoco, cercando anche di allontanarla da una esposizione mediatica negativamente connotata di cui si farebbe volentieri a meno (non a caso nella copertina, parafrasando la nota canzone di Ron, il “sindaco” vorrebbe svegliarsi fra cent’anni).


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