X Edizione della Giornata Mondiale dei Calzini Spaiati all’Istituto Lombardo Radice Pappalardo

CASTELVETRANO – Venerdì 3 febbraio l’Istituto Lombardo Radice Pappalardo ha aderito alla iniziativa, nata dalla bizzarra idea della maestra Sabrina Flapp, che certo non vuole celebrare tutti i calzini andati persi facendo il bucato in lavatrice, ma invece con la nobile finalità di sottolineare l’importanza dell’inclusività e del rispetto reciproco e per veicolare un messaggio di solidarietà e di accettazione dell’altro.
Per la scuola castelvetranese essa è divenuta ormai una vera ricorrenza, inserendosi nella quotidiana pratica educativa e didattica sulla diversità che caratterizza il percorso di formazione e crescita, e così, in occasione di questa giornata, alunni e docenti di tutti gli ordini di scuola hanno indossato i calzini spaiati, per celebrare la metafora della diversità, ricordando a tutti quanto sia importante abbracciare le differenze.
Sposando la forza del progetto, ogni docente ha letto l’iniziativa a modo suo e l’ha fatta propria: in particolar modo i bambini delle sezioni della Scuola dell’Infanzia di entrambi i plessi hanno realizzato delle calze colorate differentemente, le classi 1°A e 1°B del plesso Radice hanno affrontato questo percorso dando sfogo alla creatività e all’espressione artistica. “Il bello dei calzini è che sono tutti diversi per colore, dimensione e fantasia. Questo li rende unici, bellissimi e speciali, proprio come tutti noi!” recitano i bambini della classe 2°B del plesso Radice, impersonando gli gnomi della loro favola fantasiosa. Con i calzini si sono divertiti e hanno giocato i piccoli alunni e le maestre della classe 2°A e della 2°B del plesso Verga, attraverso attività creative. “Tu sei diverso, ma non sentirti perso…siamo fortunati perché non siamo uguali: vuol dire che tutt’e due siamo speciali” suggella la filastrocca interpretata dalle bambine delle due classi.
Che la diversità è opportunità lo hanno appreso tutti e divertiti si sono fotografati indossando calzini spaiati, anche i bimbi un po’ “cresciuti” delle classi prime della secondaria di primo grado.


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