Zona d’ombra – Una scomoda verità

Zona d’ombra – Una scomoda verità di Peter Landesman, con Will Smith, Alec Baldwin, Gugu Mbatha Raw, Albert Brooks; Usa, 2016; colore, durata 123’; drammatico.

In “Zona d’ombra – Una scomoda verità”, Will Smith veste i panni del dottor Bennet Omalu, medico nigeriano che da più di dieci anni negli USA combatte affinché vengano riconosciuti i danni cerebrali provocati dal football sui giocatori. Omalu, neuropatologo dedito alla preghiera e ad una scrupolosa quanto insolita attività medica, tanto da parlare ai cadaveri prima di effettuare l’autopsia su di essi, un giorno si imbatte in Mike Webster, leggenda del football americano, morto in circostanze inspiegabili in seguito ad acute emicranie ed amnesie che lo hanno quasi portato alla follia. Mosso da un profondo rispetto per la professione svolta, Omalu indaga a fondo lo strano caso Webster, finanzia da sé le analisi scientifiche e scopre una nuova patologia cerebrale causata proprio dai traumi subiti dai giocatori durante le colluttazioni in campo, ovvero la Encefalopatia Cronica Traumatica (CTE). Ingenuamente convinto di poter contribuire a migliorare l’umanità con il proprio lavoro, Omalu viene invece osteggiato in maniera aggressiva dalla National Football League (NFL), in quanto rischia di intaccare non solo uno dei sistemi più redditizi d’America ma, soprattutto, un mito. Il film, tranne che per qualche piccolo espediente di finzione narrativa, prende spunto dall’articolo di Jeanne Marie Laskas, Game Brain, apparso nel 2009 sulla rivista GQ, e rispecchia in maniera fedele la lunga battaglia affrontata dal dottor Omalu contro il colosso americano. Una storia interessante, onesta ed equilibrata, per certi versi lenta, focalizzata più sulla retorica che sull’azione. Nonostante il sito MyMovies non apprezzi il buonismo del personaggio di Will Smith, il quotidiano “La Stampa” loda invece l’inedita interpretazione dell’ex principe di Bel-Air («riservato piuttosto che estroverso, affidabile piuttosto che scanzonato – conferma la sua presenza di attore e il suo carisma divistico»).

Elenia Teri


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