Il divorzio breve è legge. Cosa cambia rispetto a 40 anni fa?

Ebbene sì, se ne parlava da tanto tempo e finalmente, alcuni esclameranno, dopo 10 anni di dibattiti, di proposte, di frenate, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il Disegno di Legge che introduce in Italia il c.d. “DIVORZIO BREVE”. Il sì definitivo è arrivato lo scorso 22 aprile, con 398 voti favorevoli, 28 contrari e 6 astenuti. La riforma, considerata per una grandissima quantità di italiani, un traguardo attesissimo, persegue l’obiettivo di semplificare e velocizzare le procedure per sciogliere in maniera definitiva e totale il vincolo matrimoniale, eliminando, dunque, gli estenuanti iter procedimentali e consentendo ai neo separati di ottenere, in tempi brevi, un provvedimento che dia loro la possibilità concreta di ricostruirsi una vita. A 40 anni dal referendum del 1974, una vera e propria svolta per l’Italia e per gli italiani. In particolare, basteranno soltanto 6 mesi, in luogo dei precedenti 3 anni, per chiudere definitivamente il rapporto coniugale per chi deciderà di separarsi consensualmente ed 1 anno, per i più “litigiosi”, i quali dovranno intraprendere il percorso giudiziale, rivolgendosi al Giudice per la regolarizzazione dei loro rapporti ed interessi. Tali previsioni non mutano per le unioni con figli minori. I termini appena menzionati si riferiscono al tempo che deve intercorrere fra la separazione, la quale inizia a decorrere dalla comparsa dei coniugi davanti al Presidente del Tribunale, e la richiesta per ottenere il divorzio. Andando nello specifico, le novità apportate dalla riforma investono non soltanto gli aspetti prettamente personali, ma anche quelli che riguardano la sfera patrimoniale. Ed invero, il nuovo testo di Legge prevede che la comunione dei beni potrà essere sciolta nello stesso momento in cui si sottoscrive la separazione. A differenza del passato, infatti, ove lo scioglimento della comunione dei beni si realizzava soltanto con il passaggio in giudicato della sentenza, ossia quando quest’ultima diventava definitiva e, quindi, esecutiva, con la nuova legge la comunione si scioglie nel momento in cui il Presidente del Tribunale autorizza i coniugi a vivere separati. La nuova legge, inoltre, e questo costituisce un aspetto particolarmente importante, disciplina la difficile e, molte volte, assai controversa fase transitoria, prevedendo che la stessa sia applicata anche ai procedimenti in corso, consentendo, in tal modo, a coloro i quali hanno già avviato la procedura di separazione, di usufruire della nuova disciplina, accelerando di gran lunga i tempi del divorzio. Diverse critiche provengono, ovviamente dal fronte opposto il quale, al fine di giustificare la propria contrarietà nei confronti della nuova legge, afferma che la stessa non salvaguardia le unioni in cui sono presenti i figli, i quali vanno sempre tutelati a fronte di qualsiasi altra esigenza. Vivo e deciso, inoltre, e c’era da aspettarselo, lo scontro con il mondo cattolico, che considerano la nuova legge sul divorzio breve come un vero e proprio attacco alla famiglia, intesa come vincolo indissolubile. A tal riguardo, il settimanale “Famiglia Cristiana”, palesemente contro l’approvazione del nuovo testo di legge, ritiene che il termine di tre anni, precedentemente previsto per potere ottenere il divorzio, era necessario per consentire ai coniugi di riflettere sulla propria decisione, soprattutto in presenza di figli, sostenendo di avere prova del fatto che tante coppie, durante il lungo periodo di separazione, tornano sui propri passi, facendo risorgere il rapporto coniugale. In realtà, le statistiche ci dicono che nella prassi accade esattamente il contrario e, cioè, solo l’1 per cento delle coppie separate decide di tornare a vivere insieme. Al di là delle critiche, comunque, non si può certamente negare che l’approvazione della nuova legge costituisca un importante traguardo raggiunto dalla gran parte degli altri Paesi già da molto tempo. L’Italia si sa, è un Paese dai tempi lunghi, dalle mille contraddizioni, dalle promesse mai mantenute. Stavolta, però, la promessa è stata mantenuta ed è arrivato l’OK! Solo sei mesi per sciogliere il vincolo coniugale…dunque…un anno al massimo…il divorzio breve è legge!

avv. Francesca Lorena Marrone


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