Restaurare … ad libitum?

Può un “profano” invadere il campo di un “esperto”? Certamente no, se l’oggetto del contendere riguarda una materia di natura tecnica o scientifica. Mi guarderei bene, infatti, dal contestare ad un muratore la scelta della quantità/qualità di cemento, sabbia o pietrisco per la formazione della malta; così come non mi azzarderei assolutamente a mettere becco nella scelta di questa o di quella medicina operata dal medico per la cura di un malanno. Nel campo tecnico e scientifico, infatti, due più due dà invariabilmente quattro e nulla può essere affidato alla supposizione. Altra cosa è se l’oggetto del contendere riguarda un aspetto estetico. In questo caso, due più due può anche dare tre o cinque.  Nel senso che “de gustibus non disputandum est”. Prendiamo, ad esempio, il tema del restauro. Dice lo Zingarelli (Vocabolario della Lingua Italiana): “Restaurare” significa “Restituire allo stato primitivo opere d’arte o altro manufatto, rifacendoli, riparandoli o rinnovandoli”. Ora, io lo so che la filosofia del restauro esprime una infinità di sensibilità e produce scuole contrastanti fra loro nel tempo e nello spazio. Lo scempio perpetrato ai danni della Chiesa Madre ne è un esempio vivente. E tuttavia, lì ci poteva essere una giustificazione “scolastica”. Ma qualcuno può spiegarmi a quale scuola di pensiero estetico si è ispirato il restauro del Palazzo Comunale di Partanna, dove la pietra intagliata è stata ricoperta da intonaco (salvo poi a scimmiottarla con un discutibile “mascariamento”) e dove non è stato rifatto quel bel frontone che dava un tocco di magnificenza al prospetto meridionale?  E perché mai non è stato rimesso a coronamento del portale del balcone del Palazzo Calandra-Pisciotta il blocco di arenaria riproducente, se la memoria non m’inganna, uno stemma sormontato da una corona? Mi rifiuto di pensare che si sia trattato di difficoltà economiche. Nel primo caso sarebbe bastato “risparmiare” sull’intonaco collocato dove non si doveva, per finanziare il frontone. Per il Palazzo Calandra-Pisciotta, sarebbe bastato evitare qualche faro di troppo(!) per recuperare le somme necessarie. Peccato! In ambedue i casi avremmo preso due piccioni con una fava.


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