A coloro i quali mi chiedono riguardo l’esperienza che sto vivendo attualmente, rispondo sempre che, quando si accoglie uno studente straniero, è come se si faces¬se entrare contemporaneamente nelle no¬stre case “un altro mondo”, completamen¬te (o quasi) differente dal nostro.
Il confronto con un “exchange student” non è di certo irrilevante se si pensa, per esempio, allo scambio culturale che vi può scaturire, alla possibilità di conoscere un altro Paese, le sue tradizioni, le sue storie, le sue abitudini differenti dalle nostre.
L’idea di ospitare Steph, una ragazza australiana di soli 15 anni, per tre mesi è nata proprio da questa voglia di guardare il mondo da una prospettiva diversa.
La giovane exchange student sembra essere d’accordo; infatti, alla domanda sul perché abbia deciso di intraprendere questa “avventura”, risponde che la sua cu¬riosità di conoscere un nuovo stile di vita, nuove persone, una nuova cultura, l’ha spinta a scegliere proprio il nostro Paese di cui apprezza la cucina ed i paesaggi diver¬si dai suoi, ma di cui, purtroppo, non con¬divide la poca sensibilità verso i problemi ambientali.
Sicuramente non mancano le difficoltà, come la nostalgia di casa e l’adattamento ad un sistema scolastico completamente differente da quello del suo Paese.
Ma la voglia di tornare in Australia con una marcia in più e con un bagaglio cultu¬rale arricchito di nuove esperienze preva¬le, senza dubbio, sugli aspetti negativi del programma di scambio.
Veronica Falco
Stephanie Runciman
Scambi culturali: esperienze molto formative
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