Accordo ‘politico’ per agricoltura con regole più trasparenti

Parlamento UE

BRUXELLES  – “Siamo soddisfatti per l’accordo politico raggiunto che definisce la nuova Politica Agricola Comune per il periodo 2014-2020”.

Così Giovanni La Via, capo delegazione italiana del Ppe a Bruxelles e relatore della Politica Agricola Comune, ha commentato l’accordo politico raggiunto da Consiglio, Commissione e Parlamento europei sulla riforma agricola comunitaria per il periodo 2014-2020.

“Si tratta di un accordo ancora soltanto politico – ha spiegato La Via, che cura il dossier sul finanziamento, gestione e monitoraggio della riforma – perché attendiamo ancora gli sviluppi sul Quadro Finanziario Pluriennale europeo, la cui definizione è necessaria per quantificare le risorse che saranno destinate alla politica agricola comune”.

La giornata di oggi (26 giugno) resta, comunque, di grande importanza storica: per la prima volta, infatti, il Parlamento europeo è stato coinvolto nel processo di riforma con un ruolo di co-decisione e questa mattina, con l’ultimo dei triloghi tra le tre istituzioni europee, si è arrivati ad un accordo sulla gran parte dei temi cruciali legati all’agricoltura europea.

“A due anni di distanza dalla proposta iniziale della Commissione europea – ha sottolineato l’eurodeputato siciliano – dopo circa 8mila emendamenti del Parlamento europeo e quasi 50 incontri negoziali, il risultato di oggi può essere definito ben più che importante per l’agricoltura europea del futuro”.

La Via ha chiarito che l’accordo è stato raggiunto su un plafond complessivo di “400 miliardi di euro che dovranno essere gestiti con nuove regole e più trasparenti sia per gli imprenditori agricoli che per le istituzioni del settore”.

Sul versante dei pagamenti diretti con riferimento alla figura dell’agricoltore attivo é stata redatta una lista ‘nera’ obbligatoria per tutti gli Stati membri i cui figurano ad esempio aeroporti, proprietà immobiliari, ferrovie ecc.

A tali categorie ciascun Stato membro potrà aggiungere altri soggetti.

Sul tema della convergenza interna viene dato mandato ad ogni Stato di redistribuire gli aiuti tenendo conto di specifiche peculiarità territoriali e produttive nazionali.

Riguardo alle aree di interesse ecologico, queste non comprenderanno le colture permanenti ma interesseranno solo le superfici arabili.

Le novità introdotte nel regolamento orizzontale, invece, riguardano, nello specifico, le agenzie di pagamento che, ha spiegato La Via “sono rimaste congelate perché a riguardo il Consiglio non ha fatto passi avanti a fronte della richiesta del loro numero”.

Sul fronte degli organismi di certificazione “siamo riusciti ad avere procedure di evidenza pubblica – ha proseguito – dove troviamo organismi privati, questo per garantire più indipendenza e imparzialità da parte di chi gestisce il sistema di certificazione”.

Ottenuta, poi la conferma della domanda multiannuale per accedere ai pagamenti diretti.

La Via esprime particolare soddisfazione per le misure introdotte nel capitolo delle sanzioni.

“Grazie all’introduzione di un sistema di allarme che avvisa il beneficiario nei casi di irregolarità non grave, rendiamo il sistema sanzionatorio più razionale ed efficace”.

Infine, sulla componente “verde” della PAC, il cosiddetto “greening”, è stato accettato un compromesso proposto dalla Commissione europea che, conclude La Via “dà la possibilità agli agricoltori di non avere sanzioni per i primi due anni per poi arrivare al 20% al terzo anno e il 25% al quarto anno, così da garantire un adeguamento graduale al nuovo sistema”.


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