Celebrato a Ribera il Bicentenario dell’Arma dei Carabinieri

 RIBERA – Grande festa a Ribera per celebrare il bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri in una manifestazione promossa dal Rotary Club in collaborazione con l’amministrazione civica, l’associazione dei carabinieri in congedo, sezione Guazzelli e il comando provinciale dell’Arma.

Un pomeriggio e una serata dedicati interamente alle celebrazioni. Si comincia con la scopertura di una lapide che, in omaggio all’Arma, è stata posta nell’atrio del palazzo comunale.

E’ seguito subito dopo nella sala consiliare “Frenna” con convegno durante il quale è stata approfondita con una ricchezza di argomenti la storia dell’Arma dei Carabinieri in questi due secoli di intensa attività al servizio della gente.

Dopo il saluto portato dal sindaco Carmelo Pace e dal presidente del Rotary Club Nenè Mangiacavallo, davanti al prefetto Nicola Diomede, il generale Giuseppe Governale, comandante della Legione Sicilia, ha fatto un ricco e interessante excursus della vita dell’Arma dai tempi della Spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi sino ai giorni nostri.

Ha ricordato che in Italia oggi esistono ben 4590 stazioni al servizio della popolazione, con 105 mila uomini, con 13 mila militari in meno rispetto a qualche anno fa.

Il generale riberese Giuseppe Tavormina, oggi in quiescenza, già comandante di divisione, ha fatto una cronistoria sua personale e anche dell’Arma, ricordando tutta la sua vita dedicata all’Arma, dalla Sardegna al Piemonte e al Lazio, con la chiusura della carriera come direttore della Dia.

L’Arma, con tante altre autorità, era presente con il colonnello Riccardo Sciuto di Agrigento e con il tenente Salvatore Marchese di Sciacca.

Una ricchissima mostra di foto, documenti e divise dell’Arma, realizzata dall’associazione riberese “Guazzelli” diretta dal maresciallo Girolamo Angileri, è stata visitata nella sala convegni del comune. In serata, nell’ampia villa comunale, si è svolto un concerto dell’Orchestra della Solidarietà, diretta dal maestro Antonio Giovanni Bono.

Enzo Minio


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