Contro i tumori, prevenzione e diagnosi precoce

(Da sx. L. Di Cristina M. Barbera V.Agate A.Accardo L.Di Bella)

CAMPOBELLO DI MAZARA – «Prevenzione e diagnosi precoce riducono del 50% l’incidenza e la mortalità dei tumori. Negli altri casi è possibile comunque guarire». A sostenerlo è Liborio Di Cristina, primario del reparto di Oncologia Medica dell’ospedale di Castelvetrano, durante l’incontro-dibattito “Corretti stili di vita, sana alimentazione e diagnosi precoce: la loro conoscenza alla base della prevenzione dell’insorgenza dei tumori”, che si è tenuto a Campobello di Mazara (in provincia di Trapani), nell’aula magna dell’Istituto Tecnico per Geometri. Un appuntamento promosso dall’associazione socio-culturale Gandhi, di cui è presidente Massimiliano Barbera, in collaborazione con l’ASP 9 di Trapani, cui hanno preso parte Angela Accardo, oncologa dell’ospedale di Castelvetrano e Vincenzo Agate, dirigente medico dell’Unità di Anatomia Patologica nella stessa struttura.

«Informazione, formazione ed educazione – spiega Di Cristina – sono strumenti chiave per sensibilizzare e diffondere la cultura della prevenzione. Abbiamo sottoposto a circa 100 persone presenti tra il pubblico un questionario sul tema e rilevato che nel territorio c’è ancora molta disinformazione. Per questo è nostra intenzione dare vita in provincia di Trapani a tante altre iniziative di divulgazione, che possano coinvolgere anche le scuole». Secondo l’oncologo, per prevenire l’insorgenza dei tumori è fondamentale soprattutto adottare uno stile di vita corretto. Seguire una dieta mediterranea, ricca di fibre e verdure, non bere alcolici, non fumare, fare attività fisica e curare eventuali forme di obesità e diabete. Altrettanto importante, anche per le persone che non manifestano sintomi, sottoporsi ai cosiddetti screening, programmi di prevenzione di massa finanziati dallo Stato, per la diagnosi precoce di alcuni tipi di tumore, che, se individuati in tempo, possono essere completamente sconfitti. Si tratta in particolare dei tumori al collo dell’utero, per la cui diagnosi le donne dopo i 25 anni dovrebbero dunque eseguire il pap-test, di quello al colon, per il quale tutti, dopo i 40 anni, dovrebbero fare un esame di ricerca di sangue occulto nelle feci, di quello al seno, per cui tutte le donne over 45 dovrebbero eseguire una mammografia, del melanoma e del tumore alla prostata. «Investendo in prevenzione – aggiunge inoltre Di Cristina – anche la spesa sanitaria sarebbe ridotta. Curare un tumore costa allo Stato molto più che prevenirlo». L’oncologo ha infine illustrato i risultati delle nuove frontiere terapeutiche. «Oggi – ha detto – l’integrazione sinergica tra chirurgia, radio-terapia, chemioterapia e terapie biologiche, definite anche “intelligenti”, poiché meno tossiche e più selettive, è in grado in generale di guarire il 50% dei tumori. Per i casi più avanzati, nell’80% di essi, si riesce comunque a garantirne la cura, cronicizzando la malattia e allungando considerevolmente la sopravvivenza del paziente, che spesso riesce a mantenere anche una buona qualità della vita». Nuove speranze e aspettative, dunque, per arrestare quello che viene definito il male del ventunesimo secolo. Per Di Cristina, la parola d’ordine resta comunque “prevenzione”.  Antonella Bonsignore


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